Percorro vecchie vie
dal tempo e dagli eventi disastrate.
Odo l’acciottolio dei miei passi sui marciapiedi
ove un tempo correva spensierata la mia giovinezza.
Bramosia di un ritorno doloroso, ma necessario
per ricordare e dimenticare il passato.
Occhi ridenti, sorrisi scroscianti
futili chiacchiere innocenti e curiose
timidi e struggenti amori
ormai svaniti.
Importante e’ tornare per morire dentro
e nel futuro finalmente risorgere.
carla1.ro
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Or mi vedi con l’allegria negli occhi
or corrucciata e triste
ma un gran sorriso
si apre all’improvviso.
Bramerei la mia immagine nel tuo cuore cimentare
nel tuo animo dipingerla
poi come tela pregiata, tela donerei.
I miei occhi attraversano lo spazio che ci divide
trasmettono pensieri
che la bocca non sa pronunciare.
Un’eterea carezza
sfiora il tuo viso
onde d’amore
baciano l’animo.
Ma ricorda
il mio essere chiamalo per nome
cullalo tra le tue braccia
amalo e sarai felice.
carla1.ro
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Sfrigola la mente, cadono i sogni
come tempeste le asperità, mi travolgono.
Nell’intimo addormentato, ulula la lupa
soffocata da falsi stereotipi.
Ridesto la lupa, forza motrice
e la vita………..rinasce.
Vigorosa la forza riprende
foreste intricate, estese vallate
fiumi impetuosi, monti altissimi
Una forza mi spinge
mi stimola, mi anima
riprendo il cammino.
carla1.ro
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Quel classico caracollio
un trasandato porsi
un tipico menefreghismo
balzano dai tuoi occhi.
Ti guardi intorno, ironicamente pensando
son re,padrone di me stesso.
Libero dagli affanni,insensibile ai fastidi del mondo
un moderno Robinson,in un’isola di gente.
Quanta indifferenza mi sfiora
sembra quasi disprezzo
solo l’alcool mi è amico.
Illusione traditrice
è tutto uno sbaglio
il vizio è il padrone.
Io……i padroni , non li amo, li odio!
Mah………
Domani è un’altro giorno.
carla1.ro
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Gli ultimi raggi di sole, ti scaldano la pelle ormai segnata dal tempo.
Gli occhi ,stanchi ma sereni, si perdono nei ricordi.
Ti vedi giovinetta, altri usi altre abitudini.
Vesti povere e severe eran la tua ricchezza.
Ancora giovinetta, ti piaceva ballar sui paioli, al di di festa
contenta, quando, l’indiscreto occhio dei giovinotti
ti rimescolava tutta.
Piccole e semplici gioie da ricordare
nelle ore del duro lavoro.
A casa t’aspettava un misero pasto ed altro lavoro.
Bisognava andare avanti,anche quando,sposa giovinetta , credevi nell’amore.
Quanto penare per questo amore, obbedire,lavorare
vivere il quotidiano sacrificio.
Quanti figli or ti chiamano ” mamma” ti si attaccano alla gonna
e…… neppure un pò di tempo per te.
Oh….le ricche signore
quelle si facean bella vita.
Sempre all’ombra per non scurir la pelle,
loro avean da piacere ai signori uomini.
Sempre eleganti e comodine.
Però ricche e povere
comunque all’uomo dovean sottostare.
Un lungo sospiro……………..
Però che differenza adesso!
carla1.ro
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