“La Trasfigurazione”,olio su tavola(405x 278 cm) Ultima opera di Raffaello, esposta nella camera ardente
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Eccoci di nuovo
a contare i morti,
una cosa che
ci riesce bene,
alla quale siamo
ormai abituati,
cambia solo lo scenario:
Liguria, Toscana, Sicilia,
Campania, Abruzzo.
Il dolore invece no,
sempre lo stesso,
intenso, schiacciante,
colpisce chi ha avuto
sottratti gli affetti,
da una calamità,
ritenuta naturale,
o dalla solita incuria,
di chi ha l’onere,
di fare in modo
che ciò non avvenga,
anche questa una calamità,
perchè non ci sarà
chi per tutto ciò
alla fine pagherà.
Eccoci di nuovo
intorno a quelle bare,
solo qualche
lacrima di circostanza,
un fiore posato,
in fretta prima di andare,
la fiera dell’ipocrisia
offerta da chi sa solo parlare,
badare solo a se stesso,
senza conoscere
la parola governare,
dimenticando chi,
nella tragedia,
ha perso pezzi
del suo cuore.
Eccoci di nuovo,
tutti andare avanti,
incontro a un altro giorno,
sperando che questo
possa cambiare,
che questa funebre conta,
possa cessare.
Autore:antonino8.pa
Contributo di
, 31 ottobre 2011 06:20.
Al peggio non c’è mai fine, si dice, perchè dopo una catastrofe ce ne sarà un’altra. E chi non perde pezzi di cuore in queste tragedie è convinto di essere immortale. Cesserà questa funebre conta ma solo per far posto ad altre. La tristezza delle considerazioni lascia il posto alla sofferenza per l’inutile sacrificio degli innocenti.