-trovato in rete-
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E’ dalla lontana India,
piena di colori e profumi, che arriva RANBIR
Giovane “Clandestino”.
Cercava un cammino di speranza.
Una morte amara nel buio di Bologna
mentre noi a Pasqua ci strafogavamo.
RANBIR era raggomitolato su una panchina
In preda alla depressione, confusione, solitudine e alcool
etichettato Clandestino.
Un fiore a questo figlio, a questo fratello
che profumava di curry e zenzero.
È una domanda: dove sono finiti i cuori degli uomini?
Autore:nicoletta
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Addormentarmi nel tuo giaciglio
per ritrovarti al mio risveglio
e nel tepore di questa pace
incominciare il nostro amore.
Solo con te io dormirr
Solo con te mi scalderr
Solo con te io lo farr e sognerr solo con te.
Filtra un bagliore nella mia stanza
lento si muove in trasparenza
e nella quiete della sua ombra
io mi abbandono con la tua assenza.
Solo con te esisterr
Solo con te sorriderr
Solo con te io resterr, continuerr solo con te.
segnalata per noi da:angelo9.fi
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Come foglie al vento,
lievi i miei pensieri,
volano via sospinti
da piacevole brezza,
nell’immensità di
questo azzurro cielo.
Infiniti attimi,
intrisi di dolcezza,
vissuti nel passato,
come un leitmotiv
accompagnano stupende
immagini proiettate
da una lanterna magica,
sullo schermo del cuore.
Piccoli germogli,
danno vita a fiori
che come colori
presi dalla tavolozza
di un pittore,
dipingono tutto intorno,
stordendo con inebrianti fragranze.
L’essenza della vita,
che prende l’anima,
sollevandola oltre
le miserie e gli affanni,
in un turbinio di sentimenti,
facendola volare
simile a farfalla,
che va di fiore in fiore,
in cerca di quello,
che chiamerà amore.
autore:antonino8.pa
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A piedi nudi, i sassi gli rotolavano sotto,
i sassi lo facevano traballare come un bambolotto.
Fermo, serio, pensieroso, osservava il mare.
Osservava le onde.
Le onde che non si fermano mai.
Le onde che nessuno sa da dove arrivano,
nessuno sa chi le fa, nessuno sa a che servono.
Riccioli biondi appena mossi dalla brezza mattutina,
occhi neri profondi che scrutano ora lontano l’orrizzonte ora la riva.
La spuma bianca si dissolve ogni volta: la piccola paffuta manina la raccoglie.
Sparisce.
VOGLIO FERMARE IL MARE!
Raccoglie sassi, li mette uno sull’altro, sceglie i più grandi freneticamente.
Si guarda attorno, ne prende uno , lo soppesa, lo rigira, lo scarta, ne prende un altro piatto, lo appoggia con delicatezza sugli altri con i quali ha già formato il “suo muro”…………………
VOGLIO FERMARE IL MARE!
il mare pare capire e fa in modo che le onde fermino prima delicatamente .
<Pescatore che vai in mare, come posso fermare le onde?>
L’uomo sorride.
Il bimbo lo guarda remare donolando sulla piccola barca che diventa sempre più piccola.
I riccioli biondi appena smossi dalla brezza del mattino.
Guarda il “suo muro” che deve fermare il mare: un’onda più alta delle altre l’ha fatto cadere.
Non piange, non ride: pensa.
VOLEVO FERMARE IL MARE!
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