Il brontolio nervoso del cielo
squarcia il silenzio della valle;
un vento freddo da nord
picchia violento sui vetri,
spazza via la bruma del mattino
e mostra nuvole nere all’orizzonte.
Indugia nell’aria l’antico frastuono
e una ostinata pioggia scrosciante
scuote la quiete di silenzi sonnolenti
mentre inondata da cascata di dubbi
la mente abbandona sicure certezze
vecchio rifugio di sogni ed illusioni.
Svanisce ogni barlume di speranza
Per inevitabile patetico consenso
A una resa senza condizioni
E subisco in ginocchio, impotente
Il freddo di inutili menzogne.
Riprendo i pensieri lanciati nel futuro
Quando cercavo invano di capire
Se servivano parole fragorose
e folli propositi per morbide carezze.
Depongo le armi ormai spuntate
Inutile lottare contro un sogno;
Assurdo negare l’evidenza di verità
Poco disposte nell’ora della sera
ad attenuare l’impeto di questo folle vento
che nega un approdo o un ormeggio,
agognato riparo di timori e di paure,
ospiti da sempre di acque tempestose.
Poi chiudo gli occhi e mi fermo a pensare
a vecchi principi di purezza e di morale,
certo, non ho più la mia famosa sicurezza
spazzata via da questo disumano vento
che non conosce tolleranza né indulgenza.
E sento allora, dietro il frastuono del tempo,
un dolce, languido canto delle cose,
resistono i vetri ai colpi dati con violenza
e svanisce l’amara visione della vita.
Sono colpi ripetuti, martellanti ed amari
Ma non mescolano più tenebre e indifferenza,
né danno visioni negative ed equivoci messaggi,
sovviene il ricordo di esperienze passate
e guardo la vita che passa inutilmente
dietro pioggia e tempo privi di clemenza;
scopro piuttosto nell’aria umida e fredda
che non è più tempo di versare pianto
né restare avviliti da tristezze e da dolore;
bisogna invece prender il mare con coraggio,
il soffio nemico, addomesticato, gonfierà la vela,
con la marea il legno agile volerà sull’acqua
verso approdi sicuri, verso terre amiche.
Non brontola più il cielo privo di nuvole scure,
Cessa il frastuono dello scroscio della pioggia
Il vento non picchia violento sui vetri;
fatto aura di ponente soffia come leggera brezza
e con tono dolce, dimesso gioca con la vela.
Intorno puoi sentire
L’aria dell’infinito,
il senso dell’eternità.
autore:flavio.46:
Contributo di
, 31 gennaio 2010 12:50.
Da una bufera che incombe su tutto, segno di una disperazione , di uno scoraggiamento, di una delusione infinita, ad una serenità, ad un quiete che regala speranza!Flavio, da tanto non ci deliziavi con le tue riflessioni e le tue splendide poesie.Bentornato tra di noi.
Flavio, delusione, disperazione, rassegnazione si susseguono nella tua meravigliosa lirica per poi aprire un debole spiraglio ad una timida luce. Versi preziosi ed importanti fan riflettere negli infiniti tempi dei confronti.
Bellissima ode, complimenti a te.