Speranze o Illusioni
Mi sento soffocare.
E’ ormai molti mesi che vorrebbe uscire dal cuore mio,
questo pensiero.
Quante volte e lì, sul punto di sbucare,
vorrebbe poter uscire,
ma sempre poi va a morire.
Al vento vado a gridare, e l’eco, mio alleato, me lo va a riconsegnare
Ogni volta è sempre più carico di frammenti
che, lungo il suo girovagare, riesce a racimolare,
per ritornare a me, a volte terribile, a volte carico di speranza.
Basta poco per renderlo speciale,
un raggio di luce che pagliuzza d’oro appare
Raccolgo tale tesoro e, minuziosamente, lo vado a conservare,
fino a che, traboccante, mi pare possa essere, finalmente, al mio amato svelato.
Ma, ecco, che nel cielo che pareva terso,una nuvola minacciosa appare,
e, in un attimo, arriva uno scoscio di temporale,
ll mio tesoro, non è oro…solo ai miei occhi aveva un immenso valore,
sotto quel temporale, come neve al sole, scompare.
E di nuovo il mio pensiero nel mio cuore si va a rifugiare,
E’ un continuo altalenare di speranze e piccole ferite
che non oso chiamare illusioni
autore:boba
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Per amore,
andar via da casa,
dolci parole,
teneri sguardi,
carezze a lungo sognate,
vuoti mai colmati.
Per amore,
stanco della prigionia,
queste tristi stanze,
cercare l’evasione,
indifferenza che uccide.
Per amore,
pensieri confusi
affollano la mente,
alterni sentimenti
approdano al cuore,
simili a zattere
dopo il naufragio.
Per amore,
l’animo affrancato,
libero per le vie
del mondo ancor
cerca l’amore,
ultima speranza.
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VICENZA
Che bella questa mia piccola città.
Il salotto buono del Palladio.
Ricordalo sei nel mio cuore,
da sempre.
Quando bambina camminavo,
per mano alla mamma,
m’innamoravo di te,
poi occhi sognanti per mano,
dei primi amori.
Ora donna matura ,
camminando per le tue strade,
mi sento a casa.
Che bella sensazione.
Adesso ti presento hai miei nuovi amici,
loro sentono il mio amore per te.
Autore: robbi
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Domani.. ragazzo sarai a casa..
E guardavo un cielo livido, carico di pioggia
Volevo crederci ..credere..in un sorriso
troppe delusioni..troppe bugie.
Che fai ragazzo,scendi da quel davanzale..
domani verranno a prenderti.. ti porteranno a casa
trascorrerai un bel Natale vedrai..
E continuavo a guardare..
quel cielo livido di pioggia..
qualche goggia gia bagnava i vetri..
come le lacrime sulle mie guance..
Dai,.. adesso scendi di lì..fa il bravo.
Un lampo squarciò il cielo..il tuono
fece tremare i vetri.. .
Tutto era come quel giorno.. .
Il direttore dell’orfanotrofio mi mandò a chiamare,
Metti il vestito bello..
ti vengono a prendere i tuoi parenti..
ti portano dalla tua mamma che ti vuole vedere.
Per la prima volta mi accarezzo i capelli.
I volti dei miei zii erano tesi..
il viaggio in macchina fu lungo..,
li guardavo, nessuno parlava..solo mia zia
continuava ad asciugarsi gli occhi pieni di lacrime.
Avevo capito..una paura a sorda
si era impossessata di me.. .
Un corridoio..le luci fredde dei neon,
illuminavano l’aria..
qualcuno in camice bianco indicò una porta..
mi teneva per mano mia zia.. .
Scappai..entrai in quella porta..
mia madre era distesa su una fredda lastra di marmo
la chiamai disperatamente..Mamma.. Mamma..
la strattonai..
Qualcuno mi prese di forza..mi portò via di li..
ricordo quel viso.. sembrava sereno..
aveva l’ombra di un sorriso che non aveva fatto in tempo a regalarmi..
Non avrei più sentito la sua voce chiamarmi
non avrei visto più le sue braccia
aprisi in un tenero abbraccio.. .
Fuori pioveva a dirotto..i fulmini e i lampi
si susseguivano.. .
Mia zia.. mi asciugava le lacrime..
la tua mamma non c’è più..
tu prometti che sarai bravo..
Resterai con noi.. poi dopo Natale
ritornerai..in collegio..
Studierai..e diventerai un bravo giovane..
E feci il bravo..
anche quando..nessuno più, si ricordò di me.
Dai scendi..vieni giù di li..
Le gocce di pioggia erano battenti adesso..
scivolavano sui vetri..
le guardavo..guardavo quei lampi..
mentre le lacrime scendevano..fino in fondo al cuore.
autore:marcoantonio
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Lo sguardo
Siamo tutti qui,pronti a partire..
Due ore di riposo, chi deve telefonare..
chi ha bisogno di ristorarsi..lo spaccio è aperto
fra due ore puntuali ,tutti qui.
Nello spaccio, il fumo delle sigarette..inondava l’aria,
qualcuno provava col telefono, altri si perdevano in parole..altri cercavano di scrivere..,
li osservavo da sotto il mio casco color amaranto,
ragazzi come me , in grigio-verde-,il meglio del meglio,
dopo un addestramento spietato.., giorni mesi..
in cui maledici di essere nato..ecco il premio..
una stretta di mano..una medeglia , un fregio cucito sulla divisa.., a ricordarti..che sei, ora sei..
uno del 37esimo.
Volti da ragazzi..spietati in combattimento..
cuori di panna, davanti ad una mano tesa
angeli..dietro ad un volto rigato di lacrime..
cuori impavidi..forse fin dalla nascita
senza saperlo, votati alla morte .. .
Tutti schierati..assetto da guerra..
petti d’acciaio..visi tesi sguardi da falco..
Le Istruzioni verranno date in volo..
niente colpi di testa..nessuno verrà lasciato
sul campo.. la voce del generale..sembrava tuonare,
più forte del rumore delle eliche..
Era venuto a salutarci di persona..
il suo sguardo..sembrava perforare l’animo,
quando ci passò d’avanti ..e strinse la mano.
Lo guardai..fisso negli occhi..
quegli occhi che avevano visto l’orrore
della guerra..tragedie di vite..
stringere la sua mano.. fu un onore.
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