non ridere di me, ti prego,
tu non sai,
i miei gesti, i miei occhi,
tu non sai.
nella mia mente dimorano fantasmi,
volti mostruosi tormentano la mia anima,
lo so,
le parole hanno un significato,
a mè è impedito il metterle insieme.
come posso dire quello che vorrei?
è il caos nella mia testa.
parlo a me stesso e le parole hanno una logica.
le stesse parole uscite dalle mie labbra prendono il volo,
diventano foglie in un giorno di vento
formando un vortice turbinoso,
come sassi in riva al mare ondoso.
non ridere di me, io soffro.
un fiore è bello pure ai miei occhi,
il suo profumo lo sento pure io,
non te lo so dire, non te lo so descrivere.
raccogliere un fiore, accarezzarlo, mi fa felice,
un sorriso mi fa felice, una carezza mi fa felice.
a me basta poco.
tu non sai,
non ridere di me .
alfred
Contributo di
, 2 novembre 2009 10:45.
MA CHE BELLA, PROFONDA E COMMOVENTE QUESTA TUA RIFLESSIONE.
EMOZIONA TANTO! IN FONDO SIAMO TUTTI UN PO’ PAZZI E GLI “ALTRI”? NON CI CAPISCONO
UN PENSIERO A ALDA MERINI
adesso ti faccio ridere, il mio prof di neurologia diceva per capire i matti ci vuole un matto
tu gli hai dimostrato con il tuo scritto che nessuno gli capisce
entrare dentro di loro è utopia, anche se apparentemebte guariti rimangono malata a vita. poi in realtà non so se sono loro o noi i matti
ma perchè bisogna ricordare Alda Merini come una pazza?Era ben altro, o perlomeno, non solo pazza.Ci ha lasciato opere stupende che hanno superato questo “filo di follia”,per questo dobbiamo ricordarla ed ammirarlaCerto, però l’argomento ” pazzia ” è più interessante da discutere e forse meno coinvolgente che leggere le sue poesie.Alfred, io comunque non avevo collegato la tua poesia a Alda Merini, ma solo alla pazzia