Un mattino come tanti.
Gli passo accanto ed entro subito nei suoi pensieri.
lui scrive e pensa, seduto su una panchina di
periferia.Parte della sua anima si dissolve e si mescola con i
colori dell’infinito..E lui scrive e pensa, ma non immagino
cosa pensa.
La sua tristezza ora e’ anche la mia, la sua
malinconia mi assale..Forse gli anni che ha trascorso da solo pensando soltanto a lei.
Vorrebbe che gli donasse almeno un piccolo pensiero,
ora che non sa se potra’ rivederla piu’..
L’ha lasciata tanto tempo fa, nel suo lettino di sogni
avvolta nel suo bianco candore.
Ora lui piange e scrive; la sua casa e’ questa strada
ed il suo salotto e’ una panchina illuminata dalle stelle.
Io vorrei domandargli se soffre o se e’felice cosi’,ma lui
non puo’ vedermi e non puo’ ascoltarmi.
E lui scrive, scrive per la sua liberta’ che difende, per questa sua malinconia colma di rimpianti
Qualcuno come me ancora lo osserva
mentre scrive fiumi di parole, che sembrano
note di una sinfonia, su una manciata
di fogli spazzati dal vento.
Ora il suono acuto di una moneta
lo risveglia per un istante dai suoi pensieri.
ma lui scrive, ancora scrive questa sua lunga lettera
che raccoglie tutto il suo dolore e sa che non arrivera’ mai
a lei , ma potra’ solo rimanere nel suo grande cuore..
Contributo di
, 16 marzo 2015 15:07.
Pensare, ripensare, scrivere, soffrire. Perchè? La tua poesia, Luigi pone interrogativi che spiazzano, ai quali è difficile dare risposte. A volte la ricerca della libertà può essere una scelta illusoria, perchè pone limiti che generano rimpianti e, per quanto, la cerchi, non trovi una ragione a questa scelta. Ma si è trattato, poi, di una scelta..?
Rileggendola, le condizioni mutano continuamente. Interpretazioni che lasciano posto alle più disparate e irragionevoli conclusioni.
Molto, molto profonda e significativa, complimenti Luigi!
Bello il video, appropriato al testo per la sua musica dolce…Sono stato curioso e attento testimone della scena che ha dato spunto a questo componimento…certamente gli interrogativi che pone e l’interpretazione che si dà di essa sono molteplici, cosi’ come poliedrica e’ la chiave di lettura che ho dato alla mia stessa immaginazione..Daltronde ,quando una persona sola, senza dimora,seduta su una panchina scrive una lettera e lo fa con una enfasi, da cui trapela una sorta di mistero, o addirittura di palese esplicitazione del suo senso, ogni pensiero puo’ avere il suo epilogo nel suo immaginario ed e’ bello che sia cosi’…
Luigi,i tuoi scritti hanno sempre qualcosa di profondo e di vissuto negli altri! Il tuo protagonista, che io amo sempre definire ” l’inquilino della strada ” e non in altri modi che ritengo offensivi, pensa, riflette, soffre e scrive, scrive, scrive………! E’ un poeta, no!, uno scrittore, no! un UOMO che cerca qualcosa intorno a sè! SI’. In ognuno di noi, c’è un po’ di questo! Grazie, Luigi
lirica struggente,emotiva,complessa e densa di significati e di rimandi complimenti
Osservazioni accurate e profonde sull’animo e sulla solitudine umana! Un uomo che io chiamo sempre ” un inquilino della strada”, perchè gli altri appellativi che vengono usati mi paiono irriverenti e offensivi, scrive, scrive e scrive…… i suoi pensieri,le sue angosce e i suoi desideri! E’ un poeta? No! E’ uno scrittore? No! E’ un essere umano che ha necessità di liberare il suo cuore dai pensieri tristi che lo affliggono! Mettiamoci un attimo al posto suo e riflettiamo. Grazie Luigi!
un grazie a voi ed un carissimo abbraccio…