Sarò ripetitivo…ma non m’importa . Voglio solo dirVi che:- Mi rimane difficile lasciare commenti singolarmente,scivolerei inevitabilmente nello scrivere sensazioni già dette. Ma Vi leggo con attenzione e rimango rapito dai concetti profondi. Se mi elevassi a “critico letterario”direi che, vi è stata una crescita notevole .Ma chi sono io per dire queste cose? Nessuno ! Un piccolo uomo con le tempie ormai grige che sa cogliere il Vostro esternare .La Vostra anima , il Vostro specchio , dove ognuno di noi si può guardare, ma soprattutto confrontare. So che non è facile scrivere , si corre il rischio di non essere capiti , di essere oggeto di critica , di donare aspetti prettamente personali…Ma così è la Poesia, la Prosa … Il coraggio però, di aprire il proprio scrigno e permettere a noi lettori, di frugarci dentro. E’ un grande dono che ci fate:- Vi sembra poco?- E così Vi ringrazio con affetto. Il solito Maledetto Toscano
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Episodio 3
Arriviamo al ristorante.
Il ristorante si trova in riva al lago, un fabbricato rustico con portici antichi e tettoie in legno,aiuole fiorite nel cortile e palme altissime, in un angolo un vecchio olivo con il tronco tutto attorcigliato e a fianco una panchina in ferro battuto, la panchina degli innamorati dicono.
In fondo al cortile un muretto di pietre e sassi fa da davanzale ad un panorama stupendo .
Le luci dei lampioni riflettono sul lago rispecchiando anche le insegne degli Hotel.
Mille luci e mille colori risplendono nella serata buia.
Entriamo, un cameriere con giacca nera e farfallina bianca “Avete prenotato?”ci chiede.
“No! “diciamo noi, il cameriere ci accompagna ugualmente al tavolo.
Un tavolo appartato con una tovaglia color salmone lunga fino a terra, fiori bianchi nel mezzo e posateria in argento.
Accende una candela che profuma di vaniglia e si allontana per lasciarci soli.
Finalmente soli,in quella serata stupenda.
Ceniamo, cena a base di pesce e vinello bianco freschissimo, ad ogni sorso facciamo cin cin e ci sorridiamo scambiandoci sguardi e sfiorandoci le mani.
Le dita si toccano e il cuore comincia a battere confondendosi l’un l’altro .
Ci guardiamo, uno sguardo lungo e profondo e poi :”Manuela amore mio, che dici, ce ne andiamo??”
“Si Nicola! non resisto più qui, non resisto un attimo di più, andiamo”, noi abbiamo capito.
Il davanzale di pietre e sassi è troppo romantico, un bacio è di dovere, ma il nostro bacio è così profondo che per qualche istante siamo assenti lontani, in un altro mondo, un mondo invisibile, un mondo che solo noi conosciamo.
(continua ….)
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Nel mio camminar col sole,
un ombra d’indaco segue i passi
ove io vada.
Passi su passi al tramontar del sole
ombra scompare.
Or la mia mente libera,
presenza d’angelo avverte
nell’animo.
Angelo bianco dai riccioli d’or
e ali in piuma.
M’accompagna la dove
la purezza umana gode.
La dove il cielo scompare all’orizzonte.
Angelo mio, vorrei volar
Con le tue ali per salpare
su quella nave, portami lontano
magari sull’eden, a trovar
tutti i mie cari .
S’ode strilli di trombe
e campane a festa,
torna presto
mio angelo bello.
Autore: Miki
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I POVERI
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La provvidenza di cui la società moderna dispone, e come le quali ogni giorno di più viene incontro a ogni categoria di persone e a ogni difficoltà di vita, ha reso meno tragico, se pur resti sempre molto grave, il problema.
Se noi pensiamo al povero, la nostra mente corre sempre verso il misero che ti chiede l’elemosina sulla porta della chiesa o che ti bisbiglia”ho fame!”nella strada solitario…Ma il vero povero, quello che più difficilmente si riesce ad aiutare,è quello dalla vita piena di dignità, quello che si misura il boccone ogni giorno, che non chiede l’elemosina, ma che tira a vanti con una pensione irrisoria o magari senza nemmeno quella! Povera è la vecchiaia cui un figlio egoista dà le briciole del suo discreto benessere, poveri sono quelli che piangono in silenzio, che non protestano, non imprecano contro nessuno; quelli che ancora hanno la forza di sorridere, che fidano nella preghiera, grati del poco aiuto, del poco lavoro, vergognarsi di essersi ridotti cosi, essi che, generalmente, hanno conosciuto tempi migliori.
E’ molto difficile aiutare questi poveri senza ferirli nella loro estrema dignità: evitando perciò dei debitori di gratitudine, minimizzando al massimo il poco che, noi fortunati, possiamo fare per i nostri simili.
E non chiediamo mai al povero la riconoscenza,né pensiamo che egli dovrebbe averne!E’ cosi pesante ricevere,e cosi bello dare!
Ricevere presuppone il fallimento; dare presuppone il successo .
Questo ci basti per essere grati a Dio: essere fra quelli che possano dare, e non tra quelli che debbano ricevere.
Penso che anche una rapporto di amicizia ci dovremmo porre come ricevere e dare, perché ci aiuta a capire l’altro, e porsi con umiltà .
Vi ringrazio anticipatamente per una buona lettura inviandovi un forte e cordiale saluto ciao
cicco53
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