Poesie di Eldy

Genoveffa e il Mattacchione

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genoveffa e il mattacchione

Percorsi chilometri per incontrarti ,
correndo inciampai sul selciato
mi rovinai una scarpa ,
ma non m’importava continuai
il mio cammino zoppicando
arrivai da te che m’aspettavi .
Mi presentai come un
tenero mattacchione ,
un sorriso mi donasti
e genoveffa dicesti
di chiamarti .
Rimasi li per li al momento titubante,
avevo capito che eri strana
e quel tuo nome m’aspettavo.
Ti guardavo e mi guardavi,
le mie parole ascoltavi
con sorriso sulle labbra.
Su quella tua terra arrivai
dove un tempo un solco
fu tracciato,
un solco ormai svanito
come la stranezza
del tuo nome
oh…!! mia cara genoveffa .

autore: miki

Questa poesia è stata scritta da admin, il 20 gennaio 2011 at 05:29, nella categoria: miki. Lascia un tuo commento qui



Domani

lampo

Domani.. ragazzo sarai a casa..
E guardavo un cielo livido, carico di pioggia
Volevo crederci ..credere..in un sorriso
troppe delusioni..troppe bugie.
Che fai ragazzo,scendi da quel davanzale..
domani verranno a prenderti.. ti porteranno a casa
trascorrerai un bel Natale vedrai..
E continuavo a guardare..
quel cielo livido di pioggia..
qualche goggia gia bagnava i vetri..
come le lacrime sulle mie guance..
Dai,.. adesso scendi di lì..fa il bravo.
Un lampo squarciò il cielo..il tuono
fece tremare i vetri.. .
Tutto era come quel giorno.. .
Il direttore dell’orfanotrofio mi mandò a chiamare,
Metti il vestito bello..
ti vengono a prendere i tuoi parenti..
ti portano dalla tua mamma che ti vuole vedere.
Per la prima volta mi accarezzo i capelli.
I volti dei miei zii erano tesi..
il viaggio in macchina fu lungo..,
li guardavo, nessuno parlava..solo mia zia
continuava ad asciugarsi gli occhi pieni di lacrime.
Avevo capito..una paura a sorda
si era impossessata di me.. .
Un corridoio..le luci fredde dei neon,
illuminavano l’aria..
qualcuno in camice bianco indicò una porta..
mi teneva per mano mia zia.. .
Scappai..entrai in quella porta..
mia madre era distesa su una fredda lastra di marmo
la chiamai disperatamente..Mamma.. Mamma..
la strattonai..
Qualcuno mi prese di forza..mi portò via di li..
ricordo quel viso.. sembrava sereno..
aveva l’ombra di un sorriso che non aveva fatto in tempo a regalarmi..
Non avrei più sentito la sua voce chiamarmi
non avrei visto più le sue braccia
aprisi in un tenero abbraccio.. .
Fuori pioveva a dirotto..i fulmini e i lampi
si susseguivano.. .
Mia zia.. mi asciugava le lacrime..
la tua mamma non c’è più..
tu prometti che sarai bravo..
Resterai con noi.. poi dopo Natale
ritornerai..in collegio..
Studierai..e diventerai un bravo giovane..
E feci il bravo..
anche quando..nessuno più, si ricordò di me.
Dai scendi..vieni giù di li..
Le gocce di pioggia erano battenti adesso..
scivolavano sui vetri..
le guardavo..guardavo quei lampi..
mentre le lacrime scendevano..fino in fondo al cuore.

autore:marcoantonio

Questa poesia è stata scritta da rob, il 19 gennaio 2011 at 13:09, nella categoria: marcoantonio. Lascia un tuo commento qui



Lo sguardo

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Lo sguardo
Siamo tutti qui,pronti a partire..
Due ore di riposo, chi deve telefonare..
chi ha bisogno di ristorarsi..lo spaccio è aperto
fra due ore puntuali ,tutti qui.
Nello spaccio, il fumo delle sigarette..inondava l’aria,
qualcuno provava col telefono, altri si perdevano in parole..altri cercavano di scrivere..,
li osservavo da sotto il mio casco color amaranto,
ragazzi come me , in grigio-verde-,il meglio del meglio,
dopo un addestramento spietato.., giorni mesi..
in cui maledici di essere nato..ecco il premio..
una stretta di mano..una medeglia , un fregio cucito sulla divisa.., a ricordarti..che sei, ora sei..
uno del 37esimo.
Volti da ragazzi..spietati in combattimento..
cuori di panna, davanti ad una mano tesa
angeli..dietro ad un volto rigato di lacrime..
cuori impavidi..forse fin dalla nascita
senza saperlo, votati alla morte .. .
Tutti schierati..assetto da guerra..
petti d’acciaio..visi tesi sguardi da falco..
Le Istruzioni verranno date in volo..
niente colpi di testa..nessuno verrà lasciato
sul campo.. la voce del generale..sembrava tuonare,
più forte del rumore delle eliche..
Era venuto a salutarci di persona..
il suo sguardo..sembrava perforare l’animo,
quando ci passò d’avanti ..e strinse la mano.
Lo guardai..fisso negli occhi..
quegli occhi che avevano visto l’orrore
della guerra..tragedie di vite..
stringere la sua mano.. fu un onore.

Questa poesia è stata scritta da rob, il 18 gennaio 2011 at 14:49, nella categoria: marcoantonio. Lascia un tuo commento qui



Non si può fermare il vento.

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Non si può fermare il vento, buon vento sempre..
Il fumo dei camini si mischia al bianco della nebbia
lontano luci accese.., come lucciole
s’intravedono qua e là..
Seguo traiettorie di pensieri, che come il fiato..
si perde nell’aria gelida.. di un giorno senza tempo.
Sono solo in questo viaggio..
non vorrei esserlo,
senza rete..mi tufferò..
in quegli anni senza fiato della vita mia..
Avrei bisogno di un sorriso
di un viso..ma qui..nessuno..
nessuno nel cuore..
nessuno nella mente..
nessuna parola..in questo silenzio antico
è stata una mia scelta,
terra bruciata intorno,
nessun sorriso ,
né una lacrima..
ricorderò solo ..che
forse sono vento..
un vento leggero..
che ,
come brezza marina..
sfiorerò il tuo viso,
accarezzerà i tuoi capelli,
ti avvolgerà in un abbraccio
e sarà gia lontano..perso dentro me.
Non si può fermare il vento..
ci penso a queste parole..

Autore:Marcoantonio

Questa poesia è stata scritta da admin, il 17 gennaio 2011 at 12:13, nella categoria: marcoantonio. Lascia un tuo commento qui



ricomincio da capo nella vasca

 

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Giornata fredda e pesante,
rientro a casa anche la moglie ci si mette ,
con i suoi discorsi inutili
che alla fine , come ogni donna …!!
è sempre sua l’ultima parola .
Intanto che si discute ,
riempio la vasca con acqua calda
aggiungo dei sali all’aroma di pino,
denudandomi poi sono subito in vasca .
Sdraiato supino, mi rilasso a questa essenza di pino
che avvolge anima e corpo in un unica fascia
interminabile di pensieri rilassanti.
Socchiudo gli occhi , le mie membra
ha ritemprar lascio .
Lo sguardo limpido e lucido s’accende
sulle mani rosse che gesticolando
non capisco il significato,
perché preso da questo bagno sublime.
La pesantezza della giornata è svanita,
metto a fuoco tutto ciò che vedo intorno a me
vedendo in ogni piastrella disegni diversi
come non avevo visto mai,
i disegni della tendina veri angeli m’appaiono,
altro che la doccia, farò sempre un bel bagno.
Ad un tratto un picchiettio sulla porta
mi porta alla realtà…!!
Ma che fai ti sei addormentato nella vasca… ??
Era la moglie ..!!!

Autore: miki

Questa poesia è stata scritta da admin, il at 03:26, nella categoria: miki. Lascia un tuo commento qui



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