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Un friccico di vento
un battito d’ali
sono bastate e cosi’…
La mia anima nell’aria
ha incontrato la tua anima
si sono abbracciate
riconoscendosi
hanno danzato
la luce
l’essenza
si sono raccontate
con parole stipate da sempre
si sono amate
con occhi innocenti e liberi
hanno pianto insieme
e… da ogni lacrima
è nata una stella
E’ amore
solo amore
un attimo di creazione
di eterno
che ci rende simili a Dio
E la Sua luce sorride…e..
sulla nostra pelle la Sua carezza.
autore:semplice
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Tra le colline e nei borghi della mia terra martoriata
riparte la vita con speranza e un flebile coraggio
più di un anno è passato dalla triste data
ecco la festa del lavoro: il primo maggio.
Infinito dolore genera una città sinistrata
avvolge di tristezza ogni miraggio
un dì luoghi di svago e di villeggiatura
oggi feriti, ma non piegati, dalla furia di madre natura.
Gente abruzzese nobile, dignitosa e matura
popolo stimato nel mondo in ogni parte
conquistator sovente di cultura
pieno d’ingegno di sapere e di arte
maestri esperti e fini di pittura
dei suoi scrittori e poeti parlano le carte
se d’incontrarla la fortuna avrai
quanto descritto tu confermerai.
I Comuni del cratere io non scordo mai
nelle varie ricorrenze del lavoro
non so quanta gente ivi incontrai
pur nelle difficoltà brillava come l’oro
tanti momenti e giorni sereni vi passai
in quell’antico borgo, bello e austero
spero in questo primo maggio tutti insieme
farem ripartire il lavoro riaccendendo la speme.
Una bella poesia, scritta da Nando Giammarini,
per celebrare il Primo maggio 2010,
nella cornice solenne e sofferente della città di L’Aquila,
colpita dal sisma lo scorso anno e ancora ferita.
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Che tristezza…. la tristezza
che dolore,
è così difficile
sentirla nel cuore,
arriva, senza che si voglia,
si insinua, nelle nostre giornate,
non ci fa essere sereni,
solo l’amore,
allontana questo pensiero,
peccato,
potrebbe essere proprio quello la causa.
autore:robbi
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D’improvviso una nuvola
scioglie le trecce d’argento
sottile, leggera, quasi carezza
piange un breve groppo di gioia
Zampilli inafferrabili rotolano
come perle di una collana sfilata
Repentino il sole sparge oro
e brilla i colori
luce che strega il mio cuore
nessuna è al pari di quella
d’aprile piovuto
Ciocche di zucchero filato danzano
nell’azzurro la musica del vento
inseguiti da rondini allegre in gioco
Pozzanghere quaggiù
come specchi catturano il cielo
Odore di terra bagnata, d’erba
e di promesse ancora in boccio
Gocce sui rami e
sui germogli delle rose
come diamanti in fila sospesi
riluttanti a lasciare l’abbraccio
trattengono il fiato e poi
lentamente si lasciano cadere
Sbriluccica la chioma del ciliegio
e seducente si muove
come una danzatrice velata
Due lumache si corteggiano al sole
un ragno stende ad asciugare la tela
Una grondaia scrive il suo spartito.
autore:semplice
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