Un pomeriggio d’autunno
nel mercatino rionale di via Lanzetti
ho comprato un libro di storia.
Aveva la copertina rossa
ed il nastro di seta blu.
Incuriosito lo sfogliai
e nelle sue pagine impolverite
trovai una lettera scritta
con l’inchiostro di china un po’ sbiadito
La curiosita’ mi sorprese
ma non volli approfittare
delle mie pretese.
Il libro non mi interessava piu’
perche’ tra quelle righe bianche e nere
sentii un profumo d’amore
di un tempo che fu.
Nella mia casa di periferia
dove il canto degli uccelli
si univa alla melodia dei miei pensieri
lessi quel romanzo con fervida attenzione
come se ascoltassi una romantica canzone
Parole scritte con il cuore,
fiumi di promesse per il timore di
perdere l’amore; ed a quella storia
cosi’ romantica ed intrigante, immaginai
un seguito senza poter piu’ andare avanti.
Non si leggevano le frasi piu’ importanti
che forse svelavano sofferti addii
o le future speranze di due teneri amanti
Al mercatino di via Lanzetti
avevo comprato una lettera d’amore
scritta con l’inchiostro di china
lasciata tra le pagine di un libro di storia
dalla copertina rossa ed il nastro di seta blu.
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Passa il tempo,
la storia della vita,
pagine scritte,
ormai logore,
ingiallite.
Passa il tempo,
ritrovarsi tra le mani,
un pò di nostalgia,
qualche rimpianto,
forse,
per ciò che poteva essere,
e non è stato.
Passa il tempo,
vecchio amico specchio,
la tua sincerità a volte,
sai, ferisce,
e quello che vedo adesso,
dista ormai anni luce,
da ciò che fu l’inizio.
Passa il tempo,
e tutto quanto scritto,
fino adesso,
ormai,
racchiuso in una nera,
impenetrabile nebulosa.
E’ tempo di scrivere,
nuove pagine,
questo ancora conta,
la gioia del futuro,
il sale che occorre,
per condire quel che resta,
della vita.
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Si rompe lo specchio
e frazioni di immagini
come foglie al vento
si disperdono attorno.
Un puzzle che non componi
per non essere immagine .
Uscire dal recinto
di certezze domestiche
in solitudini schiave
di necessari ritmi.
Scrollarsi di dosso
un io ingombrante
e riguardare il mondo
con gli occhi degli altri
per non esser nel guscio
solo
come larva dormiente
nell’attesa di un volo.
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Le spighe del grano si piegano
con un inchino al vento,
con il sole che fa da cornice
nelle lunghe file dorate
con il verde dell’erba.
Il silenzio avvolge la campagna.
Voglio stare qui con tutto me stesso
tra questi muti momenti,
in questa quiete senza fare un passo,
con i pensieri che mi fanno compagnia,
guardo in lontananza il paese
dalle case con le pareti bianche,
le finestre che sorridono.
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