Franco Muzzioli ci suggerisce un romanzo-poesia …..che ritiene possa essere argomento per “Eldy-Poesie”.
Vorrei segnalare il libro “caduto fuori dal tempo” di David Grossman , autore israeliano che ha scritto tra gli altri anche il notissimo “ad un cerbiatto assomiglia il mio amore”.
Il figlio di Grossman è ..”caduto fuori dal tempo”, giovane soldato israeliano morto nelle guerre del Sinai, è lui che è uscito dalla vita quindi dal tempo.
Il “romanzo” è una poesia lunga 183 pagine , Grossman e sua moglie si confrontano disperatamente, sono un uomo ed una donna esiliati nella terra del dolore, parlano di quel “laggiù” dove è stato confinato il loro figlio e dove vorrebbero andare.
Lui dice disperatamente:
” E’ solo che il cuore
mi si spezza
tesoro mio
al pensiero che io
che abbia potuto
trovare
per tutto questo
parole”:
come se si sentisse colpevole di poterne parlare .
E’ un “romanzo ” da leggere come una poesia , un romanzo da recitare a noi stessi , immedesimandoci nella loro volontà di sottrarre la memoria alla tenebra e riconsegnarla alla vita.
Aggiungo altri due punti , molto toccanti del romanzo-poesia:
“No, non è più possibile così, non è più possibile che noi, che il sole, gli orologi, i negozi, la luna, le coppie, che gli alberi nei viali rinverdiscano, che il sangue nelle vene, la primavera e l’autunno, la gente, semplicemente, che ci sia banalità nel mondo… che i figli degli altri, la loro luce e il loro calore…”.
e ancora.. “E’ morto in agosto, e quando quel mese finisce io immancabilmente penso: come posso passare a settembre mentre lui rimane in agosto?”
Contributo di
, 7 novembre 2012 17:10.
Mio Dio Franco, mi hai straziato il cuore, forato le vene e qualcosa di rosso zampilla. Quel libro è tutto un sussulto di lancinante dolore. Ma quella frase….quell’ultima frase….mi è troppo diretta, al punto da squarciarmi. Anch’io avrei voluto, qualche volta, andare “laggiù”.
Leggerò questo libro Franco, per ora posso solo constatare quanto trise e veritiera sia la tua introduzione.
Per fortuna l’haiku rimette le cose al giusto posto, muore una foglia, ma sotto, un nuovo germoglio c’è.
Molto bella questa pagina…Avendo conosciuto la morte quando ero bambina, perdendo mia madre a cinque anni e mezzo,mi è sempre stato abbastanza difficile conviverci…Quando sono diventata madre, con il tempo, alla gioia si è accompagnata l’ansia, il timore di morire come mia madre e lasciare i miei figli…Quando di nuovo ho incontrato la morte, nel figlio nato morto di mia sorella,ho sentito il dolore più grande in assoluto: sopravvivere al proprio figlio… Con il tempo mi sono resa conto che solo nelle forme della condivisione, nel raccontarsi nel dolore, è possibile pervenire ad una qualche forma di rielaborazione del lutto che, per quanto lo accetto, non mi lascia mai…
Ti ringrazio Franco, nel suggerirci la lettura di questo libro dimostri quanto possa averti coinvolto e i due passaggi che hai riportato confermano, già da soli, quanto possa essere poetica tutta l’opera.
Da bambini e fino a un certo punto della vita viviamo nel Paradiso Terrestre, poi ci scontriamo con la morte di una persona cara, acquisiamo pià consapevolezza dell’esistenza sulla terra e tutto cambia. Mi propongo di leggere il libro, grazie.