E’ considerato tra i maggiori poeti italiani del ‘900,e si è distinto soprattutto per aver scritto le sue poesie con correttezza e musicalità.
Nato da una famiglia borghese a Perugia nel 1906, vi trascorse la giovinezza compiendo studi irregolari fino a diplomarsi in ragioneria. Nel 1928 si cimentò a scrivere delle poesie e l’anno successivo si trasferì a Roma dove frequentò un ragazzo più giovane di lui. Pubblicò la sua prima raccolta nel 1939,ed ebbe un successo strepitoso che gli permise di entrare come collaboratore in alcune riviste importanti dell’epoca.Nel 1950 fu pubblicato il suo secondo libro di versi col titolo di “Appunti”, ne seguì un altro “Tutte le poesie” che comprendeva poesie già pubblicate e quelle inedite.La poesia di S. Penna colpisce per la sua confessione trasparente,per la semplicità del suo modo di parlare che non ricorre né ad intermediari,né a sotterfugi.Il tema dominante è l’amore,quell’amore libero da ragioni storiche e morali ,infatti la sua poesia è legata al tema dell’amore omosessuale che egli stesso non aveva avuto paura di dichiarare. E’ un amore inteso come pura fisicità e pura sensualità.
Se la vita sapesse il mio amore!
me ne andrei questa sera lontano.
Me ne andrei dove il vento mi baci
dove il fiume mi parli sommesso.
Ma chi sa se la vita somiglia
al fanciullo che corre lontano
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Sotto il cielo di aprile la mia pace
è incerta. I verdi chiari ora si muovono
sotto il vento a capriccio. Ancora dormono
l’acque ma, sembra, come ad occhi aperti.
Ragazzi corrono sull’erba, e pare
che li disperda il vento. Ma disperso
solo è il mio cuore cui rimane un lampo
vivido (oh giovinezza) delle loro
bianche camicie stampate sul verde.
Penna è il poeta della realtà quotidiana ,realtà che egli visse intensamente in tutti i suoi aspetti ,conservando sempre viva la capacità di emozionarsi ,nonostante la critica sia stata ,per buona parte della sua vita ,inferiore ai meriti che gli spettavano. Il suo maggior sostenitore fu Pier Paolo Pasolini che gli dedicò due capitoli del suo volume di saggi più noto e apprezzato”Passione e Ideologia” e che lo seguì con grande partecipazione,definendolo così il miglior lirico del secolo.
Nel 1976 fu pubblicato il volume “Stranezze che gli valse il Premio Bagutta e nel 1977 morì a Roma.
E’ pur dolce il ritrovarsi
per contrada sconosciuta.
Un ragazzo con la tuta
ora passa accanto a te.
Tu ne pensi alla sua vita
– a quel desco che l’aspetta.
E la stanca bicicletta
ch’egli posa accanto a sé.
Ma tu resti sulla strada
sconosciuta ed infinito.
Tu non chiedi alla tua vita
che testare ormai com’è
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Se son malato vago tra la folla
del sobborgo. Ma l’umido grigiore
invernale mi rende triste e solo.
A soffi sale sulla via un afrore
caldo da una palestra sotterranea
ove giovani e nude belve assalgono
nemici immaginari, in basso a scatti soffiando.
Un vecchio mendicante guarda,
con me, la scena senza nostalgie
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Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico antico fiume lento.
Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore
La luna si nasconde e poi riappare
– lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare
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–Era il settembre. Riandava la gente
rumorosa alle strade. Il sole amava
il vino e l’operaio. I canti ardevano
fino alla notte fonda.
Ma restava
attonito un fanciullo, ormai legato
– sotto il caldo fogliame di una sera –
al ridere innocente di un amico…
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Elaborazione fatta da Porzia
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E’ l’alba,
dalla finestra fa capolino il primo sole.
Alzati amore,
lo sbocciar delle rose
e il profumo delle viole
ti desteranno dal torpore.
La primavera porta languore.
Vivi intensamente la vita.
Cogli gli splendidi raggi di sole
che maggio ti dona.
Apri la finestra con serenità
e vivi tranquilla la tua età.
Il tempo passa gioisci
delle cose belle che la vita ti riserberà.
Lasciati prendere per mano,
l’amore ti porterà lontano
dai tristi pensieri.
Ama con intensità
e la vita ti sorriderà.
Autore:Fernando.
Dedico questo scritto alla cara amica Daniela.
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A piccoli passi , ci avviamo verso la festa più bella dell’anno -LA FESTA DELLA MAMMA-
Non ci sono parole per definire ciò che rappresenta per noi la mamma. Nulla può prendere il suo posto nel nostro cuore. Altri amori attraversano la nostra vita, ma nessuno è cosi grande, come quello che proviamo per lei. Ci accorgiamo di quanto fosse importante per noi quando, purtroppo, ci viene a mancare. Ma lei dimorerà sempre nel nostro cuore, silenziosa ma sempre presente e vicino a noi..Boba
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LA POESIA SUFI
Breve viaggio attraverso questa meravigliosa e poco conosciuta poesia. Alla scoperta dei suoi apparenti segreti , ai sui continui messaggi d’amore, alle visione ultraterrene e divine di questo sentimento –
La poesia dei Sufi intende esprimere l’Amore divino, la vicinanza con l’Amato o il Diletto, l’estinzione, la permanenza in Lui, il mistero che é oltre il dire oppure il senso di distacco, di separazione dall’Amato
Con versi rimati, ritmati, melodici, l’intimità più profonda ne viene toccata.
Il poeta sufi non è tanto interessato ad una letteratura fine a se stessa, egli cerca il Vero ed esprime così la sua piena realizzazione. Il mezzo per comunicare l’incomunicabile é la sua poesia. Poesia composta di parole spesso pronunciate in stato di ebrezza , di frasi estatiche inebriate da un vino dolce che portano chi le pronuncia e chi le ascolta a quel limite estremo che c’è fra l’umano e il Divino, e ancora oltre, dove il sale, lo zucchero o il miele disciolti nell’acqua diventano l’acqua
I Sufi sono maestri del velamento e dello svelamento, del simbolismo e della metafora, velano l’essenza ed al tempo stesso la svelano..Essa ha origini antichissimi. Si crede che i primi ad usare questa forma di espressione poetiche furono i beduini del deserto, i quali avevano una predisposizione naturale , dovuta , anche e , sopratutto, al loro stile di vita .
Ecco alcune meravigliose poesie, tra le più note e le più amate , che rappresentano meglio la vera, la grande, la sublime poes
L’ALLEGORIA DELLE FARFALLE
Meravigliosa poesia, di Attar, grande poeta Sufi…, è tra quelle più note ed amate.
E’ importante leggere gli ultimi versi… con attenzione. Essi, a prima vista, potrebbero sembrare un po’ misteriosi, ma poi, invece, rivelano ai nostri cuori il messaggio che il poeta ha voluto inviarci…
Il messaggio, infatti, stavolta non appare tanto sibillino ma, volendo, è suscettibile tuttavia
di diverse altre interpretazioni.
ALLEGORIA DELLE FARFALLE
di Attar –
Una notte le farfalle si riunirono
in assemblea, volevano conoscere
che cosa fosse una candela. E dissero:
“Chi andrà a cercar notizie su di essa?”
La prima andò a volare intorno a un castello
e da lontano, dall’esterno vide
una luce che brillava. Tornò
e con parole dotte la descrisse.
Ma una saggia farfalla – presiedeva
lei l’assemblea – le disse:
“Tu nulla sai”.
Ed un’altra partì, si avvicinò
arrivò sino a urtare nella cera.
Nei raggi della fiamma fece svoli.
Tornò, raccontò quello che sapeva.
Ma la farfalla saggia disse: “Tu,
tu nulla più della prima hai conosciuto”.
Un terza si mosse infine, ed ebbra entrò
battendo le ali forte nella fiamma
tese il corpo alla fiamma, l’abbracciò
in essa si perdette piena di gioia
avvolta tutta nel fuoco, di porpora
divennero le sue membra, tutte fuoco.
E quando di lontano la farfalla
saggia la vide divenuta una
cosa sola con la candela, e tutta luce
disse: “Lei sola ha toccato la meta, lei sola sa”.
Chi più di sé è dimentico
quello tra tutti sa.
Finché non oblierai
il tuo corpo, la tua anima,
che cosa mai saprai
dell’Amata?
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UN MIRABILE ESEMPIO DI POESIA SUFI…
dove la sua poetica scavalca ogni barriera culturale e religiosa
Se il Cielo non fosse innamorato
Jalaluddin Rumi *
Se il cielo non fosse innamorato
il suo seno non sarebbe dolce.
Se il Sole non fosse innamorato
il suo volto non brillerebbe.
Se la Terra e le Montagne
non fossero innamorate
nessuna pianta germoglierebbe
dal loro cuore.
Se il Mare non conoscesse l’amore
se ne starebbe immobile
da qualche parte.
Se il Cielo, le Montagne, i Fiumi e
ogni altra cosa nell’universo
fossero egoisti e avidi
come l’uomo e come lui cercassero
di conquistare e accumulare cose per sé,
l’universo non funzionerebbe.”
Jalal Al-Din Rumi,
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MORIRE D’AMORE
di FARID
Nel nostro linguaggio usuale sentiamo spesso l’espressione “morire d’amore“. Molto nobile ed universale è però la sua origine e qui… in pochi versi ci viene poeticamente e genialmente descritta
L’Amore… il vero Amore… non è spensieratezza…ma assoluta dedizione… di sé… ed oltre sé…
E’ la totale intima unione di anima e corpo degli Amanti al punto di diventar una cosa sola…
L’inizio dell’Amore, infatti, non è forse ansia… paura… perdimento di sé?
E la fine dell’Amore…non ci appare davvero come la perdita di una parte di noi…
come un morire?
Se non sei pronto a morire per il tuo amore…allora… il tuo è… proprio Amore?
Una verità assoluta e profonda, un insegnamento universale ed eterno ci giunge dai versi rivelatori e folgoranti di questo poeta mistico di quasi mille anni fa.
Ibn al-Fàrid (1181-1235)
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MORIRE D’AMORE
E’ Lui l’amore! Vive solitario perché
il suo riposo è fatica, un male il suo
inizio e la sua fine una morte.
Se vuoi vivere felice, sii martire d’amore
se no lascia l’amore a quelli che sanno
amare. Chi non muore davvero del suo amore
di vivere d’amore non avrà la ventura.
Elaborato da :boba. 52
Questa poesia è stata scritta da boba52. Lascia un tuo commento qui