Respiro aria quando sei con me ,
immergo i miei pensieri
in stelle cadenti .
Lego una fune al cuore
e aggancio l’estremità
a te che sei la mia stella.
Sospiro con i miei sogni ,
e quando mi risveglierò
la tua luce avrò.
Assaporo leccornie
del tuo frutto,
mentre altre stelle
stanno a guardar.
Complicità e fatalità,
siamo noi in questo
tramonto stellato .
autore: miki
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Carissima Simona , tantissimi auguri dal blog Poesia: In questo bellissimo giorno di festa ,con immenso piacere ci uniamo a TE , IN UN CALOROSO E AFFETTUOSO ABBRACCIO . Un bacione SIMONA ……..
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A te che ascolti il tuo silenzio,
le tue parole che nessuno capirà mai .
A te che ogni sera ti addormenti felice
con le tue incertezze e insicurezze,
e, come ogni mattina, pronta a sbagliare
per tutti i sogni della tua mente.
A te che non senti e non vuoi essere niente,
libera la tua mente ,
libera in te quello spirito di sogni tranquilli ,
tu che senti il niente, guardati intorno
c’è ancora qualcosa di meraviglioso.
Soprattutto ora che è primavera ,
ascolta l’armonia dei cinguettii di passeri,
alberi e prati che al loro rifiorire
emettono fragranze sottili
deliziandoti il cuore.
Sii te stessa, non essere un niente ,
fai parte anche tu di questo
immenso amore .
Autore:miky
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Allungo una mano lassù nel cielo,
cercando un volto di bimba .
Nell’incantevole azzurro una scia
d’aereo dipinge il suo volto
e i suoi occhi verde mar.
Vola sempre più alto ,
la dove l’orizzonte finisce
la bimba arrossisce
tra guanciali di nubi
al suo principe
che la porta lontano.
Non arrossire piccola Giuly ,
un giorno diventerai grande
ma ora rimani piccola ,
io sarò il tuo principe
o un angelo.
Segui la via poetica,
troverai sempre
Amore.
Autore: Miki
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Uno spaccato di vita vissuta da ragazzino, tra il 1951 al 1955
Sono nato in via degli Apuli al 5, una via del quartiere Giambellino,quartiere quartiere di edilizia popolare, sorto a Milano nel 1941.Abitavamo in due locali: sala, camera da letto, bagno e un cucinotto, scala f 2°.
Io sono nato in casa, come tanti bambini. Allora si usava così.
Come tutte le famiglie di quel tempo, la mia era numerosa. Cinque figli, papà e mamma. Famiglia mono reddito si direbbe adesso. Mio padre faceva l’idraulico mia mamma casalinga. Nel cortile di via degli Apuli, le famiglie erano molto eterogenee, poche con uno o due figli, le altre numerose come la mia . All’orario di gioco, il cortile si riempiva di bambini. In via degli Apuli al 5, sera formato un gruppo di ragazzini quasi tutti della stessa età tra il 1943/44. Stefano Negri (che sono io),Gianni mio fratello,Gianni Cioffi, mio dirimpettaio,Giovanni Grizzetti, Armando Zambon,Rocco Juculano, Dante Gesvi, Antonio Belloni e Franchino Gessaga, rimasto poco tempo in via Degli Apuli. Al mattino si andava a scuola tutti insieme, facevamo gruppo come si dice. All’uscita della scuola ci si aspettava, per andare tutti assieme verso casa. Quel giorno del 21 marzo del 51 noi ragazzi eravamo tutti assieme:una bella giornata di primavera,ma spirava un fortissimo vento. Si faceva fatica a stare in piedi e allora mettemmo in fila indiana per proseguire. Di solito passavamo sotto il muro di mattoni rossi di via Don Murialdo. Quella volta, cambiammo marciapiede per proteggerci dal vento. Era quasi l’una,quando,nel marciapiede di fronte, all’improvviso il muro di mattoni rossi crollo di schianto, seppellendo tredici bambine anch’esse i uscite di scuola. Immediatamente arrivarono sul posto Pompieri e ambulanze. Ma tutto fu inutile per le povere tredici bambine.
Noi ragazzi mossi da curiosità ci fermammo a guardare le operazioni di recupero dei poveri corpicini, senza accorgerci che stavamo tardando il rientro a casa. Nel frattempo, i radio- giornali davano la notizia , senza specificare il sesso dei deceduti.
Quando i morsi della fame si fecero sentire, ci decidemmo ad avviarci verso casa. Ad accoglierci trovammo le nostre mamme in lacrime convinte che fossimo rimasti anche noi sotto le macerie : non era mai successo che alle 2 del pomeriggio non fossimo ancora rientrati a casa . Riavutesi dallo sconforto ,le mamme cominciarono a menare schiaffoni a tutti noi, urlando: cosi imparate a venire a casa subito>>.
Al prossimo racconto ciao Stefano 43
Autore: Stefano 43
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