Può farti scendere all’inferno.
Quando avrai consapevolezza che il tuo sentimento, non corrisposto, resterà solo tuo.
Sguardi cercati e mai trovati, parole dette e mai ascoltate, un’anima che vaga, prigioniera in un corpo, tra le brucianti fiamme di una disperata solitudine.
Può lasciarti nel limbo.
Navigare smarrito nel burrascoso oceano dell’incertezza, sperando di poter scorgere all’orizzonte la luce guida, un faro che possa condurre al sicuro porto dove trovare riparo per lo stanco cuore.
Ti accorgi che vorresti urlare il tuo amore nella speranza che un’eco amica possa ripetere, per lei, quelle parole che aneli ascoltare.
Ma poi taci, forse per timore di sentire solo la tua voce e rimani passivo ad aspettare.
Può farti volare in paradiso.
Quando realizzi quanto si è importanti l’uno per l’altra, che la vita ha senso per l’amore.
Donarsi senza chiedere, senza remore; amici, complici, amanti in un sentimento di perfetta fusione.
Due esseri in un’unica anima.
Allora comprendi quanto sia meraviglioso tenerla tra le braccia, perdersi nei suoi occhi profondi, baciare quelle labbra che infinite sensazioni sanno dare.
Dirle…….ti amo.
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Passata come una meteora
nella nostra vita.
Hai dato molto, parlato poco,
nessuno capiva la tua difficoltà,
adesso ti penso,
ricordo quei timidi sorrisi,
erano il tuo chiedere
silenzioso.
Non certo il mio capire,
salutarti non è stato facile,
adesso sei in un posto libero,
spero per te, meno complicato….
autore: robbi
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episodio 6
Rientro a casa,la tensione mi attanaglia,ho il cuore in gola.
Devo calmarmi,mi stringo le mani mi passo le dire fra i capelli,sospiro profondamente.
Fra poco arriva,quel pensiero mi fa gioire e nello stesso tempo tremare.
Forse una doccia calda mi calmerà.
L’acqua scorre tiepida ed io sotto la doccia penso a lui,penso se fosse qui con me ,l’acqua che scroscia,il bagno schiuma addosso,una schiuma morbida e profumata ci copre,le mie mani,le sue mani le nostre mani che ci accarezzano.
Un asciugamano per avvolgermi e poi ,e poi l’amore,l’amore ci fa ritrovare abbracciati l’un l’altro dimenticando tutto.
“No Manuela!” mi dico”No!!”
Queste fantasie non possono prendere il sopravvento,ho cose più importanti da decidere questa sera.
Devo decidere della mia vita.
Suonano le nove di sera, arriva,finalmente arriva.
Sono ancora in accappatoio,un accappatoio in spugna bianco sbottonato quanto basta per fare intravedere la coscia.
Non ho fatto in tempo a vestirmi,lo ricevo così.
Entra e come mi vede mi abbraccia,io cerco di rimanere fredda e staccata anche se la voglia di buttarmi fra le sua braccia mi pervade.
“Ciao Manuela amore mio,che c’è stasera?che succede?,perché quel viso teso e triste?”
“Niente Nicola,ti devo parlare,parlare veramente come non abbiamo mai parlato”.
Lui ,il mio lui si fa serio,sospetta qualcosa ,immagina cosa gli voglio dire,ma ,con il suo sorriso e i suoi occhi dallo sguardo profondo cerca di sdrammatizzare,di tranquillizzarmi.
Ci sediamo sul divanetto rosso,una bottiglia di vino in frigo,due calici e verso da bere.
Lui mi porge il calice per il nostro abituale cin cin ,ma questa volta è un brindisi un po’ amaro il nostro,un brindisi che mi cambia la vita.
(Continua….)
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Due giacche buttate a terra a quattro passi di distanza l’una dall’altra.
I passi il più lunghi possibile di modo che la porta dell’avversario fosse più larga. Le cartelle tutte assieme ammucchiate sul marciapiedi.
Cinque contro cinque. Quattro contro quattro. Se mancava un portiere si giocava a una porta sola : all'”americana”.
Gambe violacee per il freddo coi calzoni rigorosamente corti: quelli lunghi solo ad una certa età.
Non c’era la televisione allora che condizionava i ragazzi e il calcio era seguito alla radio prima e col transistor dopo ma, principarlmente, lo si poteva giocare in qualsiasi momento, luogo, condizione,anche con la cartella dell’amico antipatico: non servivano scarpette coi tacchetti, magliette sposorizzate, palloni firmati, iscrizioni a società, prenotare campetti. Era sufficiente essere in strada in quel momento ed avere un pallone. Se la larghezza della strada lo permetteva, la serranda del salumierie era ottima come porta, per la felicità degli abitanti dei piani superiori.
Tu no, sei troppo piccolo, potresti farti male , vedi? Sono tutti più grandi di te . Un viso imbronciato abbassato col mento a toccare il grembule nero. una lacrimuccia. Va bene dai …….. tu fai il raccattapalle.
Felice di avere il pallone di cuoio in mano correva avanti e indietro ad ogni gol, ad ogni fuori. Il prossimo anno sarebbe toccato anche a lui di giocare con i “grandi”.
Fermaaaaaaa, Fermaaaaaaaaaaaa c’è la macchina!!!!!!
Accidenti , è la terza gia che passa oggi!!!! Passata la macchina si riprende il gioco: fai fare i due salti…..
Come faranno a dare quelle testate a quel pallone cosi duro? Aveva le stringhe come le scarpe: con la differenza che quelle erano di cuoio e quando ti picchiava in fronte lasciava il segno. Dovevi slacciare le stringhe per gonfiare la camera d’aria che era al suo interno e serviva allo scppo una pompetta , pompetta che solo il figlio del geometra aveva perchè era l’unico ad avere una bicicletta e non giocava lui al pallone , la sua mamma non voleva che sudasse e si sporcasse ed allora, passava da li in bici e si fermva a guardare e a farsi ammirare.
Si è giocato ancora qualche anno in strada, poi le auto si sono rubate tutti i “campetti”, costringendo i ragazzi a spostarsi su campetti improvvisati fuori del paese, nel campetto del prete all’oratorio, in qualche piazza, finche il viglie non ha incominciato a multare .
Poi la televisione ha portato il pallone in tutte le case con i suoi sponsor, i suoi giri di soldi, i suoi miraggi, i suoi giocatori nababbi che diventavano modelli di vita. E dietro loro le veline .
Ora il calcio è arrivato in Africa : porterà miliardi e miliardi e mliardi . A chi?
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Regalami una rosa
ma non portarmi una rosa finta
non andare dal fioraio
voglio una rosa
rubata ai cancelli di un giardino
che racchiuda ancora
le gocce di rugiada del mattino
che abbia il profumo intenso della vita
una rosa che abbia incontrato la pioggia
la carezza del vento, l’abbraccio del sole, l’incanto della luna
Non importa che sia perfetta
riuscirà ad emozionarmi
anche se qualche petalo è sciupato
la bellezza non è asettica
le imperfezioni la rendono
autentica …vera …viva
Regalami un’emozione
come un violinista creami un’emozione
falla partire dalla tua anima e
fa sì che accarezzi e faccia vibrare
le corde della mia anima.
La lacrima che farà brillare i miei occhi e
che scivolerà sulla mia guancia
ti dirà che hai creato una nota palpitante
Regalami un amore
un amore mai stanco
un amore mai annoiato
un amore mai scontato
un amore che non conosce l’abitudine
Regalami la tua scelta e la tua conferma ogni giorno
Regalami l’illusione di sentirmi unica, speciale, insostituibile
Regalami fasci di sorrisi e carezze
Regalami battiti …respiri …pensieri
Regalami anche la sofferenza …il dubbio …la paura..
capirò che è amore anche questo
Come diamanti incastonerò tutte le cose che mi regalerai e
ne farò un diadema che mi farà regina e mi darà vita.
autore.semplice
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