Perchè le coppie di un tempo resistevano così a lungo mentre oggi i dieci anni di matrimonio sono una chimera?
In realtà la ragione è molto semplice, quasi banale.
Il matrimonio dei nostri nonni era una piccola società: l’uomo lavorava per portare il denaro alla moglie che faceva la spesa e si occupava di casa e figli. Erano COSTRETTI ad impegnarsi a superare tutte le difficoltà (e a volte a sopportare delle angherie) perché non esisteva alternativa. Se l’uomo fosse rimasto da solo, non avrebbe saputo cucinare la pasta al burro e se la donna non fosse stata maritata non avrebbe trovato i soldi per comprare quel pacco di pasta da cucinare. Dovevano collaborare e conveniva farlo cercando di stare meglio possibile. Per questo nei matrimoni si festeggiavano spesso le nozze d’oro.
Oggi è molto diverso.
Gli uomini sanno fare la spesa e preparare la pasta oltre che lavorare. Le donne hanno imparato a guadagnarsi da vivere oltre che ad occuparsi dei figli e della casa. Oggigiorno, quando un uomo ed una donna si sposano, non lo fanno più per riuscire a vivere ma per RICERCARE LA FELICITA’. Per trovare una persona che migliori la loro vita. Non perché ne hanno bisogno, non perché è indispensabile. Oggi ci si sposa per il desiderano stare meglio, di essere FELICI.
Per questo motivo, quando ci si accorge che quell’obiettivo non è più raggiungibile, non si trova nessuna ragione per non divorziare. Perché ognuno sa di poter vivere anche da solo. Così ci si lascia. E spesso lo si fa anche con leggerezza, consci della propria capacità di sopravvivere anche da “single”.
Questa è la ragione per la quale i matrimoni di oggi durano pochi anni mentre quelli di cento anni fa erano eterni, nient’altro. In fondo la ragione è molto semplice.
Io non so se tutto questo sia un bene o un male, sicuramente è bene rendersene conto per capire che la FELICITA’ è qualcosa da conquistarsi ogni giorno con fatica, anche con la persona che si ama.
(dal web)
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E fu l’incanto
nel vespero sognante
come una tavolozza
strisce di rosso e giallo
in questa terra amata.
Rude , tra cielo e monti
Liguria senza tempo
cantata dai poeti
sognata dagli amanti
Paradiso di sempre.
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Si celebra oggi il giorno dedicato agli italiani massacrati dai titini e alla loro cacciata dall’Istria nel Dopoguerra.
Le foibe rimangono uno spaventoso episodio di pulizia etnica – a lungo rimosso -, qualunque ne sia la portata «numerica». Farne oggetto di propaganda è un insulto alla memoria delle vittime.
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Le 14 ! il sonno
che riposo diventa
del vecchio corpo
lungo le strade leggere
di un sogno di meriggio.
Come è monotona
la vita del vecchio
tra un po’ di tosse
e la solita pillola
che dovrebbe alleviare
la compagna dòlia di sempre.
Ma un rigurgito verde
urla la rivoluzione
bandiere e grida sulle barricate
la vecchiaia soccomba
con la spavalda gioia
di una intima giovinezza
che non vuol cedere
alle abitudini del giorno.
Vieni gioia soave
vieni almeno un poco
vieni ad illudermi ancora
che ci sia un dolce cammino.
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Vi auguro un buon fine settimana con questa bella poesia del nostro amico Antonino
Cosa resta infine,
l’ombra di un amore,
un sentimento,
la passione diluita dal tempo,
una carezza,
che ancora sa di tenerezza.
Cosa resta infine,
il tempo cambia l’esterno,
non può cambiare dentro,
così ritrovi ancora nel suo sguardo,
le mille sensazioni già provate,
mai dimenticate,
tutto ciò per cui hai vissuto,
ciò che ancora chiami amore.
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