Poesie di Eldy

DICEVA CECCO……!!…di Alfred

Diceva Cecco: s’i fossi foco arderei lo mondo
s’i fossi acqua ‘i l’annegherei,…
Se io fossi fuoco scalderei dei cuori,
se fossi acqua annegheri i signori,
se fossi mare le barche affonderei,
se fossi sole i ricchi accecherei.
Se fossi vento tutti li farei volare,
attorno al mondo senza mai atterrare.
Se fossi pane tutti sfamerei,
se fossi vino li ubriacherei,
e tutti i neri io li sbiancherei,
e tutti i bianchi neri li farei.
Se fossi un santo mi vergognerei
prometto sempre e non mantengo mai.
Se fossi Papa io mi spoglierei
e nudo messa la celebrerei.
Se fossi eletto io mi scuserei
e quello che ho rubato, poi lo renderei.
Se fossi DIO, in terra scenderei,
ed agli uomini tutto spiegherei,
E fare ciò che devo, inizierei.
Io l’universo rimpicciolerei,
perchè si possa vedere la sua fine:
veder le stelle, vederle più vicine
quelle lontane e quelle più piccine.
E se Maria io fossi, con Giuseppe,
un Figlio l’anno io vorrei sfornare
e se qualcuno lo possono ammazzare,
di certo gli altri fan quel che han da fare.
Ma non son Cecco, ma un povero meschino,
e credo ancor, poter cambiar ‘l destino.
ora son vecchio, ma giovane lo fui,
canute e laide, le lascerei altrui…

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 22 gennaio 2018 at 17:52, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



LA NOSTRA PIAZZA (parte seconda) di Franco e Alfred

da Franco:

Tutta questa piazza zotica
forse è un poco metaforica ?
Dove spiriti impudenti
sono sempre un pò bollenti ?
Una piazza da mercato
dal costume dissennato ?
Se la piazza è proprio quella
non è certo sempre bella
e fai bene a dissertare
per poterla cautelare,
ma è difficile cambiarla
se non sbatti tutto all’aria …..

 

da Alfred:

non si tratta di cambiarla
o gettare tutto all’aria
se ciascuno non gettasse
la sua cicca, le cartacce
ed in tasca le mettesse
e a casa le portasse,
nella piazza non vedresti
ne la cicca ne altri resti
la fatica non è molta
e non serve la rivolta
non ci vuol rivoluzione
per un po’ di confusione
solo un poco di rispetto
ed avremmo lindo e netto
tutto il nostro giardinetto
che ai porci fa dispetto

 

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 14 gennaio 2018 at 17:22, nella categoria: alfred, francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui



MA CHE PIAZZA!!!……..di Alfred-Sandro

Sono solo nella piazza
e nessuno che la spazza:
carte, gomme , caramelle,
chi ha scordato le bretelle?
Un cappello tutto unto,
una scarpa con la punta,
anche un paio di calzini
con in punta due buchini.
Uno slip che era bianco…
c’era pure un lungo guanto;
tre bottoni di camicia.
Gli occhi grandi di una micia
che mi fissano sorpresi
sotto quei calzoni appesi
pare dica: siamo matti?
questi son peggio dei gatti !!
Mi domanda un po sorpresa
scusa, sai, …ma sono tesa
nel vedere cose strane,
come i denti color rame.
Mi sovvien di domandarmi:
ma cos’e’ sta piazza d’armi ?
Io credevo fosse a posto,
mentre invece è un posto losco.
Anche i gatti son pudici,
non lo fanno tra gli amici,
e tra l’altro se son vecchi
quando vedono gli specchi
vi si osservano seriosi
e sen vanno pensierosi.
Certo che vedersi e’ dura,
ma lor fan brutta figura.
Atteggiarsi a Don Giovanni
quando s’ha quasi ott’anni…
…e’puerile e deleterio.
SEMPRE MEGLIO, È UN VECCHIO SERIO !!!!

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 11 gennaio 2018 at 23:06, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



ELDY…….di Alfred

è bello la mattina , fatta colazione,
sedersi un po al pc, aspettar la connessione,
cercar fra le altre icone, Maria che confusione!
l’immagginetta verde, col lungo suo nasone,
fai clic e aspetti un poco col cuore trepidante
secondi interminabili che corra l’elefante,
che corra ad annunciare in chat il tuo arrivo,
sai già che tu entrando ritroverai il sorriso,
ritroverai amici lasciati il giorno prima
scorri i nomi a destra, il tuo è lassù in cima,
cerchi affannosamente quella col nik strano,
non è a teatro e pensi, provo al bar , e piano
quasi furtivamente pigi, la scritta torna indietro,
scorri veloce i nomi , quello non è sul vetro
del monitor imperterrito che dice verità
quella che tu aspettavi fin’ora non ci stà .
non credo sia in piazza, la non ci va mai,
è inutile che provi , non ce la troverai .
ma il cuore batte forte e … forse c’è dell’altro.
vado a provare in piazza , ci faccio solo un salto,
vado su torna indietro e pigio sulla piazza,
è il primo nik che vedo… ride come una pazza.
mi sento come un bimbo a cui hanno rubato,
dopo una leccata, il suo cono gelato.
entro di prepotenza e grido il mio buongiorno
convinto che tutti vedano e che mi siano d’attorno,
un timido saluto, da un nik che non conosco,
aspetto ancora un po, se non mi vede esco.
quello che altri scrivono distrattamente leggo
se non mi vede ora per lei sara il peggio
starò almeno un mese senza che tu mi veda,
distruggerò il computer per questa tua offesa.
e mentre a questo penso per fargliela pagare,
tre volte il nik mio in mezzo agli altri appare.
un nuovo nik mi chiama, un nome sconosciuto
è me che sta cercando, non sono ancora uscito,
rispondo alla chiamata, ha in nik accattivante,
le chiedo qualche cosa, con lei sono galante,
mi sto scordando che, non era lei il motivo,
mi sto scordando che, finora ci pativo.
sto riversando ora un fiume di parole
vecchie di cento volte dette a chi le vuole.
e non mi sono accorto, che è uscita dalla stanza,
scrollo le spalle e dico, non mi farai mancanza.
la chat è anche questo: devi essere scaltro
appena muore un re subito si fa un altro.

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 25 agosto 2017 at 10:00, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



SEI TROPPO GIOVANE……di Alfred (riproposta)

(di seguito la traduzione…..)

‘a ballava o can-can in ti’ varietæ
in te’ periferie de’ grandi çittæ.
A l’aiva due gambe che paivan colonne,
a l’ea linvidia de tutte e donne.
a sœ’ ambission a l’ea Brodvei
ma sœ’ mammà a n’œva savei:
“t’e ‘na creatua, te’ troppo piccinn-a,
ho puia che poi ti me torni pinn-a.
i’ Americhen sono furbi, son ricchi,
fregan e figge con un müggio de trücchi,
te offran palanche, fiori e profümmi
n’ bella vitta, vesti e costümmi
te invexendan con belle parolle
poi magari han môgge e prolle
cosci ti arresti da sola co-a pansa
…manco e palanche pe’ pagate a stansa.
….giusto e palanche!!…..comme ti vivi?
speravo sempre che ti me o divi,
oua guagno discreto, guagno benin
da quande travaggio in te un casin.

traduzione

Ballava il can-can nei varietà
nelle periferie delle grandi città
Aveva due gambe che sembravano colonne,
era l’invidia di tutte le donne.
La sua ambizione era Broadway
ma mia mamma non ne voleva sapere
“ho paura che poi mi torni incinta”.
Gli americani sono furbi, son ricchi,
imbrogliano le ragazze con un mucchio di trucchi,
ti offrono soldi, fiori e profumi
ti confondono con belle parole,
poi magari hanno mogli e prole,
cos’ rimani sola con la pancia
…neppure i soldi per pagarti la camera.
..a proposito di soldi!! come vivi?
speravo che me lo dicessi!
ora guadagno discretamente, guadagno benino,
da quando lavoro in un casino!

Questa poesia è stata scritta da francesca, il 21 agosto 2017 at 18:26, nella categoria: alfred. Lascia un tuo commento qui



« Poesie Precedenti