Sonno
Tra velate oscurità
attendo che scenda anche per me
il torpore che ristora.
Il silenzio risuona nelle orecchie tese
e il tic tac dei pensieri accende spettri.
Alzo la mano verso il buio
per raccoglier un moto
un leggero alito d’aria
che dia segno di lontane presenze.
Desiderio di sentirti
madre mia
rifiuto di un nulla senza sì.
Rimango con la mano tesa
avvertendo solo
il forte pulsare del mio sangue
unico segno di vita.
Affranto
mi lascio cadere
nel quotidiano oblio del sonno.
Contributo di
, 21 ottobre 2015 23:57.
una poesia molto delicata, che raccoglie in tutti i suoi versi dei sentimenti e dei valori nobili, trasmettendoli con suggestiva e sottile malinconia. Poema che merita, e purtroppo poco condiviso e commentato in questa finestra d’autore.
Sembra un’invocazione questa poesia. Ma il sonno è una divinità capricciosa e si lascia desiderare, soprattutto quando è agognato quale rifugio di inutili speranze. C’è però un contrasto in questi versi. Pensieri che si combattono, desideri inappagati che bussano alla porta delle emozioni, ricordi di ciò che era e che, forse, mai più sarà.
Semplicemente stupenda!!