Il mio eterno mare,
calmo e trasparente,
Entravamo in acqua
La mano nella mano
Tutto intorno sorrideva:
L’onda di risacca
Il verso stentoreo
Di gabbiani in volo
Pronti a ghermire
Il pesce di scarto.
I giochi sulla spiaggia,
I corpi abbronzati
Dal sole d’agosto.
La tiepida carezza
della brezza di mare
Fra i capelli.
E la sera sulla spiaggia,
La luna piena,
Il fuoco di un falò.
Momenti felici,
Vivi nei ricordi.
Un lampo
E poi la notte
Non sono nostre
Le orme sulla sabbia
La luna è intristita,
È spento il fuoco di un falò,
Invano la mano
Cerca la tua mano.
Eravamo giovani
Sei andata via
Ero un’avventura
Un giocattolo da usare
Per il tempo di un’estate.
Vorrei sapere però
perché conservi
Una rosa avvizzita
In un libro di latino.
Contributo di
, 17 novembre 2010 04:34.
Versi che scorrono sotto i nostri occhi, ma che ci portano indietro alla nostra giovinezza. Pare la storia di un rapporto leggero ed estivo che non coinvolge troppo i protagonisti, ma……… gli ultimi due versi hanno fatto sobbalzare la mia attenzione ” una rosa avvizzita in un libro di latino “. Non la solita viola, il consueto “non ti scordar di me ” , ma una appassionata rosa, fiore tipico di un forte sentimento , durevole , ” corposo ” nel tempo e nella distanza.Questo è il vero tocco dell’ottimo poeta che, in due versi, ha espresso ciò che precedentemente aveva , delicatamente , tracciato.
Che struggenza mi hai fatto venire Flavio!!…Mi hai riportato indietro di tantissimi anni…Credo tutti i ragazzi di tutti i tempi hanno una storia come questa da rivedere sfogliando l’abum dei ricordi e delle emozioni.
Belle immagini di gioventù e di gesti e comportamenti legati ad essa.
Io una risposta potrei azzardarla al tuo interrogativo finale..molti amori ci attraversano, diversamente riposti nel nostro cuore, ma quelli non avuti interamente, ci apparterranno per sempre.