Sono qui, nella mia città Asti. E Lui sta arrivando dentro la sua Papamobile. Si, sto parlando di Francesco, il mio omonimo, solo che Lui è il PAPA.
Per tutti, qui, lui è semplicemente Giorgio, il Papa venuto “dalla fine del mondo” che non ha mai dimenticato le proprie radici. Piantate ben salde nell’Astigiano, terra con cui ha sempre mantenuto un rapporto speciale e che ha visto suo padre Mario partire nel 1929 per cercare fortuna in Argentina. Del resto è proprio lui ad averlo ribadito, poche ore prima di salire sull’elicottero e arrivare a Portacomaro per far visita a tutti i parenti che gli sono rimasti. «Senza radici, la pianta muore». E a dargli nuova linfa, fin dal sagrato della parrocchia di Stazione, dove è atterrato, c’è l’affetto incontenibile di chiunque ne abbia anche solo incrociato lo sguardo per un istante, prima che raggiungesse la casa della cugina che ha da poco festeggiato novant’anni e ne attendeva impaziente il ritorno. Un’emozione che entrambi non hanno il tempo di razionalizzare, mentre attorno al tavolo della cucina cominciavano a prendere posto anche gli altri cugini. Nessun discorso sulla politica o sulla religione, mentre si mangia. «Tucuma nen» chiede Francesco lasciando spazio solo ai ricordi e alla passione per le bocce che condivide col cugino, degustando un menù tanto semplice, quanto speciale. Insalata russa e flan di prosciutto, agnolotti del plin, arrosto con carote e fagiolini e per dolce pasticcini e bonet. Tutto annaffiato dal quel Grignolino che da queste parti è stato ribattezzato “il vino del Papa”.
Alla fine del pranzo, concluso sulle note del tango che gli ha dedicato la banda comunale, l’entusiasmo è un fiume in piena: «Abbiamo parlato sempre in piemontese e si è raccomandato di stare bene almeno fino a lunedì» si limita a raccontare ai cronisti la cugina. Poi la partenza per Tigliole e Stazione di San Carlo dove vivono altri cugini. E oggi, qui, c’era il suo mondo. Incastrato tra le colline della barbera e delle nocciole, dove il Santo Padre è semplicemente Giorgio. Chiunque riesca a strappargli un cenno di saluto ne approfitta subito e prova a domandargli una benedizione, lui non la nega a nessuno e a tutti chiede di pregare per lui. Ai sindaci di Tigliole, San Damiano e Baldichieri donerà anche una medaglia pontificia. Oggi è domenica e Giorgio tornerà ad essere Francesco dietro l’Altare.
Grazie Francesco, quanta emozione ci hai regalato!!!
Contributo di
, 20 novembre 2022 15:27.
Una bella presentazione di Papa Francesco, hai fatto si che anche chi non poteva esserci lo ricordasse in veste di Giorgio. Brava Francesca, un saluto ed un abbraccio forte
Grazie cara Gabriella. È stato un momento di profonda emozione vederlo lì davanti a me, sorridente come Lui sa essere sempre, malgrado il rigore delle temperature salutare tutti con la mano.
Un forte abbraccio a te.