Strana sensazione,
sentirmi estraneo,
quì dove sono nato.
Non ritrovare i luoghi,
di tempi andati,
visti adesso solo con
gli occhi della memoria.
Vorrei tornar indietro
nel tempo, non per
nostalgia di giovinezza,
la vita è sempre bella,
qualunque sia la
stagione che attraversiamo,
ma per ritrovar le
sensazioni di una volta.
U ciavuru di sfinciuni, (1)
per la strada, oppur
sentire la classica
abbanniata di chi (2)
prova a vender
la sua roba.
I chioschi dove bere
acqua e zammù, (3)
quelli dei gelati,
variopinte tentazioni.
Cibi di strada
difficili da trovare
cose che ormai
non ci sono più,
portate via dalla modernità,
sacrificate sull’altare del progresso.
Parlo con te che puoi capirmi.
Cu ttia ,ciuri di sta terra, (4)
chi capisci nzoccu vogghiu diri, (5)
mi ritrovo a guardare
quest’album di fotografie,
dove ogni immagine
è una piccola parte di me
che è andata via.
( Dedicata ad una persona
che possiede grande forza
d’animo e sa trasmettere
una grade positività)
(1) (odore di sfincione,
caratteristica pizza siciliana)
(2) (grida dei venditori
ambulanti per pubblicitare
la merce)
(3) (acqua e anice, tipo
di liquore che si allunga
con l’aqua)
(4) (con te fiore di questa terra)
(5) (che comprendi cosa intendo dire)
Contributo di
, 31 ottobre 2010 00:02.
Antonino..questa poesia mi porta lontano con i pensieri …. trasmetti senzazioni e riflessioni…DELLA MIA SICILIA….GRAZIE,,ANTONELLA
antonino, tutto questo mi ripirta a quando da ragazzini(i miei fratelli ed io)andavamo con i genitori a castellammare di stabbia, ed ogni mattina prestissimo ci svegliavano i richiami dei contadini che portavano per le strade le loro merci, erano per me come un canto. poi mio padre ci portava per la città e, si vendeva di tuto in quelle belle strade costeggiate dal mare, perfino cannolicchi e cozze in grossi bidoni con limoni dolci e profumati accanto.come mi piaceva. nalla mia città invece ricordo con nostalgia gli zampognari che nel periodo di natale ancora notte mi svegliavano con il suono maraviglioso delle cornamuse , ed io, nel mio letto e, in seno alla mia famiglia ero racchiusa in uno scrigno beato.
Quanto l’ami Antonino????…Questa volta non canti l’amore per una donna bensì per la tua città: Palermo.
Si percepisce il tuo rammarico, il tuo dispiacere a causa della modernità che sta soppiantando gli usi, le abitudini, la tradizione ..ma non si sbiadiscono in te il ricordo, i profumi, le sensazioni.
Palermo è la città italiana in cui, più che altrove, i cibi per strada sono sinonimo di gustare il territorio, le sue origini, la sua cultura.
Tradizioni e comportamenti lasciate in eredità dai vari popoli, che se da un lato ci hanno dominato, dall’altro ci hanno lasciato molto della loro cultura.
Chi non l’ha mai provato non può immaginare il sottile piacere che si prova a fermarsi nei vari chioschi lungo le vie o sul lungomare di Mondello e gustare un panino con le panelle o un’arancina e un trancio di sfinciuni o dissetarsi con un bicchiere di acqua e zammù o un bel piatto di bastarduni
( fichi d’India),o una brioche ripiena di gelato… e per chi non è vegetariano c’è il polpo bollito, il panino co a meusa e il caciocavallo, o la quarume (interiora bollite) o i ciccioli..o un cartoccino di sicciteddi fritti(seppioline minuscule) o un piatto di ricci o lasciarsi avvolgere dal fumo e dal profumo dei stigghìoli (budellini aromatizzate e arrostiti)…
E poi…Palermo è sinonimo di colori e voci..per averne un’idea, basta ammirare lo stupefacente quadro , “la Vuccirìa” di Guttuso.
L’abbannìare (grida dei venditori ambulanti per pubblicizzare
la merce) è quasi una rappresetazione teatrale, viene fuori tutta la drammaticità, l’umorismo, la fantasia di un popolo.
Io da palermitana, leggendoti, mi sono seduta accanto a te ed ho condiviso il tuo album, foto dopo foto.
Grazie, un’emozione grande!!
Ritornare dopo tanto tempo nei luoghi amati e sognati a lungo, porta quasi sempre rimpianti e attese svanite. Infatti ora la vita e le abitudini corrono così in fretta che tutto evolve e si dissolve in un attimo. Anche il quadro che ci dipingi sembra ormai una cosa d’altri tempi : conservalo nel tuo animo e nel tuo amore e ce l’avrai per sempre!
La tua poesia solleva un tema interessante.Il mondo circostante che ca mbia e con esso certe tradizioni che via via vanno scomparendo, ingenerano in noi una sorta di smarrimento e malinconia, un sentimento di estraneità e, alle volte, la difficoltà di adeguarsi al nuovo.
Il ricordo è tutto ciò che rimane del passato ma, Antonino,non è poco.
Il tempo della memoria coltivata con amore ci accompagna lungo i giorni della nostra vita: è quasi una necessità poichè quando non si sa dove si sta andando, si deve almeno sapere da dove si viene. Il passato, certo non ritorna ma se le sensazioni piacevoli delle esperienze antiche ci emozionano ancora, significa che ciò che abbiamo vissuto parla al nostro presente , lo arricchisce e rafforza la nostra identità.
Questa tua poesia,molto significativa, non smentisce il tuo modo di essere: riflessivo, sentimentale, appassionato della tua Palermo.
Bravissimo, come sempre…
Ciao Antonio,scrivi cose molto belle entrano nel cuore ,,i tuoi pensieri ,le tue sensazione i tuoi ricordi la tua malinconia,,cose mai dimenticate,,sei andato via dalla tua sicilia ma la porti nel cuore,,basta un nn nulla x scatenare sempre questo amore x la tua terramai dimenticata,,,scusa il ritardo di 4 anni ,,,ciao