Si prende atto, si rispettano le decisioni e si va avanti,
per sempre più allontanarci,
da questa gara che non potrà più tornare.
Sei stata ferma e decisa, brava,
hai fatto centro!
Come l’arciere che,
dopo aver fatto bersaglio vince il premio.
Tu, ti ritrovi senza niente per le mani.
Far finta di sbagliare, delle volte,
crea l’illusione di aver vinto veramente,
far finta di non capire,
lascia le cose come prima.
Non è il vincere che ti appaga,
ma l’illusione di ciò che ti appartiene,
in quello che ti lega e ti tiene in vita,
la speranza che questa disputa non sia finita.
Credi di aver capito, pensi di essere nel giusto,
allora quello che hai fatto non è stato fatto invano.
Perché, adesso, allunghi la tua mano?
Forse qualche dubbio ti assale?
Pensi che non c’è più niente da fare?
Quando il dato è tratto,
nella tua responsabilità ti devi accucciare,
in quella che ti ha fatto agire,
e capire che non sai amare,
perché quando si vuol bene le frecce in due bisogna scagliare,
aspettare che,
anche l’altro abbia la faretra piena,
e che, piano, piano la possa svuotare.
Questo è sapere amare, confrontarsi ad armi pari,
poter usare il proprio arco per mirare il bersaglio,
cercare di colpire senza far del male,
perché, poi, le proprie ferite bisogna leccare per alleviare il dolore .
Se è questo che cerchi, aspettati la ricompensa,
che non è mai quella sperata.
Inutile continuare in questa metafora dell’arciere,
quando la gara è già finita, di questa disputa di vita .
Vai, verso la nuova meta, essa è già stata decisa,
e se ci sarà data l’opportunità, in questa vita vissuta a metà,
tra sacrifico e privazione, speriamo che trovi l’amore,
sperando che in quella, sia, sicuramente più bella
autore:dome’
Contributo di
, 11 novembre 2009 16:17.