è bello la mattina , fatta colazione,
sedersi un po al pc, aspettar la connessione,
cercar fra le altre icone, Maria che confusione!
l’immagginetta verde, col lungo suo nasone,
fai clic e aspetti un poco col cuore trepidante
secondi interminabili che corra l’elefante,
che corra ad annunciare in chat il tuo arrivo,
sai già che tu entrando ritroverai il sorriso,
ritroverai amici lasciati il giorno prima
scorri i nomi a destra, il tuo è lassù in cima,
cerchi affannosamente quella col nik strano,
non è a teatro e pensi, provo al bar , e piano
quasi furtivamente pigi, la scritta torna indietro,
scorri veloce i nomi , quello non è sul vetro
del monitor imperterrito che dice verità
quella che tu aspettavi fin’ora non ci stà .
non credo sia in piazza, la non ci va mai,
è inutile che provi , non ce la troverai .
ma il cuore batte forte e … forse c’è dell’altro.
vado a provare in piazza , ci faccio solo un salto,
vado su torna indietro e pigio sulla piazza,
è il primo nik che vedo… ride come una pazza.
mi sento come un bimbo a cui hanno rubato,
dopo una leccata, il suo cono gelato.
entro di prepotenza e grido il mio buongiorno
convinto che tutti vedano e che mi siano d’attorno,
un timido saluto, da un nik che non conosco,
aspetto ancora un po, se non mi vede esco.
quello che altri scrivono distrattamente leggo
se non mi vede ora per lei sara il peggio
starò almeno un mese senza che tu mi veda,
distruggerò il computer per questa tua offesa.
e mentre a questo penso per fargliela pagare,
tre volte il nik mio in mezzo agli altri appare.
un nuovo nik mi chiama, un nome sconosciuto
è me che sta cercando, non sono ancora uscito,
rispondo alla chiamata, ha in nik accattivante,
le chiedo qualche cosa, con lei sono galante,
mi sto scordando che, non era lei il motivo,
mi sto scordando che, finora ci pativo.
sto riversando ora un fiume di parole
vecchie di cento volte dette a chi le vuole.
e non mi sono accorto, che è uscita dalla stanza,
scrollo le spalle e dico, non mi farai mancanza.
la chat è anche questo: devi essere scaltro
appena muore un re subito si fa un altro.
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chi sei? dove sei?
chi c’è dietro quello schermo?
altri schermi, piatti. vecchi , nuovi ,
dita frenetiche che battono su tasti sconosciuti,
parole che volano nei fili,
pensieri,
capi canuti che si fingono neri,
illusioni ,
età dimenticate,
solitudini abbandonate,
amicizie trovate,
sorrisi finti,
invidie vere,
sentimenti spinti da cosa?
perchè si nascondono,
perchè si confidano ?
amori veri,
amori per gioco,
delusioni,
amicizie appena nate
amicizie gia finite,
promesse non mantenute
parole date
chi sei ?
da dove ?
perchè?
ore interminabili su tasti sconosciuti.
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No non stasera.
Questa sera non posso,
ho messo il naso finto e le scarpe grosse,
ho imbiancato il viso come sempre
e disegnato un sorriso enorme,
come tutte le sere,
un clown non può essere triste,
il clown regala sorrisi,
non ha un’anima il clown,
Bimbo questa sera ti chiedo scusa,
quelle sul mio volto sono lacrime vere.
Non mi chiedere di farti ridere,
non questa sera,
Domani,
quando il mio angioletto sarà lassù.
Domani .
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Come puoi creder di vivere
col letargo appeso alla coda
e i pochi baratti quotidiani ?
Cibo e natura come moneta –
ma non ho più di te –
sopravvivere in fondo
sapendo però di farlo –
ecco la differenza –
ma non guardarmi così –
la verità non si trova
nel fondo di un barattolo –
o forse sì –
è solo questo che voglio
rincantucciarmi e basta –
non pensare , ecco tutto
Autore: Francomuzzioli
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