vvvvIl serpente ha avuto sempre un ruolo rilevante nei miti e nelle religioni di tutti i tempi e di tutte le civiltà dell’uomo che, affascinato e allo stesso tempo intimorito da queste creature così diverse da lui e così misteriose, non ha potuto fare a meno di essere rapito dal loro fascino. Fascino che oggi rischia di scomparire a causa di ottusità ed inutile pregiudizio, in gran parte derivazione di un errato pensiero cristiano medievale, che dipingeva queste creature come mostri infernali, pericolosissimi e astuti, estendendo peraltro questa fama a tutti gli altri animali striscianti.
Il serpente nelle religioni antiche fu caratterizzato da un fortissimo aspetto di ambivalenza. Esso viene temuto per la sua
velocità (pur non avendo zampe) e per i suo veleno, in qualche caso mortale. Allo stesso tempo però vengono attribuite a questi rettili capacità divine, e nella maggior parte dei casi queste sono positive, cosicché il serpente entra a far parte della religione come simbolo propiziatore e donatore di fertilità. Così come esso è legato al mondo degli inferi, contemporaneamente può far parte del mondo solare, dona la vita ma anche la morte, conferisce autorità e infonde sicurezza in un popolo vulnerabile, può uccidere con il veleno ma, proprio con questo si possono produrre antidoti e medicine potenti.
Questa ambivalenza dei serpenti fu però cancellata dalla religione cristiana, dalla quale questi rettili ricevettero un’
accezione solamente negativa, a cominciare dal serpente tentatore del paradiso terrestre, per continuare poi con la serpe infernale che porta sul dorso l’anticristo, rappresentando l’oscurità, il pericolo.
Questa visione negativa dei serpenti fu però una evoluzione (o involuzione?) della religione cristiana. Nell’Antico Testamento Mosè innalza il serpente al cielo e Dio chiederà a lui di essere “innalzato” come aveva fatto con il serpente, dimostrando così che la figura di questi rettili era ben diversa da quella odierna. Sempre dalla Bibbia, si ha notizia di una traccia di culto ofidico anche nell’antica religione ebraica, nella quale questi rettili, rappresentati come serpenti di bronzo, mantenevano il loro significato ambivalente fra bene e male; il culto del serpente di bronzo fu però, come è scritto nella Bibbia, sradicato dalla religione ebraica tramite la distruzione completa dei templi a esso dedicati.
Il “caso” italiani è particolarmente interessante: si tratta di un antico culto ofidico di origine latina e ora “mascherato”
dalla tradizione del cristianesimo. Il rito popolare si svolge tutti gli anni nella prima settimana di Maggio in due paesini
abruzzesi nelle vicinanze del lago del Fucino: Cocullo e Pretoro. La tradizione vuole che in questo periodo avvenga una
processione nella quale viene portata su un baldacchino (sorretto da alcuni uomini) la statua di San Domenico, che viene
adornata con grovigli di serpenti vivi, che vengono anche “distribuiti” ad alcune persone della processione. Questa è
sicuramente la testimonianza relitta dell’antica processione dei latini, i quali trascinavano la statua della dea Angizia,
analoga alla figura greca di Circe e legata alla scienza medicinale, anch’essa coperta di grovigli di serpi vive. Con il
passare dei secoli il culto di Angizia è andato perduto e alla dea s’è andata sostituendo la figura del santo, coprendo così il rito pagano.
Purtroppo negli ultimi anni s’è presa la brutta abitudine, dopo la festa, di vendere i serpenti (mentre fino a pochi anni fa e nella tradizione latina i rettili venivano liberati subito dopo la cerimonia), alimentando un commercio illegale e immorale.
lieta 05.03.11
bella boba questa tua ricerca sulle serpi, ma ki so quelli di qua ke ipnotizzano co le loro malie ahahhah, ciao grazie ti ho letto assai volentieri
porzia 05.05.11
ho visto sempre nel serpente un animale viscido e subdolo che prima ti ammalia ,con i suoi raggiri ,con la bellezza dei colori della sua pelle poi ti avvelena .Non so se paragonarlo ad una donna che col il suo sguardo ammaliatore riesce ad attirare a sè e poi ti distugge .Ad ogni modo è la sua viscidità che mi lascia pensare a qualcosa di repellente.
vvvvIl serpente ha avuto sempre un ruolo rilevante nei miti e nelle religioni di tutti i tempi e di tutte le civiltà dell’uomo che, affascinato e allo stesso tempo intimorito da queste creature così diverse da lui e così misteriose, non ha potuto fare a meno di essere rapito dal loro fascino. Fascino che oggi rischia di scomparire a causa di ottusità ed inutile pregiudizio, in gran parte derivazione di un errato pensiero cristiano medievale, che dipingeva queste creature come mostri infernali, pericolosissimi e astuti, estendendo peraltro questa fama a tutti gli altri animali striscianti.
Il serpente nelle religioni antiche fu caratterizzato da un fortissimo aspetto di ambivalenza. Esso viene temuto per la sua
velocità (pur non avendo zampe) e per i suo veleno, in qualche caso mortale. Allo stesso tempo però vengono attribuite a questi rettili capacità divine, e nella maggior parte dei casi queste sono positive, cosicché il serpente entra a far parte della religione come simbolo propiziatore e donatore di fertilità. Così come esso è legato al mondo degli inferi, contemporaneamente può far parte del mondo solare, dona la vita ma anche la morte, conferisce autorità e infonde sicurezza in un popolo vulnerabile, può uccidere con il veleno ma, proprio con questo si possono produrre antidoti e medicine potenti.
Questa ambivalenza dei serpenti fu però cancellata dalla religione cristiana, dalla quale questi rettili ricevettero un’
accezione solamente negativa, a cominciare dal serpente tentatore del paradiso terrestre, per continuare poi con la serpe infernale che porta sul dorso l’anticristo, rappresentando l’oscurità, il pericolo.
Questa visione negativa dei serpenti fu però una evoluzione (o involuzione?) della religione cristiana. Nell’Antico Testamento Mosè innalza il serpente al cielo e Dio chiederà a lui di essere “innalzato” come aveva fatto con il serpente, dimostrando così che la figura di questi rettili era ben diversa da quella odierna. Sempre dalla Bibbia, si ha notizia di una traccia di culto ofidico anche nell’antica religione ebraica, nella quale questi rettili, rappresentati come serpenti di bronzo, mantenevano il loro significato ambivalente fra bene e male; il culto del serpente di bronzo fu però, come è scritto nella Bibbia, sradicato dalla religione ebraica tramite la distruzione completa dei templi a esso dedicati.
Il “caso” italiani è particolarmente interessante: si tratta di un antico culto ofidico di origine latina e ora “mascherato”
dalla tradizione del cristianesimo. Il rito popolare si svolge tutti gli anni nella prima settimana di Maggio in due paesini
abruzzesi nelle vicinanze del lago del Fucino: Cocullo e Pretoro. La tradizione vuole che in questo periodo avvenga una
processione nella quale viene portata su un baldacchino (sorretto da alcuni uomini) la statua di San Domenico, che viene
adornata con grovigli di serpenti vivi, che vengono anche “distribuiti” ad alcune persone della processione. Questa è
sicuramente la testimonianza relitta dell’antica processione dei latini, i quali trascinavano la statua della dea Angizia,
analoga alla figura greca di Circe e legata alla scienza medicinale, anch’essa coperta di grovigli di serpi vive. Con il
passare dei secoli il culto di Angizia è andato perduto e alla dea s’è andata sostituendo la figura del santo, coprendo così il rito pagano.
Purtroppo negli ultimi anni s’è presa la brutta abitudine, dopo la festa, di vendere i serpenti (mentre fino a pochi anni fa e nella tradizione latina i rettili venivano liberati subito dopo la cerimonia), alimentando un commercio illegale e immorale.
bella boba questa tua ricerca sulle serpi, ma ki so quelli di qua ke ipnotizzano co le loro malie ahahhah, ciao grazie ti ho letto assai volentieri
ho visto sempre nel serpente un animale viscido e subdolo che prima ti ammalia ,con i suoi raggiri ,con la bellezza dei colori della sua pelle poi ti avvelena .Non so se paragonarlo ad una donna che col il suo sguardo ammaliatore riesce ad attirare a sè e poi ti distugge .Ad ogni modo è la sua viscidità che mi lascia pensare a qualcosa di repellente.