Poesie di Eldy

Auguri

 310

In questo importante giorno
per te, al traguardo del tuo
….Esimo compleanno, ti invoco
affinché tu non faccia mai
ampliare, nello scorrere del
tempo, la distanza che copre
i sogni di gioventù e la realtà
quotidiana, i giochi di bimba
e le responsabilità di donna e madre.
Ti auguro di portare
per sempre dentro di te,
gelosamente custoditi nello
spazio e nel tempo, i tuoi splendidi
anni.

Autore:calcio2.ce

Versi dedicati alla mia amica LUNA

Questa poesia è stata scritta da admin, il 15 gennaio 2011 at 17:46, nella categoria: calcio2.ce. Lascia un tuo commento qui



RISVEGLIO

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La tristezza del mattino
quando la mente è ancora 
sonnecchiante e il tuo essere
interiore non ha superato
la lotta della quotidianità
la tristezza ti attanaglia
spesso vivi ore di sconforto
ma,  poi, nel volgere di un attino,
ti scuoti, stringi i pugni
e ti aggrappi alla vita,
cosciente  di esistere
Devi solo superare
un momento di debolezza
e renditi utile
a chi ha più bisogno di te ,
una metamorfosi ti trasforma 
e ti rende capace di lottare
grazie, anche, agli amici che ti aiutano
ad essere te stesso
Autore:Fernando

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Questa poesia è stata scritta da admin, il at 17:33, nella categoria: fernando. Lascia un tuo commento qui



Sono Tornata!

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Sono Tornata!
E’ da un santo giorno che ti aspetto!
Ho controllando le lancette delle ore
finché ebbi forza e sopportazione.
Mentre esse scandivano il tempo che passava, 
la tua immagine, nitida e chiara,
dalla mia mente transitava.
Tanto da diventare impaziente
ma sapevo di non poter far niente.
Volevo stritolare quell’ingranaggio
per far scorrere il tempo adagio adagio.
Avrei voluto averlo tra le mani,
per qualche istante il tempo fermare,
Ma quell’ansia mentale gridava a più non posso
vedendo quel vuoto nel tuo posto.
Un po di sollievo volevo ritrovare,
ma l’insonnia non mi dette pace
fece di tutto per non farmi addormentare
Quel pensiero sempre  su di te si andava  posando,
e, con coraggio e con fermezza,
cercai di  soffocarlo.
Forse sarebbe stato meglio non pensare
se quel malessere volevo acquietare.
E giratomi dall’altra parte pian pianino
incominciai un dolce sonnellino
Sazio e contento mi svegliai con un sorrisetto
ben felice  di averti accanto in quel letto bello e caldo
ad ascoltare quelle tue dolce parole
che dicevano:
Buon giorno amore!
Dormito bene?
Autore.Domè

Questa poesia è stata scritta da admin, il 14 gennaio 2011 at 17:53, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



EUGENIO MONTALE

Ecco ancora un elaborato inviatoci da Silvana1.ge  :    EUGENIO  MONTALE  (1896  –  1981)
                                       Premio Nobel per la letteratura  1975
montale

La poesia di Montale , essenziale, concentrata, usa un linguaggio nuovo: si avvale di continue
analogie, predilige parole inconsuete per esprimere una concezione della vita aspra, che riflette
pienamente la crisi esistenziale dell’uomo moderno, la sua angoscia senza speranza.
I caratteri fondamentali del suo linguaggio sono i simboli. Oggetti quali ad esempio il muro, che
rappresenta chiusura, oppressione; ma anche simboli positivi che alludono alla possibilità di
un’evasione,  di libertà: il varco, la maglia rotta nella rete.
La realtà secondo il poeta è  intrisa di sofferenza . Egli racconta la negazione, l’assenza,
un mondo privo di significato, condensato in paesaggi liguri riarsi, aridi, che rappresentano lo sfacelo rivelato dalla stessa natura . Descrive oggetti nei quali la vita sembra sospesa, metafore del vuoto interiore percepito come disperata pena esistenziale.
Il pessimismo di Montale è radicale. Vivere è come perdersi in una trama di gesti inutili, dietro i
quali vi è il nulla.
L’uomo del Novecento ha un destino di delusione e di incomunicabilità assoluta.
Non vi è alcuna fede politica o religiosa che possa liberare l’essere umano dal “male di vivere”, al quale viene  contrapposto il concetto di “divina indifferenza”, ossia un dignitoso distacco dalla realtà. Tuttavia, se non è possibile trovare una risposta all’inutilità della vita, è, secondo il poeta, necessario conservare almeno la speranza di un miracolo, che riscatti tale condizione, rivelando il senso della vita.  Questa apertura è evidente nei suoi versi dedicati al mare,visto come elemento positivo, autentica lezione di vita.
Anche il ricordo,  che è il tentativo di individuare una continuità tra passato e presente, per dare un
significato profondo all’esistenza, appare sommerso dal tempo che passa, non più un’esperienza
individuale, intima.
La felicità, per Montale, è sempre al di là di un muro invalicabile, o sul punto di sfuggire a chi cerchi di afferrarla.
La poesia di Montale è poetica dell’inquietudine. Esprime la necessità da parte dell’individuo, di
riconoscere con dignità la propria fragilità ed incompiutezza.
……………………………………..

Non chiederci parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
………………………….

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, fruscii di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra i frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci di bottiglia.
……………………………………………..

Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato di salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.

……………………………….

Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s’incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t’ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le rischiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

_____________________________________________

­Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tutt’ora, né più occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché  con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Questa poesia è un atto d’amore nei confronti della moglie non più al suo fianco. Traspare il senso dello sgomento di fronte al percorso terreno che deve ora affrontare da solo.
Essa è un muto dialogo, sommesso e pacato  con cui Montale cerca di colmare il vuoto affettivo.
Si avvale di un linguaggio usuale, quotidiano che dà il senso dell’intimità domestica.
La scala è metafora di un suo avvicinarsi alla vecchiaia e alla morte ed accentua il senso di solitudine lasciatogli perdita  della sua compagna di vita.
Elaborazione di Silvana1.ge

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 04:07, nella categoria: altri autori. Lascia un tuo commento qui



Che strana l’umanità

Che strana l’umanità!
Abitiamo tutti lo stesso pianeta,
 respiriamo tutti la stessa aria,
il cuore batte nel petto uguale per tutti,
l’obiettivo è uguale per tutti:
vivere…
Ma vivere non è uguale per tutti.
Per i più,
ogni nuovo sole che sorge,
sarà solo un altro giorno di lotta per la sopravvivenza,
un altro braccio di ferro con la malattia,
con la fame, con la violenza …con la morte.
Bambini miei,
 resistete più che potete e …
chissà speriamo in un tempo non molto lontano
 di potervi dare non solo il nostro ideale abbraccio e bacio,
 ma risposte concrete,
reali, giuste …di DIRITTO.
Bambini miei …non è poi cosi impossibile sapete,
perchè la nostra felicità e il nostro sentirci a posto
 dipende pure dalla vostra felicità e dal vostro benessere,
infatti come potremmo essere con il cuore libero e felice,
finchè anche l’ultimo bambino non lo sarà????
Addio piccoli che,
proprio in questo istante mentre io scrivo,
non ce l’avete fatta…!!
BUONA VITA ….A TUTTI…!!!!!
autore:semplice

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 03:45, nella categoria: semplice. Lascia un tuo commento qui



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