Uscio
Sono stufo,
del mondo;
del grigiore,
lo squallore
della gente,
non voglio sapere,
non voglio esserci,
né rispondere,
basta,
basta;
mollo e basta;
chiudo l’uscio,
i guai aspettino,
stiano fuori.
Autore: Stefano Medel
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Primo
Pomeriggio,
presto;
sole battente,
noia incombente,
atmosfera
sonnolenta
e stracca;
voglia di dormire,
riposare,
fare una siesta,
lasciare che il tempo,
passi pacato;
non fare niente,
pomeriggio,
attesa di tutto,
di niente,
forse il
telefono chiamerà.
Autore: Stefano Medel
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Nottata interminabile,
quando il sonno,
fugge e và via,
e si nasconde,
nel paese di alice,
tra sogni
e miraggi,
incubi e
fantasia;
allora la notte,
diventa,
eterna,
sempiterna,
immane,
un guanto nero,
di velluto,
che ammortizza
e spegne i rumori,
mentre chiudi gli occhi,
o guardi la tele,
e fissi l’orologio,
aspettando l’alba;
mille pensieri,
mille cose,
e nessuna;
vorrei restare
avvolto
nell’alveo
della notte,
non essere più trovato,
lasciato in disparte,
in pace,
in pace;
ascoltare
il frinire degli insetti
e dei grilli,
che una volta,
udivi da bambino,
il cicalare
delle civette,
un fischio lontano,
una sirena,
momenti della notte.
Autore: Stefano Medel
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Intorno,
l’involucro
fosco e
ombroso
della notte;
abisso di tenebra,
silenzio
criptico
e perfetto,
soffuso
e diafano;
sprofondo
nel suo grembo,
in un abbraccio,
cinereo.
Autore: Stefano Medel
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Chiudo la persiana,
il mondo m´ha stufato,
non voglio più vedere,
non voglio più
pensare;
chiudere gli occhi,
stare in silenzio,
guardare in me stesso,
riflettere,
respirare,
lasciarmi andare,
rilassarmi e basta.
Scrivere punto e
A capo,
e fregarmene,
di chi dice no,
di chi non gli và bene,
chiudo la persiana,
in faccia al mondo,
ai furbi,
ai rompiballe,
non ho più tempo
per nessuno,
voglio pensare
solo a me,
fare con calma,
decidere
a modo mio,
fare le mie cose,
senza guardare in faccia;
chiudo le persiane,
ho bisogno di staccare,
di calma,
al diavolo
guai
e tutto il resto,
calma,
voglio prendermela
con calma.
Autore: Stefano Medel
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