Ci sono momenti nella vita, in cui ci sentiamo soli , senza stimoli.. abbandonati, ci manca anche il coraggio di chiedere aiuto ad un amico, persino a chi ci ama e amiamiamo, viviamo in piena solitudine..stanchi di quei soliti giorni, fermi come treni in una galleria, a volte..senza un preciso perchè.Li conosco quei momenti , li ho vissuti come tanti di voi, ho trovato difficile anche stringere una mano amica.. cercare un perchè per andare avanti.. . Andare avanti ..è l’istinto, la speranza che ci spinge comunque a respirare. Cento e mille volte mi sono trovato sospeso nel nulla, scrutavo l’orizzonte alla ricerca di una possibile luce, magari una piccolissima stella sperduta nell’universo.. li in quell’immenso silenzio ero re e zingaro, li mi perdevo in un cielo dai mille colori , come lontani fuochi d’artificio, fra pensieri e volti di gente perduta nelle pieghe ingiallite del tempo..sentivo voci, parole, calme e rassicuranti..erano le voci di parenti, di amici che tornano nascosti fra tanti pensieri, e mi confessano di non essersi mai allontanati.. forse ero solo io che li cercavo altrove..perchè il cervello è offuscato da mille impulsi che si accavallano istante dopo istante.Le voci.. quelle voci è come una musica che non smette mai di inventare motivi, motivi che non riesco a ripetere con la mia voce , o sulla tastiera di un pianoforte..sono motivi velati di nostalgia, mascherata a speranza quella che non arriva che non si realizza quasi mai. E’ un motivo antico tra l’amarezza e l’illusione, sospeso la dentro di me, tra i ricordi di due occhi chiari incontrati e persi..a ragione o torto, ma che non arriveranno più. Quelle voci..sembrano uno strumento dentro che suona geometrie e traiettorie, come voli di uccelli.., suona instancabile..e racconta.. . Vorrei guardare in faccia questo musicista narratore, vorrei potergli dire tante cose..ma lo so, tacerei, se quel volto è quello di un amico lontano, dei miei genitori scomparsi..o è quello di una stella che non brilla più.. . Mi chiedo..tu..tu non sei curioso di conoscere il volto che suona lo strumento dentro di te?..
Un amico di eldy
Contributo di
, 1 ottobre 2010 08:34.
Vero, tutti abbiamo affrontato momenti di estrema solitudine nei quali ci pareva di non essere neanche presenti a noi stessi e di sentirci svuotati di ogni sentimento. Bella la similitudine delle voci dei nostri cari che , come musica, ci soccorrono e ci aiutano a uscire dall’angoscia.Anche in questo tuo scritto troviamo ” una piccolissima stellina ” che spesso ti viene incontro e ti assiste. Che sia il direttore d’orchestra per la tua musica?
“..li in quell’immenso silenzio ero re e zingaro”..”li mi perdevo”..
“sentivo”.
Ecco Nemo, momenti di estrema solitudine sofferta, ma che sono lieviti per la nostra mente, la nostra anima. E’ in queste atmosfere che riconosciamo le cose importanti,le cose da fare, le cose da salvare: il vero senso della vita. Momenti in cui scendiamo negli abissi del nostro oceano interiore, completamente denudati da difese, compromessi,preconcetti, probabili verità. Momenti in cui ci szavorriamo del superfluo, del non valido per ripescare solo ciò che è stato rassicurante, coloro che ci hanno amato, sfiorando con la carezza del cuore i ricordi..e i ricordi ci parlano, si materializzano, ci consolano e ci aiutano a sperare..e noi ?…Noi che in quel momento sembriamo insensibili, assenti…in realtà siamo i pianisti di quella melodia.
Caspita, i tuoi racconti sono quadri a tinte forti, alla prima vista mi stendono procurandomi una fitta..poi riguardandoli mi accorgo delle bellissime pennellate di vividezza, delle sfumature leggiadre,dei particolari delicati. Sei bravissimo, dal..e con..