La vita come una pozzanghera, dove si specchia il tramonto di un giorno uguale a tanti.. seduto nell’infinito silenzio..vedo il film della vita.. la mia.Dicono che era un venerdì, ore 16..un vagito nella sala.. .Che strano si nasce e non si sa dove, il paese ,la nazione.. la famiglia.. si nasce è inizia un duro lavoro.. vivere. Gli anni..passano, ricordi color rosa , mia madre mi teneva per mano..mio padre un bacio sulla fronte..crescerai.. diventarai uomo..uomo fra altri uomini..e tutto sorrisi e abbracci.. poi un giorno tutto cambia..ancora un ragazzo resti solo nella vita, una vita che non conosci..quei sorrisi e baci non ci sono più,quei volti che amavi..si sono persi là oltre le nuvole..insieme a tante parole..che non hanno avuto il tempo di uscire dal cuore. Sei un uomo adesso..hai scelto il tuo cammino..una strada inesistente..che ti porta lontano.. da quel piccolo mondo..che conoscevi.. . Il fischio del treno, un viaggio senza ritorno..non suoni più la batteria ..non canti più intorno ad un falò in riva la mare..non ci sono più quegli occhi chiari..che scrutavano nel cuore.., non indossi più quel giaccone di pelle.., con quel berretto strano.. . Adesso sei in volo,con altri volti ,con altri occhi, pensi..dicono che non è un’esercitazione, caricatori con proiettili veri..zaino in assetto da guerra..,sei in volo chissà per dove ..e ritornano in mente le parole mai dette..e stringi la mano a quel collega che ti stava antipatico.. anche lui è li difronte a te pensa..,sei sopra le nuvole..le vedi, ogni tanto uno sprazzo di azzurro, la terra è molto lontana..non si vedono le case..ma solo agglomerati di luci colorate..,siamo sul mare adesso..com’è strano visto da quassù.. strano come quello che senti nel cuore..la paura che provi.., qualcuno guarda una foto..qualche altro controlla l’armamento..li osservo,il mio zaino è in ordine, non ho foto da guardare, le mie sono fotografate dentro al cuore.., come quel piccolo mondo..da dove arrivo..mi pare di vederlo a quest’ora di notte..,tutti dormono..solo Micillo è alle prese col suo pane caldo..,che darei per risentire quel fragrante sapore..sapore di caldo sapore di casa.., chissà se mia sorella si è ricordata di chiudere la bombola del gas.., lo dimentica sempre.., come quella volta..che ha preso fuoco..e sono andato a buttarla,nel torrente dietro casa.. . Fra 2 minuti si atterra..chissà perchè mi sento come icaro.. .
Contributo di
, 9 novembre 2010 02:05.
Teneri ricordi dell ‘infanzia, responsablità da uomo, pensieri legati alla famiglia lontana ,sotto di te le nuvole ……..e pensi a Icaro, personaggio mitologico che impersona una certa incoscenza,e troppa sicurezza.Ma tu non sei “lui”, i miti non esistono, e tu ormai sei atterrato.! Nemo, non posso far altro che complimentarmi per l’argomento , lo spirito e l’ottima forma di lingua italiana.
volare sulle ali della fantasia ti dà emozioni uniche,il ricordo del passato poi ci fa provare sensazioni di grande tenetezza.Il roblema nasce quando è il momento di atterrare………ciao nemo