
Un pianto lasciasti su questa terra.
Quell’anno a marzo salisti al cielo,
in quel cielo dove ti aspettavano gli angeli.
Poi arrivò maggio e festeggiasti
in quell’immenso azzurro
il tuo 72esimo,
là dove tutte le anime ti fecero festa
per tutta l’eternità divina.
Eri fragile e tenera su questa terra,
i tuoi cari, gli amici e tutti noi,
ti ricorderemo per sempre
in quel tuo giardino di marzo,
che tutti gli anni vestiremo di mille colori .
Il tuo Leo sorride a te Caterina ,
asciuga le sue lacrime di pianto .
Autore: Miki
Questa poesia è stata scritta da , il 15 marzo 2011 at 11:23, nella categoria: miki. Lascia un tuo commento qui

autore:artemide
Questa poesia è stata scritta da , il 14 marzo 2011 at 17:33, nella categoria: artemide. Lascia un tuo commento qui

Cosa insegnerò a mio figlio?
A salutare i ceppi arborei
che in agonia, a civile vergogna,
ci gonfiano di respiro i polmoni?
O forse a bere l’acqua
non più dolce, chiara e fresca.
Vivi figlio mio dell’abbondanza
che dal cuore tuo attingi
come a sognate acque di cascate.
Questo figlio mio ti insegnerò:
a stimare altamente come tesoro
quel piccolo paradiso di giardino
lasciato indenne sotto casa
da ruspe dormienti dalla bocca aperta.
Ti insegnerò a leggere tra i ciuffi d’erba
l’amore per le creature silenziose:
ma è nel vento che un loro seme
lasciato ti parlerà di primavera.
E salutando questo nostro tempo
sul nuovo giorno avvenire s’innesta,
pronto a fiorire, dove orma umana non passa.
autore:Calcio2.ce
Questa poesia è stata scritta da , il at 17:18, nella categoria: calcio2.ce. Lascia un tuo commento qui

Questa poesia è stata scritta da , il at 05:30, nella categoria: mary49. Lascia un tuo commento qui

Splendida notte,
luce soffusa di stelle,
disegna profili di deboli ombre.
Il mare, inchiostro nero,
fa da specchio alla luna,
che timida prova a celarsi,
dietro fuggevoli nubi.
Profumi di spezie e di fiori,
diffusi nella tiepida aria,
stordiscono l’animo,
in un dolce abbandono.
Notte delle meraviglie,
riporti alla mente giovani sogni,
ricordi cari forse accantonati,
rivivon vincendo la barriera del tempo.
Ed io, come in un gioco infantile,
mi sorprendo a parlar con me stesso,
io, figlio di questa meravigliosa natura,
aspetto il sorger di un nuovo sole,
l’alba di una nuova vita.
autore:antonino8.pa
Questa poesia è stata scritta da , il 13 marzo 2011 at 04:57, nella categoria: antonino8.pa. Lascia un tuo commento qui