Potevo essere me stessa,
ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire,
qualcuno di completamente diverso.
(W.Szymborska)
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 4 gennaio 2019 at 20:43, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui
Cancellate facebook. Spegnete il computer.
Eliminate whatsapp. Chiudete il cellulare.
Uscite fuori. Datevi un appuntamento.
E baciatevi!
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 2 gennaio 2019 at 22:08, nella categoria: franci. Lascia un tuo commento qui
Vi Auguro:
1 anno di Gioia
12 mesi di Felicità
365 giorni di Amore
8760 ore di Serenità
525600 minuti di Fortuna
31536000 secondi di Amicizia
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 24 dicembre 2018 at 19:43, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui
Una delle nostre più frequenti attività mentali è “ricordare” , siamo anziani e abbiamo molte cose dietro le spalle e ogni tanto movioliamo cercando di memorizzare qualche “fotogramma” .
Una situazione , una persona lontana o che non c’è più , attimi di gioia , di dolore e lo facciamo spesso chiacchierando con altri che se mai possono ricordare assieme a noi.
In estate , quando siamo in montagna , ci troviamo la sera in giardino , quasi tutti parenti e generalmente anziani , alla luce dei lampioni , tra lo sfarfallare delle falene , nel baluginare delle lucciole facciamo il più ovvio e piacevole degli esercizi , quello della memoria ! “Ti ricordi quello che veniva a portarci la frutta e che aveva il negozio dove ora c’è quello dei telefonini ? ” E così via , facendo a gara a chi da l’innesco per altri spezzoni di vita passata.
I geriatri dicono che è un esercizio che gli anziani dovrebbero fare sempre.
In certi istituti di recupero si fa la “fototerapia” , guardando foto del passato , o la “musicoterapia” , ascoltando le canzoni della giovinezza , proprio per allenare la memoria.
Di ciò che sentiamo (ma anche vediamo) il cervello scarta il 75% e del 25% rimasto solo un 1% rimane nella memoria primaria.
Mai perdere l’abitudine di leggere e scrivere , l’ho sempre detto che Eldy, per noi “grandicelli” è terapeutico. Si rafforza la memoria collegando ciò che si legge con quello che conosciamo.
Per fare in modo che la mente resti allenata dobbiamo fare operazioni di confronto , associazione , elaborazione , assimilazione , classificazione e rappresentazione . Racconti e spezzoni di vita come quelli di Gabriella, Giulio , Alba , Giuseppe ed altri , sono la migliore elaborazione positiva della memoria.
Si dice che nelle generazioni passate e fino alla nostra , l’operazione del ricordo era molto più vivida . Imparavamo a memoria le poesie e non avevamo la marea di sollecitazioni di centinaia e centinaia di immagini che i media , ma soprattutto la TV , ci propinano confondendoci e non avevamo l’aiuto passivo di altri aggeggi come gli smartphone , che surrogano per noi il ricordo.
Umberto Eco scrive una lunga e bellissima “lettera al nipote” : ” Caro nipote studia a memoria….” la lettera è molto lunga ed elaborata , in sintesi dice che è opportuno “mandare a mente” una poesia , ma anche ricordarsi i sette re di Roma , il nome dei tre Moschettieri , perché Internet non può sostituire la nostra coscienza e il computer il nostro cervello : ” La memoria è un muscolo , come quello delle gambe , si avvizzisce e tu diventi “diversamente abile” . Inoltre siccome per tutti c’è il rischio che quando si diventa vecchi ci venga l’alzheimer , uno dei modi per evitare questo spiacevole inconveniente è esercitare la memoria “. Finisce poi la sua lettera invitando il nipote ogni mattina ad impararsi qualche verso della “cavallina storna” o del “sabato del villaggio !”
Amarcord di felliniana memoria sia il nostro tracciato , noi che di passato ne abbiamo una intera biblioteca , quindi non dovremmo avere problemi !
Franco
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 21 dicembre 2018 at 22:49, nella categoria: francomuzzioli. Lascia un tuo commento qui
Molti anni fa, nelle case di montagna non c’erano i termosifoni, l’unico riscaldamento era il fuoco o una stufa a legna. Ma il fuoco si sa, come diceva mio padre, ti brucia il viso e ti si ghiacciano le spalle. Poi, il focolare non era in tutte le stanze, ecco che si doveva riscaldare il letto, almeno ai bambini, con la borsa dell’acqua calda o altri rimedi.
La Maria, una bella donna rimasta giovanissima vedova e sola, per la gente del paese era una persona seria e rispettata. La tramontana soffiava forte e il freddo si faceva sentire. La Maria incontra l’Antonia e scambiano qualche parola. Dice la Maria all’amica:
< E’ tre giorni che tira questo vento gelido, ma a me non fa paura, ieri sera avevo il prete nel letto, e mi ha scaldato dai piedi alla testa. Pensa che, ad un certo momento della notte, l’ho dovuto allontanare con un ginocchio perché mi faceva caldo, sudavo! >.
L’Antonia la guardava negli occhi senza fare domande. Ma come, la sua amica Maria, così seria, riservata, mi dice queste cose come se fossero barzellette? Se lo racconto a mio marito non ci crede neanche se mi metto in ginocchio. Ma non posso tenermi dentro un segreto così delicato, grave, ma a chi lo racconto. Non posso certo dirlo al prete, neanche nella confessione, e se fosse lui, il prete della Maria ?
Passano alcuni giorni, il vento gelido si calma, la domenica la Maria va a Messa e incontra di nuovo l’Antonia. Questa si meraviglia di vedere l’amica che va in chiesa e sussurra fra se: “ ma la messa la dice il prete, e lei? Lei ha la faccia tosta di prendere anche la comunione dalle mani del prete? Quel prete che l’ha scaldata tutta la notte? L’ha detto lei! Se non me lo avesse raccontato stavo meglio, non sapevo nulla, ma ora…”
La Maria si avvicina all’amica e la saluta con gioia:
< Buon giorno Antonia, stamani non è freddo, ho messo il prete in soffitta e ho portato lo scaldino con la cenere ai fiori nell’orto. Si, mi ha scaldato per tre notti e sono stata molto bene. Verrà anche la primavera. Te con cosa lo scaldi il letto ai bimbi?>
Solo in quel momento le nubi sparirono dal suo cuore, aveva ritrovato l’amica di sempre. Capì e si ricordò che il trespolo, si chiama anche prete. Ha solamente la forma diversa.
Questa volta sono veramente Il Maledetto Toscano – Giulio
Questa poesia è stata scritta da francesca, il 13 dicembre 2018 at 22:23, nella categoria: giulio.lu. Lascia un tuo commento qui