Aprii gli occhi.
La mente ancora assopita.
Una lama di sole imbiancava l’ottone del letto.
Il silenzio intonava la sua liturgia.
Canticchiavo in auto.
E poi…le luci…le luci abbagliavano…
un improvviso volo dal pendio al Nulla.
…
Poi, alla parete,
vidi deforme e muto, un crocefisso d’argento.
Con un filo di voce l’Anima bisbigliò:
“Hai perso, hai perso tutti gli attimi.”
“Oh, Assoluto mio,” pensai,
“quanto ti ho cercato.”
Tu, mai una risposta certa,
ed io, sempre a combattere,
imperterrito,
l’assedio del Silenzio.
D’improvviso una mano sui capelli,
dita calde sulla fronte,
e un calore dolce, amorevole,
e poi la voce fioca:
“Se mi chiedi un attimo,
un giorno, un anno…
se mi chiedi
tutti gli attimi
per vivere,
te li darò strappandoli al mio tempo.
Se hai bisogno di frammenti di me,
chiedi.
Ad ogni trapianto sono pronta,
tranne il cuore e l’anima
che furono e saranno sempre tuoi.”
Fu così che,
mentre il Silenzio mi firmava la fine dell’assedio,
l’Assoluto mi prese sottobraccio
autore:ducky
Contributo di
, 27 novembre 2009 04:43.