E’ notte!
La mia mente confusa si proietta
Nella grande ombra
In questa notte senza stelle
Il cuore percuote
Il silenzio placa l’anima
Rombi prolungati d’auto
irrompono, dileguano a poco a poco
La luna si accovaccia in una grossa nuvola
Le luci lontane dialogano con le ombre, nella pace
Spargo lo sguardo, respiro profondo
Affiorano i ricordi
In una frenetica danza priva di musica
Oh come vorrei rivederti Piccola mia
Seduta tranquilla sul muretto ad ascoltare
Come vorrei ammirarti un solo attimo
Per risentire i fremiti di quell’ultimo abbandono
Quel giorno di primavera sussurrasti
Ti annuso… e aggiungesti…come un cagnolino
E sorridevi!
Sorrisi anch’io…e poi
Cedemmo la ragione alla follia
Le anime esagitate, poi s’acquietarono
Affrante
Nel cielo terso le rondini squittivano
I tuoi toni tenui, i tuoi sussurri languidi, il tuo respiro,
il tuo sorriso accennato, il tuo aggrottare le ciglia,
l’aroma della tua pelle, le tue piccole mani:
in coro seducevano
Mentre le rondini continuavano a squittire
Incantavi incantata come una cucciola
Accovacciata ai piedi del padrone,
Col lo sguardo languido e la femminilità così naturale.
Quando sbocceranno di nuovo le rose rosse
Sarò pronto a rivivere gli stessi attimi
Ma…quando penso che sei Lassù
Vivrò le primavere più tristi
Con un sole che non mi scalda più.
autore:ducky
I
Contributo di
, 28 settembre 2009 20:05.
Meravigliosamente struggenti questi versi dedicati alla tua Lei, Ducky. Devi averla amata molto e devi essere stato molto amato.
Credo che da lassu’, Lei ti stia sorridendo felicemente compiaciuta.
Molto bella ed espressiva la tua poesia, ma devo farti un leggero appunto: le rondini non squittiscono (quelli sono i topi), ma garriscono. Ciao e scusa la precisazione.
Dopo ampia ricerca (quando mi si instilla qualche dubbio cerco di andare sempre alla fonte e documentarmi) devo ammettere che per il verso delle rondini si può anche usare il verbo “squittire” (anche se io lo uso solo per il verso dei topi). Era doveroso da parte mia dirlo. Ciao e grazie.