Nazim Hikmet
Nazim Hikmet Salonicco, 20 novembre 1902 – Mosca, 3 giugno 1963 poeta turco, naturalizzato polacco. Condannato per le sue idee, fu uno dei più grandi poeti a denunciare i massacri ai danni degli armeni che si verificarono tra il 1915 e il 1922.
La sua prima pubblicazione avvenne a diciassette anni su una rivista.
Studiò sociologia presso l’università di Mosca dove scoprì i testi di Marx e della rivoluzione sovietica. Conobbe Lenin, Esenin e Majakovskij, che ebbe su di lui un’importante influenza.
Passò diversi anni in carcere, prima per il suo ritorno irregolare ma amnistiato nel 1935. Nel 1938, fu condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti-franchiste, scontandone 13 in Anatolia, per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk. Fu l’intervento di una commissione internazionale composta tra gli altri da Tristan Tzara, Pablo Picasso, Paul Robeson e Jean-Paul Sartre a favorirne la scarcerazione nel 1950.
Nel 1951, a causa delle costanti pressioni, fu costretto a ritornare a Mosca, e trascorse il suo esilio viaggiando in tutta Europa. Perse così la cittadinanza turca e divenne polacco.
Morì il 3 giugno 1963 in seguito ad una crisi cardiaca.
È ricordato principalmente per il suo capolavoro, la raccolta Poesie d’amore, che testimonia il suo grande impegno sociale.
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Rubai
È l’alba. S’illumina il mondo
come l’acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all’improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.
Giorno d’inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d’un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all’aspirare l’aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
È così, mio usignolo, tra te e me
c’è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e di piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.
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Nelle mie braccia tutta nuda
Nelle mie braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l’odore dei tuoi capelli
si riflettono sul mio viso.
Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell’ansito?
È tuo è della città è della notte
o forse è il mio cuore che batte forte?
Dove finisce la notte
dove comincia la città?
Dove finisce la città dove cominci tu?
Dove comincio e finisco io stesso?
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Guardo in ginocchio la terra
Guardo in ginocchio la terra
guardo l’erba
guardo l’insetto
guardo l’istante fiorito e azzurro
sei come la terra di primavera, amore,
io ti guardo.
Sdraiato sul dorso vedo il cielo
vedo i rami degli alberi
vedo le cicogne che volano
sei come il cielo di primavera, amore,
io ti vedo.
Ho acceso un fuoco di notte in campagna
tocco il fuoco
tocco l’acqua
tocco la stoffa e l’argento
sei come un fuoco di bivacco all’addiaccio
io ti tocco.
Sono tra gli uomini amo gli uomini
Amo l’azione
Amo il pensiero
Amo la mia lotta
Sei un essere umano nella mia lotta
Ti amo.
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Il vento cala e se ne va
Il vento cala e se ne va
lo stesso vento non agita
due volte lo stesso ramo
di ciliegio
gli uccelli cantano nell’albero
ali che voglion volare
la porta è chiusa
bisogna forzarla
bisogna vederti, amor mio,
sia bella come te, la vita
sia amica e amata come te
so che ancora non è finito
il banchetto della miseria ma
finirà…
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Il raggio è riempito di miele
Il raggio è riempito di miele
i tuoi occhi son pieni di sole.
I tuoi occhi, mia rosa, saranno cenere
domani, e il miele continuerà
a riempire altri raggi.
Non mi fermo a rimpiangere i giorni passati
– salvo una certa notte d’estate –
e anche l’ultima luce dei miei occhi azzurri
ti annuncerà lieti giorni futuri.
Un giorno, madre natura dirà: “Mia creatura
hai già riso, hai già pianto abbastanza”.
E di nuovo, immensa
sconfinata, ricomincerà
la vita, senza occhi, senza parola, senza
pensiero…
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Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.
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Arrivederci fratello mare
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
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Ciò che ho scritto di noi
Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull’erba
è la tua assenza
quando divento l’ultima luce all’ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.
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Il più bello dei mari
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
Elaborazione fatta da: Antonino8pa
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Sognare…ti rende padrone assoluto delle cose…
.possedere materialmente qualcosa,
il cervello le metabolizza ,
e prima o poi non ti soddisfaranno più’..
I sogni, invece, non si metabolizzano mai
ed il loro sapore ti trasporta oltre
il significato della materia….
se una pagina perduta ti fa dimenticare il passato,
domani una pagina ritrovata
ti fa ricordare tutto ciò che oggi ti manca
e di quel passato
ricostruirai il nuovo
e tutto ciò’ che non hai dimenticato.
Autore:luigi19.lc:
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Buon San Valentino dal blog Poesia
Valentino detto anche san Valentino da Terni 176 – Roma, 14 febbraio 273) fu un vescovo e un martire cristiano. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e successivamente dalla Chiesa anglicana, è considerato patrono degli innamorati.
Di famiglia patrizia fu convertito al Cristianesimo ed ordinato vescovo di Terni nel 197 a soli 21 anni.
È commemorato nel martirologio romano il 14 febbraio, giorno in cui veniva celebrata l’antica festa di Santa Febronia.
Miracoli del santo
Sono molte le storie entrate a far parte della cultura popolare, su episodi riguardanti la vita di san Valentino:
Una storia narra che Valentino, graziato ed “affidato” ad una nobile famiglia, compie il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo “carceriere”. La storia: Valentino, quando stava per essere decapitato, teneramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d’addio che si chiudeva con le parole: dal tuo Valentino….
Un’altra narra come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati. Un’altra versione di questa storia narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d’ affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell’espressione piccioncini.
Secondo un altro racconto, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia, gravemente malata, e il centurione romano Sabino; l’unione era ostacolata dai genitori di lei ma, chiamato dal centurione al capezzale della giovane morente, Valentino battezzò dapprima il giovane soldato e quindi lo unì in matrimonio alla sua amata, prima che entrambi cadessero in un sonno profondo.
La festa di San Valentino
Tale festa ricorre annualmente il 14 febbraio ed oggi è conosciuta e festeggiata in tutto il mondo. A Sadali i festeggiamenti maggiori vengono, invece, organizzati a Ottobre.
Molte tradizioni legate al santo sono riscontrabili nei paesi in cui egli è venerato come patrono. La figura di Valentino come santo patrono degli innamorati viene tuttavia messa in discussione da taluni che la riconducono a quella di un altro sacerdote romano, anch’egli decapitato pressappoco negli stessi anni.
Feste in Italia
La città di Terni invoca san Valentino come principale patrono.
Patrono del paese di Sadali, considerato protettore dei matrimoni, san Valentino, la cui chiesa fu forse edificata da monaci bizantini, viene qui ricordato non a febbraio, ma ad ottobre e la festa sarda dura tre giorni.
A Quero si festeggia il santo benedicendo le arance e lanciandole da un pendio annesso all’Oratorio di San Valentino nell’omonima località.
È patrono di Vico del Gargano, dove viene festeggiato il 14 febbraio con manifestazioni religiose e attività culturali. Caratteristico l’addobbo della statua e delle vie del paese con arance e alloro. Molto partecipata è la processione con la reliquia del santo che si tiene la mattina del 14 febbraio.
Buon San Valentino dal blog Poesia
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Amare te
La telefonata.., il cuore batte all’impazzata..
in autostrada..veloce come il vento..,
Non sarai solo in quel momento ragazzo..
i tuoi genitori saranno con te.. .
Ecco km dopo km.. sorpassi a destra e a manca
siamo qui.. .
Ti vedo passeggiare nel lungo corridoio,
nervoso come non mai..
E’ nato..è andato tutto bene..
un bel maschio..congratulazioni..,
la voce dell’infermiera.. .
Tua madre piange di gioia..
Ti guardo, mi avvicino.. ti abbraccio
Auguri papà.. ti dico..
ho qualche lacrima..che brilla negli occhi
rivedo quel giorno..quando a passeggiare
agitato ero io..in un corridoio .. .
Adesso anche tu sai.. cosa si prova..
mi guardi.. e mi abbracci..non lo facevi da tempo,
nei tuoi occhi.. non vedo il guerriero,
ma solo amore..quello che donerai a tuo figlio..
a tua moglie
forse più di quello che ho donato io.. .
Eccolo..un piccolo fagottino.. Dio com’è bello..
lo guardo stupito..poi guardo te..,
ti assomiglia.. e tu.. assomigliavi a me..
guarda .. ha la fossetta sul mento
il nostro marchio di famiglia..
sorrido.., penso.. tu padre, io nonno..
Tua moglie mi sorride..mentre gli dico grazie,
grazie per quel piccolo capolavoro..
Ho mantenuto la promessa..aggiungo..
lei sa.. a cosa mi riferisco..
mi sorride..,ti voglio bene suocero.. .
Guardo l’orologio..è ora di andare..
porto con me qualche foto..
e nel cuore tanta serenità..
ha smesso di piovere..
un raggio di sole fa capolino..
su un mare calmo..,
osservo le nuvole sotto di me..
mentre un’aereo..mi porta via.. .
Sto volando più alto io con l’anima mia
sono vento..e so com’è bello
amare te..
e già mi pare di tenerti per mano a
raccontarti storie fantastiche..
che solo da grande,quando sarai
uomo forte..,potrai capire.. che..
sono le storie infinite della vita.
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Poi un giorno, sfoglierò lentamente
le pagine ingiallite che il tempo
ha già scritto solamente per noi,
sarò alla ricerca di pagine chiare,
erroneamente o volutamente tralasciate
e le riempirò di frasi d’amore, taciute
scordate o distrattamente mai dette,
mentre ora, vorrei poterti dire ancora,
di quanto è grande l’amore che provo.
Oggi come allora, mi sei accanto,
s’inebria la mente di sguardi audaci,
di tiepide carezze e di rubati sorrisi
e profuma il tuo corpo di velluto,
che c’importa se il tempo è passato,
nel passare, ha rafforzato l’amore.
Ora poso la gota sul tiepido seno,
a sentire il battito pacato del cuore
e flagello questo labbro che tace,
mentre ancora, ho bisogno di coccole,
per rafforzare quest’amore già grande
e sttovoce ti sussurro “Ti amo”.
Un pensiero gentile dalla nostra amica Lieta.mi
Di Vincenzo Parolini, poeta belluschese, poesia vincitrice del primo premio speciale del “Gran Gala’ dell’Amore”, 18esimo concorso letterario europeo, cerimonia conclusiva prevista 12 febbraio 2011, a Tirrenia.
I versi dedicati alla moglie Marisa:”Anche se siamo vecchietti, non tutto è stato scritto, qualcosa è stato tralasciato per essere scritto ora. Solo con gli anni si comprende il valore di chi ci è accanto” dice sorridendo Parolini.
Ha scritto 14 volumi: 5 di racconti, 9 di poesia.
La prossima pubblicazione “Oltre la siepe”, frutto di 9 giorni trascorsi con gli alunni scuola elementare Falcone e Borsellino di Bellusco dove ha cercato di spiegare cos’è poesia e amicizia.
Devoluti scopi benefici ricavati di ogni libro dato alla stampa, prevalentemente progetti pozzi in Burkina Faso.
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