Uno spaccato di vita vissuta da ragazzino, tra il 1951 al 1955
Sono nato in via degli Apuli al 5, una via del quartiere Giambellino,quartiere quartiere di edilizia popolare, sorto a Milano nel 1941.Abitavamo in due locali: sala, camera da letto, bagno e un cucinotto, scala f 2°.
Io sono nato in casa, come tanti bambini. Allora si usava così.
Come tutte le famiglie di quel tempo, la mia era numerosa. Cinque figli, papà e mamma. Famiglia mono reddito si direbbe adesso. Mio padre faceva l’idraulico mia mamma casalinga. Nel cortile di via degli Apuli, le famiglie erano molto eterogenee, poche con uno o due figli, le altre numerose come la mia . All’orario di gioco, il cortile si riempiva di bambini. In via degli Apuli al 5, sera formato un gruppo di ragazzini quasi tutti della stessa età tra il 1943/44. Stefano Negri (che sono io),Gianni mio fratello,Gianni Cioffi, mio dirimpettaio,Giovanni Grizzetti, Armando Zambon,Rocco Juculano, Dante Gesvi, Antonio Belloni e Franchino Gessaga, rimasto poco tempo in via Degli Apuli. Al mattino si andava a scuola tutti insieme, facevamo gruppo come si dice. All’uscita della scuola ci si aspettava, per andare tutti assieme verso casa. Quel giorno del 21 marzo del 51 noi ragazzi eravamo tutti assieme:una bella giornata di primavera,ma spirava un fortissimo vento. Si faceva fatica a stare in piedi e allora mettemmo in fila indiana per proseguire. Di solito passavamo sotto il muro di mattoni rossi di via Don Murialdo. Quella volta, cambiammo marciapiede per proteggerci dal vento. Era quasi l’una,quando,nel marciapiede di fronte, all’improvviso il muro di mattoni rossi crollo di schianto, seppellendo tredici bambine anch’esse i uscite di scuola. Immediatamente arrivarono sul posto Pompieri e ambulanze. Ma tutto fu inutile per le povere tredici bambine.
Noi ragazzi mossi da curiosità ci fermammo a guardare le operazioni di recupero dei poveri corpicini, senza accorgerci che stavamo tardando il rientro a casa. Nel frattempo, i radio- giornali davano la notizia , senza specificare il sesso dei deceduti.
Quando i morsi della fame si fecero sentire, ci decidemmo ad avviarci verso casa. Ad accoglierci trovammo le nostre mamme in lacrime convinte che fossimo rimasti anche noi sotto le macerie : non era mai successo che alle 2 del pomeriggio non fossimo ancora rientrati a casa . Riavutesi dallo sconforto ,le mamme cominciarono a menare schiaffoni a tutti noi, urlando: cosi imparate a venire a casa subito>>.
Al prossimo racconto ciao Stefano 43
Autore: Stefano 43
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Barare col cuore
Spiaggia deserta, rami , conchiglie
portati dalle onde,orme di gabbiani,
non sono al lavoro oggi,ho disertato,
per una volta non ho voluto assistere
impotente alle troppe ingiustizie.
Hanno fatto strada quelli pronti a
tutto, quelli che ti pugnalano alle spalle,
quelli che per il traguardo hanno in mente un
aumento, in quel grado in più che da l’illusione
del potere.. ma su chi su che cosa?
Le pacche sulle spalle, quei sorrisi..e mormorii,
dei vecchi compagni, lo sguardo di ammirazzione
dei giovani rampanti..ecco passa il fenomeno,
con quello in missione ti senti
più sicuro.. .Ma no è solo un uomo, un vecchio fortunato,…E vorrei darveli se potessi
questi gradi..vorrei con essi darvi anche
tutti quegli anni senza fiato, senza vita.. .
e riprendermi il mio tempo..la mia gioventù..
ma che vita sarebbe..diversamente.. .
Oggi qui passeggio, a tenermi compagnia
solo la mia ombra passo dopo passo, guardo
l’orizzonte..osservo traiettorie di gabbiani,
ascolto l’acqua..cosi semplicemente,
dove la memoria capita, dove la fantasia inciampa.
Sarebbe bello..incontrarti qui adesso e parlarti
della curiosa sensazione che provo..ma piove
silenzio fra noi..,
silenzio per me equivale a pensare,
e se tu non rispondi, io ti rispetto,
aspetterò che finisca quel tuo sano pensare..
sta zitto, continua a tacere,e se ti perderai
verso il passato, o verso il futuro..
sapro ritrovarti
in nuovi pensieri..in nuove parole..
e sarai più uomo ,
reciterai come un grande attore
il copione della vita..non lascerai
la mente barare.. non lascerai che ti coinvolga
in strane storie..cancellerai pensieri, parole,
immagini..che non ci appartengono, che ci
confondono dentro di noi.
Noi una vita insieme..io il baro..
tu semplicemente il cuore..
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Immortale desiderio
di sete antica.
Venere passione.
Nell’aurea rosa
Di primavere amarilliche.
Io
Io tua viola del pensiero.
Sole innamorato
In fibre dell’anima
Come un virtuosismo di Mozart,
infinito tra cielo e terra.
Tu
Respiro di dolce culla di braccia.
autore:Simona
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Bagliori accecanti,
nel profondo buio,
odor di tempesta,
profuma la notte,
sapore del sale,
che prende la gola.
Uomo di mare,
di certo non sono,
ma cerco la stella,
che faccia da guida,
alla speranza,
al nostro futuro.
Il mare certo
non ha compassione,
ma più forte ancora
è la disperazione,
che spinge a vincere
ogni paura.
In questo viaggio
verso la vita
inseguo forse
una vana chimera,
lasciando alle spalle,
le mie radici.
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