Gli ultimi raggi di sole, ti scaldano la pelle ormai segnata dal tempo.
Gli occhi ,stanchi ma sereni, si perdono nei ricordi.
Ti vedi giovinetta, altri usi altre abitudini.
Vesti povere e severe eran la tua ricchezza.
Ancora giovinetta, ti piaceva ballar sui paioli, al di di festa
contenta, quando, l’indiscreto occhio dei giovinotti
ti rimescolava tutta.
Piccole e semplici gioie da ricordare
nelle ore del duro lavoro.
A casa t’aspettava un misero pasto ed altro lavoro.
Bisognava andare avanti,anche quando,sposa giovinetta , credevi nell’amore.
Quanto penare per questo amore, obbedire,lavorare
vivere il quotidiano sacrificio.
Quanti figli or ti chiamano ” mamma” ti si attaccano alla gonna
e…… neppure un pò di tempo per te.
Oh….le ricche signore
quelle si facean bella vita.
Sempre all’ombra per non scurir la pelle,
loro avean da piacere ai signori uomini.
Sempre eleganti e comodine.
Però ricche e povere
comunque all’uomo dovean sottostare.
Un lungo sospiro……………..
Però che differenza adesso!
carla1.ro
Contributo di
, 28 novembre 2012 15:23.
Complimenti Carla ,mi sono soffermata un momento,ho trovato e letto la tua poesia.MI e’ piaciuta ,questa donnina dalla pelle increspata dal sole che riposa e rifa col pensiero il percorso della sua vita ,ben differente di quella delle signore che si riparavano
dal sole ,rimpianti ..i suoi occhi sono sereni…
Era pur bello essere giovane, uscire a ballare sui palchi, e farsi ammirare dai giovanotti che, con il loro sguardo, ti davano un fremito da batticuore. Non importa se poi, a casa, ti aspettava la tua povera vita, misera di contenuti materiali ma abbondante di sentimenti. Quei sentimenti ache ancora adesso provi, ma per i tuoi figli che ti cercano, ti chiamano “mamma”, ma….ti lasciano sola.
Di indicibile nostalgia questa tua composizione, Carla. Nostalgia di un tempo passato che, la sua interprete sa, che mai più tornerà.