Pur se una volta mi hai esasperato,
fino a farmi perder la pazienza.
Pur se il nervosismo hai esaltato,
con qualche indisponenza od impudenza.
Io, non dovevo essere violento,
io, non dovevo scuoterti e dolerti.
Ma, poi, quando ti ho preso per le spalle
e, con mano dritta, ferma e tesa,
mi sono avvicinato scuro in viso,
in questa voglia mai esercitata,
mi son trovato a esame ragionato
e, ricordando il bene che hai donato,
i doni immensi dei figli miei cresciuti,
quella violenza, per raptus improvviso,
si è trasformato in carezza ed in sorriso.
Allora, anche tu, uomo debole e violento,
fai per tempo esame di coscienza
e, colto da uguale pentimento,
annulla ogni forma di violenza.
Poi, in ginocchio, come innanzi alla Madonna,
irrora,con le lacrime le mani di tua donna,
volgi lo sguardo umido, al volto suo amoroso,
(e, dopo, ancor piu’ chino)
bacia la terra che ella calpestò
Contributo di
, 31 maggio 2016 22:03.
mi rikorda la kanzone di Celentano, “Una karezza in un pugno” ,ma + ke una poesia,mi sembra uno sfogo personale……il tuo.