avvolgeva la notte i miei occhi,
mi sigillava il piombo la bocca
col cuore e la mente irrigiditi
giacevo in fondo alla tomba.
Non sono proprio capace di dire,
quanto a lungo ho, lì dormito;
mi sono svegliato e ho udito
che bussavano alla mia tomba.
“Non vuoi alzarti, o mio Enzo?
sta iniziando il giorno eterno,
i morti sono già risuscitati.
comincia l’eterna felicità.”
Amore mio, alzarmi non posso,
perchè sono per sempre accecato;
a forza di spargere lacrime
gli occhi mi si sono asciugati.
“Ti bacerò o mio Enzo,
e caccerò dagli occhi la notte;
gli Angeli devi contemplare
e anche lo splendore celeste.”
Amore mio, non posso alzarmi,
perchè, vedi, sanguina ancora
la piaga che mi apristi nel cuore
con le tue mordaci parole.
“Poserò dolcemente o mio Enzo,
la mia mano sul tuo cuore;
essa così più non sanguinerà,
sarà lenito ogni dolore.”
Amore mio, alzarmi non posso,
perché sanguina anche la testa;
un proiettile vi è conficcato
quando tu mi dicesti, io parto.
“Con i miei riccioli o Enzo,
chiuderò la piaga della testa,
arresterò il flusso del sangue
e guarirò così la tua testa.”
La preghiera era dolce e amorosa,
e resistere non le potei;
riuscii dunque a sollervarni
e andai dalla mia diletta.
Si riaprirono allora le ferite,
schizzò fuori con selvaggia potenza
da testa e petto un fiume di sangue,
quando all’improvviso…mi svegliai,
ma lei non era con me.
Autore:ducky
Contributo di
, 17 settembre 2009 21:20.
ducki, molto particolare questa tua poesia e anche un po’ conturbante.Il poeta , comunque , fa bene a trovare situazioni inconsuete e non parlare d’amore sempre nello stesso modo