Maria Mater Dei
sul tuo seno egli , terra ,
succhiò il frutto
di impossibile fato.
Uomo tra gli uomini
natura d’ossa e carne.
Forse , Mater dulcissima ,
scambiasti l’Angelo
con il primo pensiero
senza mediazione d’amore.
Nato per naturali vie
dove tutto ha inizio
per rispettar la regola
che conduce ogni cosa .
Mater, come tutte le madri
donasti il tuo ventre
alle peripezie del mondo
figlio tra i figli.
Egli parlò lungo le strade
e il vento portò avanti
messaggi mai dettati.
Sconvolse l’acque
di remoti tempi.
L’eco tuonò
nel rimestar dei verbi.
Profezie e previsioni
si confuser col vero.
Surgesti ad esempio
nelle icone e nei canti
umile tra le umili.
E fosti col tuo grembo
a generare l’uomo
che chiamasti Gesù.
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Nel sentiero tortuoso
del risentimento
come pietraia franosa
si incespica nei vissuti
rallentando dolorosamente
il cammino.
Perché portarsi dietro
il fardello di cose passate
che si cristallizzano nella mente
turbando sogni e risvegli ?
Il tempo guarda solo innanzi
dietro solo rimorsi e odi
che si amplificano
nella lente del ricordo
per tormentarci ancora
nella tristezza di un presente
che con un lucido ascolto
delle cose che vivono attorno
potrebbe esser sereno.
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