Così io, e mio fratello,
chiamavamo la mamma,
lei donna forte, coraggiosa,
mi ha insegnato a sorridere alla vita,
accompagnandomi,
con mano salda,
nella bella avventura… la vita.
Quella stessa mano, ora tremante
si affida alla mia.
Le nostre mani
hanno cambiato posizione,
ora è la mia che accompagna la sua,
verso la sera, di questo lungo giorno.
Il traguardo si spera lontano…
ma siamo in cammino,
ancora insieme, solo le parti cambiate,
ora lei tenera e indifesa,
testolina argentea,
occhi vivi,
ancora sorridenti alla vita.
Autore:robbi
Contributo di
, 11 gennaio 2011 18:12.
Robbi, che tenerezza, che amore filiale nei tuoi versi! La tua mamma ,che ha allevato una figlia con questi sentimenti, deve essere una donna eccezionale , forte e generosa. Figlia fortunata, madre fortunata!!!Se posso permettermi, dalle una carezza, leggera, leggera,da parte mia.
Carissima, Roberta, scusami sono un pò geloso per il titolo di questa dolcissima poesia .Sai , anche noi figli abbiamo sempre chiamato la nostra madre Il Caporale ( attenti al caporale, era un modo tutto nostro che usavamo in quei meomenti di libera sfrenatezza, quando eravamo pronti a fare qualche marachella e sapevamo che da li a poco sarebbe spuntata lei con il cuchiaio di legno in mano, pronta a suonarceli di santa ragione ) Non ci lasciava che poche volte liberi di fare ciò che volevamo , sapeva benissimo che quando eravamo tutti e tre insieme ,prima o poi, qualcosa di poco piacevole avremmo combinato .Allora ci rimaneva col il fiato appiccicato sul collo, pronta a prevenire e a rimproverarci ancora prima che si presentasse l’occasione.Sapeva come prenderci , sia con le buone maniere che con quelle forti. Quello che ci faceva più paure, e che subito ci faceva desistere dei nostri bellicosi progettii, era : quando diceva che avrebbe raccontato tutto a papà, di come c’eravamo comportanti, e di quanto l’avevamo fatta disperare. A pensare queste cose ,mi sembra ancora di vederla con il cucchiaio di legno, mentre ci rincorreva per la casa , facendo finta di non riuscire a prenderci. mentre noi, invece, credevamo di essere più veloci, ci mettevamo a ridere . Quanti sacrifici ha fatto per noi senza chiederne niente in cambio , quanto tempo amorevolmente ci ha dedicato per farci crescere nel migliore dei modi. E’ ancora viva in noi quell’immagine di nostra madre al centro della stanza, dove il braciere consumava i suoi ultimi istanti, di quel nero legno trasformandosi in piacevole calore, e lei, lì seduta, con i libri in mano, ci aiutava a fare i compiti. Si, bei tempi quelli! che non torneranno più, ma che hanno lasciato in noi ricordi incancellabili e oggi vedere che quelle situazioni si sono capovolte e, vedendo quel volto rugato e sempre dolce, non possiamo non pensare che quello che facciamo non sarà mai uguale a ciò che, con amore, ci ha saputo dare ..
Grazie, Robbi sei grande, e scusami se mi sono diluito un po’ di piùùùùùùùùùùùùù
Robby sai che leggendo la tua poesia mi è passato davanti il fil della mia vita quando avevo ancora la mia mamma.Mio padre era maggiore dell’E.I. ma noi chiamavamo comandante mia madre perchè era severa con noi ma al momento giusto era di una dolcezza infinita.Sai spesso mi incoraggiava quando avevo qualche dubbio e con la sua tenerezza mi ha insegnato ad amare e rispettare ,diceva lei ,i miei superiori .Nonostante tutto quando era il momento dei rimproveri e dei castighi non esitava.La cosa che più ricordo di lei è la carezza che mi faceva prima di dormire,per me rappresentava un premio meritato.Oggi la ricordo sempre in qualunque momento di disagio e sono sicura che lei mi tende la mano come faceva una volta.Grazie Roberta per l’emozione che mi hai fatto rivivere
poesia bellissima, robby,riporta ai ricordi i più cari,vero, quelle mami, che da bambina mi sembravano grandi fortiespressive, poi..quando mi sono presa cura di lei, le vedevo piccole,fragili tenere fra le mie,e, mi dava quasi dolore, me le portavo al viso per ricordare…..
Commovente…di una delicatezza estrema.
Bravissima Roberta!!
Grazie amici dei vostri pensieri, avete aggiunto piccoli scorci di vita, si assomigliano tutte le mamme, negli ultimi anni della loro vita. O siamo noi che le vediamo così le mamme che tanto amiamo.