Dedicata a Marco .
Piccina vieni , dammi la tua mano ,
ti accompagnerò.
Piccino vieni, prendi l’altra mia mano,
vi accompagnerò,
faremo insieme la strada della vostra vita.
Le mie ginocchia saranno i vostri dondoli,
la ma barba bianca vi pungerà il viso la sera quando andrete a letto .
Imparerò le preghiere per il vostro papa e le diremo insieme.
Ci coricheremo insieme sull’erba e cercheremo nelle nuvole il suo volto e cercheremo quelle che sorridono. Sarà lui .
Era bello papa: ora è lassù, su quella nuvola azzurra con la sua moto.
Mandate un bacio a papa.
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il mobbing.
Mobbing, termine inglese entrato prepotentemente nei nostri ambienti di lavoro e di vita comuni: letteralmente mobbing significa “accerchiare” ed è stato coniato dall’etologo Lorenz per descrivere particolari comportamenti animali.
Il mobbing viene utilizzato in modo scientifico da gruppi di poche persone con lo scopo di rendere sempre più difficile la convivenza con il soggetto prescelto allo scopo si rendergli la vita sempre più difficile, demansionandolo, demotivandolo, attribuendogli colpe e responsabilità non sue, isolandolo dal contesto della vita in comune .
Naturalmente perchè il mobbing possa produrre gli effetti desiderati dagli esecutori è necessario che trovi terreno fertile: caratteri deboli, insicuri, con sensi di colpa, non sufficiente autostima che gli consenta di reagire con motivazioni molto più valide dei suoi persecutori.
Cosa può spingere un gruppo di persone a coalizzarsi contro un singolo? Quale può essere la molla scatenante che permette di prendere accordi segreti, comportamenti umilianti calcolati nei confronti della vittima designata? Indubbiamente c’è la certezza dell’impunità, la complicità d chi non sarebbe direttamente interessato ma lascia che simili comportamenti possano produrre i loro nefasti effetti . Sono necessari accordi, è necessario convincere i rIluttanti magari con calunnie, inventarsi potenziali pericoli da attribuire alla vittima designata . Ci si inventa un nemico. Un pericolo. Un sovversivo che non sa adeguarsi a quella che viene considerata e presentata come la normalità.
la vittima subito non si rende conto, non percepisce. Il meccanismo è subdolo, strisciante, si accorge piano piano di essere isolato,
si rende conto ma non capisce ancora che il collega col quale scambiava la sua amicizia ora è molto più servile nei confronti di altri.
specie di chi nel gruppo ha sempre avuto un ruolo rilevante ( sia esso il capo, il collega anziano o semplicemete quello con più carisma, capace di trascinare gli altri col suo egocentrismo)
il mobbing è perseguibile penalmente ma difficilmente dimostrabile. chi lo dovrebbe e potrebbe dimostrare sono gli stessi che lo attuano.
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“Questo comportamento è stato poi rapportato ad alcuni atteggiamenti umani atti ad indebolire psicologicamente la vittima per far si che essa si autoeliminasse dal gruppo, spesso equivalente ad un’ equipe lavorativa, ad un ufficio e a molti altri ambiti sociali. Perlopiù, tali atteggiamenti si riscontrano in ambiti lavorativi in cui il posto di lavoro è gestito dalle donne e le spiegazioni sociologiche a tale frequenza sono tra le più disparate. Sta di fatto che oggi la donna in carriera risulti essere la più agguerrita nell’ambito lavorativo, disposta spesso a salvaguardare il proprio posto di lavoro e la propria autorità ad ogni costo.”
tratto da :
http://www.servizisocialiitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=81:il-mobbing&catid=62:orientamento-professionale&Itemid=77
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Esiste anche il contrario del mobbing: una personalità forte che sappia reagire con fermezza, calma, argomenti validi e convincenti
che riesca a conquistarsi consensi col suo agire onesto e fermo determinerà un’esasperazione nei “MOBBISTI” che vedranno vanificati i loro sforzi, la loro carica di cattiveria.
Per chi desideri approffondire l’argomento è sufficiente andare in rete e digitare <MOBBING>.
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Povero cuore, ti sei trasformato in claun, ridi fuori piangi dentro.. . Il tuo viso è una maschera di cera, non ti riconosco più..battevi nel corpo di un uomo, con lui hai combattuto mille battaglie, senza tremare, senza timori.. adesso sei un claun, annaspi un sorriso tra il fumo di una sigaretta, mentre piano chiudi la porta, per non svegliare chi a quest’ora dorme. Povero cuore non parli più, perso nel tramonto di una sera..ricordi chi se n’è andata senza voltarsi indietro, senza dire una parola. Povero cuore , sento i tuoi singhiozzi nel silenzio, mentre con la testa sul cuscino, stanco, vorrei dormire.. tu cerchi ancora chi ti ha graffiato, chi ti ha colpito giusto al centro.. non ascolti le mie parole..ricordi solo quello sguardo, e non serve dirti che la vita continua, che domani sarà un’altro giorno .. tu piangi e ridi nell’anima graffiata ,strappata via, violentata..da un sentimento eterno che si chiama amore.Povero cuore non ti riconosco più, sotto quel tuo vecchio trucco nascondi lacrime di sangue.. vedi il cielo com’è buio… non ci sono stelle questa notte..siamo soli io e te a tenerci compagnia..e chissà..forse più in là in quel vicolo buio ci attende la signora nera.. che claun che sei..adesso sorridi.
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Apro gli occhi e una piccola
luce risveglia in me la sensazione
di un nuovo risveglio, sento
nell’aria i profumi che mi danno
tante idee nuove, mi eccita sapere
che sono qui che mi guardo intorno,
aspetto un cenno di chissà cosa,
ed ecco la luce mi da vita, da forza
alla mia giornata, ogni essere
che vedo ora è, come se lo
vedessi per la prima volta,
sogno son desto?
Non lo so, ma resta quella luce,
brilla il mattino lassù in alto
nel cielo, dicono che porti bene,
a me è successo, vivo con
l’intensità di un bambino che
cerca nelle braccia della madre
conforto, gioia e tutto passa,
i pensieri cattivo fuggono vanno
altrove, dicono non abito più qui
meglio cercarsi un altro luogo
a cui dare aiuto. La sua luce
mi dice: vai la vita davanti è aperta,
segui la luce e sarai felice.
autore:Lorenzo3.an
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episodio 7
Lui, il mio lui mi guarda incerto, non osa pensare quello che stò per dirgli
Lui non capisce, non capisce ma sospetta, non mi aveva mai vista così seria e decisa.
Io sempre sorridente e disponibile, comprensiva a tutto, ora sono lì fredda come un pezzo di ghiaccio.
Cerca di sdrammatizzare con qualche battutina spiritosa, ma sulle mie labbra non spunta il sorriso.
Allunga la mano e mi accarezza il viso, mi accarezza i capelli, oddio come vorrei stringermi fra le sue braccia e sprofondarmi abbandonandomi in un bacio .
Mi stringe le mani tremanti fra le sue, ci guardiamo a lungo, non serve parlare.
Una lacrima mi scende sulle guance bagnandomi il viso, ha capito, ho capito.
“Manuela amore mio, non posso, non so vivere senza di te ma non posso, cerca di capire”.
Queste sono le sue parole, le sue semplici parole che sa solo dire.
Io vorrei gettargli le braccia al collo e dimenticare il vero scopo di quell’invito, ma neanch’io non posso.
“Nicola ascolta, io Ti Amo! Ma così No! non ce la faccio più!”
Lui allunga la mano, una mano grande e morbida, cerca di accarezzarmi sotto l’accappatoio.
La mia pelle profumata e desiderosa e lì, lì che aspetta lui.
Io, con uno scatto improvviso mi ritiro da lui “No!! Nicola No, mai più così! così No!”.
Ecco!!’ho detto, quelle parole tanto pensate le ho dette, non volevo mai, ma le ho dette.
Lui ingoia un boccone amaro, abbassa lo sguardo, sapendo che ho ragione e con un filo di voce riesce solo a dire,”Non posso”.
Io mi sento morire, speravo fino all’ultimo istante che quella sera, quella sera finalmente decidesse di scegliere me, invece, è successo quello che temevo, quello che non volevo.
Si alza, prende la giacca appoggiata sul divano, si gira a guardarmi con occhi sofferenti e sorriso smorzato e se ne va.
Ecco l’ho perso, il mio amore, il mio lui l’ho perso, l’ho perso per sempre.
“Dovevo accettare sempre dividendolo con un’altra donna?” Penso fra me e me ,”Ho fatto bene a prendere questa decisione ? “.
Queste domande mi torturano la mente, come farò a vivere senza di lui, senza il mio lui.
So solo che non ce la facevo più, così non riuscivo ad andare avanti, pur amandolo tanto, soffrivo troppo per le sue partenze obbligate.
Mi butto sul divano scoppiando in un pianto disperato, singhiozzo fortemente, le lacrime mi sfigurano il volto.
Piango per ore e ore .
Il mio amore non l’ho più, il mio lui non c’è più.
(continua…)
Questa poesia è stata scritta da maurizia.vi. Lascia un tuo commento qui