Girando nel web ho visto questa foto e il mio cuore ha avuto un forte sussulto. Quante volte ho pensato a quel treno, non per fare dei viaggi, però. Lui mi ha scaldato,mi ha protetto.E’ vero, noi bambini davamo l’assalto a quel treno come poi più tardi ho visto fare al cinema dai Gangster, ma era diversa la motivazione, loro per avidità noi per freddo.
Si, quel treno vecchio a carbone che sbuffava per tutta la città, noi bambini lo aspettavamo, era pieno di carbone cookie, lo portava alla fabbrica del gas, infatti il gas prima del metano si faceva con il carbone dove operai erano addetti agli alti forni.
Ritornando indietro con la memoria, ricordo che ero l’unica femmina a rischiare di salire sul treno in corsa con un grosso sacco dove mettevo la refurtiva( cioè il carbone).
Eravamo come le lepri, veloci a scappare se venivamo scoperti. Ma alle volte, alla guida del treno c’era un certo macchinista che invece di mettere il carbone nella caldaia del treno lo buttava per terra, così i più piccoli potevano riempirsi il sacco.
E hanno messo anche il vigile motorizzato a sorvegliarci, ma lui chiudeva tutti e due gli occhi, su dieci vagoni carichi di carbone, anche se ne prendevamo un pò che male facevamo.
Un giorno nella garitta del vagone mi son presa uno spavento che non ho più dimenticato. Ero con il mio carico di carbone, molto pesante. Avevo riempito tutto il sacco, erano circa 50 kg. All’improvviso salta dentro un uomo che mi vuole prendere il sacco, non si accontentava della metà, lo voleva tutto ed io per non prendere botte, come mi aveva minacciato, glielo diedi.
Ricordo che anche se mi aveva fatto del male quando venni a sapere che era rimasto sotto il treno mi dispiacque veramente.
Lì dovevamo essere lesti, agili, attenti e solo noi bambini avremmo potuto fare quello.
La stufa, che era una latta della salsa ( ve la ricordate quella da 5 kg?) era rossa dal calore del carbone e noi nella stagione delle castagne, con una padella bucata dopo tanta fatica, ci si sfamava e ci si riscaldava grazie al carbone del treno.
Alba
Contributo di
, 6 marzo 2019 22:12.
Alba è sempre bravissima nel raccontare questi episodi che sanno tanto di neorealismo, di “ladri di biciclette”, di “sciuscià” . Un Italia povera e distrutta del dopoguerra , con le auto a carburo (sempre con il carbone) ,l’UNRRA , le coperte militari , le am-lire ….insomma roba da ottuagenari !
Uno scorcio di vita vissuta. Bello perché vero. Grazie all’amica Alba. Questi fatti ci fanno vivere e sopravvivere. Ciao, Alba.
Cara Alba, il titolo del tuo post,mi ha’ incuriosito subito.IL TRENO DEL CALORE.Leggendo il tuo post, sentivo i brividi sulla pelle, eri poco piu’ di una bambina,stavi gia’ provando un scorcio di vita vissuta.Eri gia’ una donnina, era un periodo del dopoguerra molta in crisi la nostra Italia. Ammiro il tuo post, per la bravura di portare a casa cose necessarie per ripararvi dal freddo e non solo. Un sacco carbone è pesante ma te riuscivi trascinare a casa il piu’ possibile non cibo, ma cose utile per non soffrire il freddo.In periodi che l’Italia era in poverta’, dunque coraggiosa, ma questa esperienza ti ha servito nella tua crescita, anora oggi sarai una donna forte coraggiosa,le coperte militari per riscaldare il vostro letto ecc..ecc..Alba che dirti sei stata Bravissima E questa triste esperienza ti ha aiutato a crescere. una donna forte e vera.Ancora oggi lo sei.bello il post, e brava Alba.Complimenti un saluto per te, ciao
Caro carbone, brutto e nero ma quanto calore hai sempre dato, quante anime hanno scaldato i loro inverni al tuo cospetto e in sinergia con l’acqua quanta energia hai erogato per far camminare i treni con le locomotive a vapore… una storia lunga dell’umanità. Grazie Alba, sempre brava a ricordare il nostro vissuto di miseria ma ricco di tanto calore umano e di calore del carbone, ciao.