IN DUE
…ogni volta, sorvegliamo la libertà mentale
e la rivediamo al sicuro tra le pareti di una strada,
indebolita da varie confessioni…
Succede
Che per la strada
Sbandiamo un po’
Con l’obliqua libertà
Una libertà
Che vuole prendersi
La parte di noi sbarazzina
La furia di noi e il ragazzino innocente.
E sono solo sul suolo
Come un uomo imbavagliato
Che lascia dei suoi occhi
Il contorno dell’età.
La libertà a volte
È così pesante
Che resistiamo in quella incoscienza
Amica libertà
E libertà di essere nemici.
Tutti riempiamo bagagli di noi
E impiliamo una sull’altra esperienze.
Testardaggini
Come la prima volta
Che gravitiamo liberi
Perché di tempo ce n’è
Per fermarsi al perdono
Asceso.
E poi
La gente fuggiasca e via
Così all’improvviso
Andata di segnaposto
A ricominciare i vent’anni
E poi
Succede
Che abbiamo saputo mendicare di noi
Uno schianto al cuore
Nel bivio più imbrigliato.
E sono solo un uomo
Rapito dalla libertà
E dall’interrogatorio…
Come se fossimo in due.
di Maurizio Spagna
Da “Il cuore degli Angeli”
L’ideatore creativo,
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
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Cosa ci posso fare se non ho le braccia del marinaio.
Che ci posso fare se in fondo alle braccia non ho le mani del muratore.
E ho un pugno duro che sembra un nido,
e il torace che è largo un dito, giusto per nascondermi vestito dietro un filo.
E vado in giro a cercare i soldi a chi se li tiene, ai debitori, e glieli domando timidamente, ma in mezzo alla gente.
E a quelli che non sentono ragioni, quelli con i quali sembra di starnutire contro il tuono, mando a dire che il vivere è caro, ma con i soldi degli altri è facile.
Io sono una “pittima rispettata” e non andate in giro a raccontare……
Che quando la vittima è un poveraccio……..gli do’ del mio!
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La pittima era di solito un povero derelitto a cui il comune dava l’incarico di chiedere insistentemente i soldi ai debitori e lo poteva fare in pubblico.
Liberamente tradotto dalla canzone in dialetto genovese di Fabrizio de Andrè “a’ pittima”
http://www.youtube.com/watch?v=3DgzBewgVf8
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T’ho visto nascere albero,
poi siamo diventati grandi assieme.
Un giorno costretto mi allontanai da te,
come vedi ora son qui con te
a fantasticar i bei giorni passati.
Non ho dimenticato
che scrissi su di te
tutti i miei amori
fioriti con te.
Dai albero non ti lamentare ,
lo so che sei sempre qua
vorresti cambiare prato,
incontrare altri simili a te.
Le tue radici son forti e profonde,
ti svesti in autunno dalle tue foglie
e in primavera tagliando dei tuoi rami,
ricresci ancora più rigoglioso.
Invece io se ho i denti mi manca il pane,
vorrei avere io i tuo cent’anni .
Stai li albero, ti annaffierò
fin che vivrò !
Autore: Miki
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un vetrino verde consumato dalle onde
lucente come smeraldo
spande luccicchii nella spuma bianca della sera .
ritornano improvvise risa di bimbi,
piedini arricciati sui sassi appiattiti
dal tempo del mare.
un bagliore azzurro raro come i suoi occhi.
mi chino a raccoglierlo:
ancora l’onda ti porta via da me.
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Quando sei nato, una stella si è aggiunta nel firmamento
Per brillare e risplendere luminosa.
Con i tuoi occhioni grandi e le tue guanciotte rosee
Hai portato felicità e gioia fra noi.
Ero ancor bimba e sei arrivato
Ti ho accolto come un gioco.
Carlo ,dirti auguri oggi è troppo poco.
Il regalo più grande me lo fai tu
Per essere nato.
Buon compleanno figlio mio.
Auguri! Auguri Carlo!!!
Tua mamma Mauri.
8 giugno 2010
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