LA SPESA AL TEMPO DEL COVID-19 (cioè RIDIAMOCI SU)….di Franci
Questa sono io e vabbè sono andata a fare la spesa al supermercato.
Prima di capire se potessi lasciare il mio comune per raggiungere il primo supermercato ho letto 22 decreti, chiamato i carabinieri e i vigili e mi sono fatta leggere le carte dalla mia vicina di casa che aveva una zia sensitiva.
Una volta capito che – forse – non rischiavo di finire in galera, mi sono scaricata tutte e 8 le autocertificazioni, le ho compilate e me le sono portate tutte dietro in un pratico raccoglitore.
Mi sono vestita, messa la mascherina, i guanti, ho preso l’amuchina e i sacchetti riutilizzabili così da portare dentro casa meno roba esterna possibile e, quando ho chiuso la porta mi sono resa conto di essere in ciabatte. Ho cercato le chiavi di casa che avevo appena buttato nella borsa, ho riaperto la porta, mi sono tolta le ciabatte, messa le scarpe, ripreso le chiavi e chiuso la porta.
Tutto questo con i guanti.
Ora, non so voi, ma io sono una di quelle persone che non mette i guanti nemmeno a – 12 gradi, piuttosto mi faccio cadere le dita dal freddo, ma proprio non ce la faccio, non sono capace a fare nulla, non mi reagisce più il pollice opponibile, sono un disastro.
Comunque sia, ci ho messo il tempo di una partita di tennis, ma ce l’ho fatta.
Sono salita in auto e ho raggiunto il supermercato più vicino a casa mia, circa 2 km, con la tachicardia nemmeno avessi avuto nel baule un cadavere ricoperto di bustine di cocaina ma per fortuna nessuno mi ha fermato; ho parcheggiato, sono scesa dalla macchina e mi sono trovata una fila infinita di persone, tutte ad un metro di distanza, con il loro bel carrello, sospiranti e frementi. Ho sospirato rassegnata e per passare il tempo ho chiamato un amico al telefono, combinazione in coda pure lui nel suo paese e tra una chiacchiera, una risata e una scommessa su chi di noi due sarebbe riuscito ad entrare per primo (lui) il tempo è passato e sono finalmente riuscita a varcare le soglie del negozio. Ho cercato di controllare l’ansia e di evitare di riempirmi il carrello come se abitassi in un appartamento con 10 donne in preciclo e 20 uomini-mastino-da-strafogarsi, facendo però una valutazione oculata di ciò che realmente mi serviva per non dover uscire di nuovo fino alla settimana successiva.
Birra, vino, cioccolato. Bene, i generi di prima necessità ci sono.
E poi farina, of course, visto che sto sfornando come il piccolo mugnaio del Mulino Bianco sotto metanfetamine, il lievito è il nuovo Santo Graal e manco ci provo, e poi yogurt bianchi magri 0,1%, che con le gocciole sono la morte sua, le gocciole – appunto -, tisana drenante per i sensi di colpa, sofficini, cornflakes integrali e maionese.
Ooooh, eccoci, frutta e verdura. E qui è iniziato il vero dramma: intanto per aprire la busta con i guanti in lattice mi sembra di avere il ballo di San Vito, mi contorco, sbuffo in sta benedetta mascherina e mi si appannano gli occhiali….sono sudata come Rocky alla fine della scalinata e non ho comprato nemmeno una carota, ancora. Ok, adesso dovrò impegnarmi davvero o mi chiuderanno dentro stasera e mi toccherà passare la notte sdraiata sulle casse dell’acqua minerale. Così in qualche maniera trovo la quadra, imbusto come un’ossessa, terrorizzata dal perdere il tocco magico.
È fatta. Non sarei stanca così manco se l’avessi coltivata e raccolta nel mio orto.
Arrivo alla cassa, cerco di stare ad un metro da quello davanti, da quello dietro, da quello della cassa di fianco, sono concentrata come ad una partita a scacchi, ho solo voglia di andare a casa.
Tocca a me, metto la roba sul rullo ma poi la guardo passare stando ferma che il signore prima di me sta ancora imbustando la sua e mi avvicinerei troppo. Quando ha finalmente finito ho un miliardo di prodotti accumulati al fondo del rullo e la ragazza dopo di me che mi guarda minacciosa. Io già lo patisco in condizione normali questo passaggio, soprattutto nei discount’s dove dopo la cassiera c’è uno spazio grosso come un tegolino e devi imbustare tutto subito ma poi senti “cinquantanove e ventidue, grazieeee” e quindi devi pagare ma così perdi il ritmo della produzione e mentre metti a posto il portafogli, la cassiera sta già iniziando a passare la roba di quello dietro…figuriamoci ora con i guanti (sempre loro, maledetti!); vi risparmieró quindi i dettagli per salvaguardare la mia dignità.
Bene, carrello pieno, occhiali appannati. La mascherina e gli occhiali sono mortali, sembra di vivere nelle brughiere irlandesi ma con meno pecore, conto in banca traballante.
Carico la macchina, chiudo la portiera e tiro il fiato : mi serve solo un pò di tempo per riprendermi. Non voglio pensare all’arrivo a casa. Ma quella è un’altra storia.
Francesca
Contributo di
, 16 aprile 2020 22:54.
Cara Francesca,la tua avventura per poterti approvvigionare dei prodotti necessari alla tua vita quotidiana, leggendola come tu l’hai postata e’ divertente,ma mi sa che questi comportamenti si dovranno tenere per diverso tempo,e ci dovremo abituare a tutto cio’ che tu’ hai descritto,a me’ viene l’ansia pensare che una volta finita la prima fase e ci daranno la possibilita’ di uscire di nuovo, questo incarico come lo era prima dell’ arrivo del virus,sara’ di nuovo mio,spero solo che alle prime uscite non mi debba ritrovare senza scarpe hai piedi,o per l’ansia da spesa al supermercato,in uno stato ancora peggiore.!!
Caro Gianluigi, si ho voluto esagerare un pò con la descrizione delle mie avventure da supermercato, l’ho fatto per farvi sorridere e anche solo per pochi minuti, strapparvi una risata. Spero di esserci riuscita. Purtroppo so che dove vivi tu c’è poco da ridere, sono momenti bruttissimi per tutti ma da voi a Bergamo sono tragici. Ti ringrazio e ti abbraccio attraverso questo schermo.
Cara Francesca ,ho la fortuna che i miei figli un pò di spesa me la fanno e la fortuna che ho un supermercato al quale mando una bella mail con tutto l’occorrente, fisso un orario e senza far fila mi trovo il carrello fatto pago con la card e via….5 minuti , possibile che in Piemonte non sia ancora arrivata la spesa informatica !?! Vedo che cibarie importanti sono birra e vino , hai ragione siamo chiusi in casa almeno un pò di allegria, però anche tu sei sponsorizzata da Barilla !!!!!! Ovviamente scherzo, devo ammettere che anche io , guidatore da una vita, mi sento un non so che di proibito con la mascherina che mi appanna gli occhiali e questa atmosfera prevcaria(avrò tutti i documenti giusti? Che multa prenderò ? Mi arrasteranno ?) Prendiamola allegramente , anche perchè non si può fare altrimenti.
P.S. Ho deciso di disegnare sulla mascherina un naso , la bocca e le guance colorate , mi faccio effetto da me stesso con questa pezza sulla faccia .
Franco ma veramente ci credi così arcaici e arretrati qui in Piemonte? Certo che anche noi facciamo la spesa on-line, paghiamo con card e via….il tutto in 5 mimuti con un solo click. Ma dai, non hai colto l’ironia del mio scritto, il tono sottile e caricaturale. Vabbè, adesso che io ho postato la mia foto con mascherina annessa sono curiosa di vedere la tua disegnata. Perciò mandamela e io la pubblicherò. Anzi chiedo a chi volesse fare altrettanto di inviarmi le loro foto con mascherine e io le pubblicherò tutte, sarà un bell’album ricordo.
ciao Francy il tuo racconto sembra fantascientifico, scitto in modo ironico, tanto da strapparci un sorriso – ma questo è Purtroppo il tuo racconto sarà valido x tanto tempo ancora. la fase 2, sarà, possibilmente, non migliore della fase 1 parlo della vita naturalmente
Cara Carlina, si hai ragione il mio racconto ha dell’assurdo e paradossale, e anche se ho esagerato un pò stiamo vivendo più o meno così. Un’avventura che mai avremmo pensato di attraversare. Per ora non se ne vede spiragli, speriamo presto. Grazie ti mando un abbraccio.
Brava Francesca,sei sempre meravigliosaaaa,,,,ciaoooooooooo
Una sventura inenarrabile, dalla quale non usciremo se non dopo che abbiano trovato il vaccino. Ma nel frattempo il mondo sarà crollato in tutti i suoi aspetti. No, non riesco a ridere per quello che ci è capitato.
Ciao Francy giusto questo post, ma purtroppo sai bene c’è poco da riderci sopra tutto il traffico che abbiamo per andare fare la spesa, una volta alla settimana. partiamo dalla maschrina che fa sudare il naso i doppi guanti, i nostri e i suoi che troviamo al Supermercato,puoi immaginare con il caldo come usciamo sudati,la noi delle file prima e dopo alle casse, stare attenti alle distanze, vorrei dire giustamente certo francy questo sistema di vestirsi di plastica per fare gli acquisti, ma e giusta la prevvenzione perche’ questo Covid-19, non scherza perche’ ci sono molti portatori sani percio’ siamo sempre sotto tensionee e rischio, la fatica e la noia ne ai parlato bene giustamente, sembriamo dei Marziani, ma i tempi di liberta’ sono ancora lontani, ma quello che ci spaventa è che questo virus vivra’ con noi in tutte le stagioni.In attesa del vacino sempre che sia quello giusto, Noi saremo le cavie e questo che spaventa. I prezzi dei Supermercato stanno lievitando , certo che dobbiamo abituarci come in tempo di guerra, anche se non l’abbiamo vista e provata.che dire francy dobbiamo andare avanti come tutti, siamo immuni nel decidere cosa fare. viviamo nella speranza che questo virus si fermi basta morti, peggio dell’ultima guerra che abbiamo studiato.Un caro saluto francy e buona giornata a te- grazie.
Cari Lorenzo e Giannina. Si, avete ragione, io l’ho buttata ironicamente sul ridere ma c’è poco da stare allegri. Come giustamente dite voi, oltre alle notevoli difficoltà di gestione del Covid19 che non dureranno poco, c’è da fare i conti con l’economia che sta crollando. Tutto aumenta, gente che perde il lavoro, attività che chiudono. Come sarà il domani amici miei? La vedo proprio brutta o sono solo io ad essere pessimista?
Grazie Lorenzo, grazie Giannina, un forte abbraccio a voi.