Guardare la luna…
Occhi sgranati..su un cielo trapunto di stelle,una luna gigante si specchia sul mare che sembra d’argento. Il rumore delle onde sembra cantare un’antica canzone. Il cuore ascolta..e vaga lontano, non chiede..sfoglia le pagine della memoria. E mi teneva per mano..mia madre..quel giorno di ottobre..il primo giorno di scuola, grembiule nero, fiocco azzurro su un colletto bianco.. . Suor Francesca..dopo cinque anni di elementari..dietro la foto di classe.. scrisse .. -fuggi sempre la compagnia dei cattivi e sarai un bravo giovane- . La morte improvvisa dei miei genitori ..orfanotrofio.. collegi vari..quei Natali trascorsi ad aspettare, seduto sul davanzale di una grande finestra, qualcuno che si ricordasse di me. Le mie fughe..e tutti a cercarmi..e schiaffi , lacrime.. anima lacerata.. .Sei un uomo ormai , perchè fai questo..la voce di mia zia..la mia preferita.., dodici anni..un uomo.. .E mi abbracciava e asciugava le mie lacrime.. la tua mamma e sempre con te anche se non la vedi.. mi diceva.. La vidi una notte..era lei.. seduta sulla sedia ai piedi del mio letto.. nella grande camerata semibuia..poi scomparve in un attimo. La sognai una notte..molti anni dopo..il suo volto era triste..mi guardava ..come per rimproverarmi di qualcosa.., la chiamavo nel sogno..ma non rispondeva. Giù al fiume..ci andavo con i miei amici..in quei giorni torridi d’afa , ne erano morti in tanti in quel punto..ma era il punto dove potevamo tuffarci da una rupe.. Chissà quel giorno forse era il mio turno, ma annegò un’altro, i pompieri lo cercarono per giorni.. .Poi la mia partenza..giorni di duro addestramento..dove ti fanno rimpiangere di essere nato.., non conta la tua vita ma solo quella degli altri.. era scritto su una parete. Le mie lettere.. non trovavano mai una risposta ..mi avevi lasciato gridando che ero carne da macello..eppure mi amavi.. . Quella notte quell’ufficiale cercava guai..,i pugni volarono e cademmo in mare.. . Lei è un pazzo scatenato, la voce del comandante,..verrà trasferito..dove può sfogare la sua pazzia.., ma non si faccia ammazzare..non vorrei tenerla sulla coscienza. E.. quanti giorni.. quante notti.., lacrime di rabbia.. amici caduti.., una famiglia da portare avanti.. , quante partenze..la morte nel cuore.. . Adesso qui in questa notte strana , ti guardo luna.. come facevo da bambino..sono quasi alla fine dei binari..scenderò al capolinea..,stanco e malato..non porterò con me lo zaino,lo lascerò sul sedile , qualcuno lo troverà,frugando, fra tante cose..ci troverà anche un sorriso, il mio… Ciao luna mi hai tenuto compagnia, insieme alle tue amiche stelle..fra poco il sole ti spegnerà..ma tornerai a brillare..quando ritornerà il buio,farai felici gli innamorati.. e me che continuerò a guardarti chissà da quale latitudine.
Autore: Nicol
Contributo di
, 23 settembre 2010 11:07.
Immaginare di essere seduti sulla riva a lasciarsi trasportare dalle emozioni che solo una notte così spettacolare può darti… ti darà nei momenti bui, la consapevolezza che non si è mai soli… basta affidarsi a a lei. La luna ti ascolta e ti consola… sempre.
E tu non smettere mai di guardarla…da qualsiasi latitudine…
Una disperazione immensa!!! Infanzia travagliata, adolescenza difficile e a rischio, maturità piena di pericoli e di minacce. Destino? Mancanza di affetto e di punti di riferimento? Anche il “scenderò al capolinea ” è per il protagonista tristezza e …….forse un sorriso di saluto al mondo. Nicol, hai cambiato totalmente l’argomento , ma penso tu abbia riportato un ottimo risultato.
Carissimo, mi hai tramesso una grande tristezza e allo stesso tempo rabbia. Si rabbia, perchè a volte sembra che la vita si accanisca in modo particolare con qualcuno. E il dolore è dolore, la sofferenza non ha altro sinonimo!
Non sò se il tuo racconto è realtà o frutto di fantasia di scrittore, ma certamente nella vita chissà quanti individui provano realmente simili cose.
Chi può capire, veramente, cos’è un Natale per un bambino, passato sul davanzale di un orfanotrofio ad aspettare…aspettare chi? E chi può capire come possa sentirsi un bambino di soli dodici anni a cui si dice: ” sei un uomo”?
Dolori, sofferenze, situazioni che poi portano altri dolori…perchè molte scelte successive, spesso, non sono scelte ma percorsi obbligati.
E poi….poi fino ai giorni d’oggi.
Penso che vivere queste esperienze sia come averne vissute tre di vite; il tempo allegro, spensierato corre veloce, quello sofferto, atteso, doloroso non passa mai, rallenta le lancette in modo crudele.
Adesso che uomo lo sei sul serio..riachippati tutto il dovuto con gli interessi! Non importa se cominci con un’ode alla luna..la vita con le sue sorprese…aspetta te.
Cara amica Semplice..pultroppo ogni mio racconto anche se a grandi linee,è stato vissuto sulla mia pelle.. . Il dolore..quello che non ha sinonimi..l’ho provato..in tutte le sue sfaccettature, sfumature…E’ vero la vita a volte sembra accanirsi su una determinata persona, non c’è un perchè ne un se ne un ma..forse destino? Io credo che non esista un destino..ma solo posti sbagliati in momenti sbagliati.. . Grazie come sempre per i tuoi commenti..dal cuore con il cuore.. .