Casa
Dov’è la nostra casa ?
Dove il nostro cuore si acquieta,
dove ci sentiamo sicuri,
dove incontriamo gli amici,
dove il calore si fa sentire.
La nostalgia è struggente,
se ne siamo lontani.
Ma la nostra casa siamo noi,
aggiungiamo ogni giorno,
piccoli mattoni di vita,
i segni del tempo,
si depositano,
giorno,
dopo giorno,
sul nostro corpo,
così noi ci sentiamo sempre a casa.
Autore :robbi
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Il calice e il pendaglio
Nuovamente sono affiorati
i giorni che si infransero
contro il muro del tempo
e non un coccio d’essi potei salvare
se non quello che incollai
sul rovescio di un pendaglio
che trionfalmente esibisco
come il mio giorno migliore.
Di tutti questi giorni
sgonfiati dal livore solare
non uno mi accompagna nel presente
se non questo finito
sul fondo silenzioso di un vuoto calice
e lo sorveglio con maestà di soldato
col tremore che possa infrangersi
e inutilmente morire d’oblio.
autore:Calcio
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VOCI E COLORI DI NAPOLI
venerdi 26 ottobre 2010
Driinn!! La sveglia …….. apro gli occhi ,sono le sei ,mi alzo cammino come un automa ..La valigia pronta al’ingresso, corro , il pc,ah si sul mobile in sala c’è tutto credo di non dimenticare nulla . Preparo in fretta il caffè mentre rifaccio il letto velocemente. Vado a Napoli ,la mia Napoli , mi sembra tutto un sogno ,sono agitatissima. Improvvisamente un sobbalzo ,il citofono, mio figlio è venuto a prendermi per accompagnarmi all’aeroporto . Esco frettolosamente chiudo la porta scendo giù ,salgo in auto senza rendermi conto di ciò che faccio . Improvvisamente un urlo :”Mamma stai calma , ma perché questa agitazione,basta. Partiamo e in 5 min. arriviamo all’aeroporto. Check-in tutto ok .Salgo sull’aereo ,ho tutto il tempo di sedermi, di sistemare borsa e borsetta e finalmente si parte. Abbiamo decollato da Linate e in men che non si dica sono a Napoli Capodichino . Sono scesa dall’aereo e non credo ai miei occhi ecco la mia Napoli dove ho lasciato il mio cuore. Avrei avuto voglia di inchinarmi e baciare il suolo. Mentre i ricordi si affollavano nella mia mente ,da lontano vedo due persone che agitavano le braccia sono Davide e Pino le mie guardie del corpo che sono venuti a prendermi. Il tempo sembra non averli cambiati son rimasti fermi a 14 anni fa .Comincia la mia avventura napoletana….Arrivai a casa della mia ex collega Tina ,che mi aspettava sull’uscio .”Non sei cambiata per nulla,le dico,allegra disinvolta,accogliente come sempre . Ci abbracciammo cosi forte da sentire i battiti del nostro cuore. Entrammo in casa , andai in sala e trovai la tavola imbandita alla maniera napoletana. Pane ancora caldo , vino, acqua minerale, coca. Una pirofila fumante di spaghetti a vongole il cui profumo si diffondeva in tutta la casa,un vassoio con salsicce e friarielli(verdura tipica saltata in padella con tanto peperoncino) mozzarella di bufala campana, mele .mandarini e noci di Sorrento
Sono particolarmente felice perché quei profumi e quelle pietanze mi hanno fatto ricordare i giorni di festa in casa mia quando tutta la famiglia si riuniva intorno al tavolo per gustare il pranzo della domenica. La vita purtroppo ti riserva sempre delle sorprese. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno da Napoli mi sarei dovuta spostare a Milano? Proprio io che sono stata sempre legata alle mie radici,alle tradizioni e alle proprie abitudini.
Le ore volano e i giorni passano velocemente……Siamo a domenica….Ho deciso di recarmi al centro storico ..1^ tappa SANTA CHIARA. Man mano che mi avvicinavo all’antico monastero nell’aria si diffondevano le note di un’antica canzone……..Munastero ‘e santa Chiara tengo ‘o core scuro scuro ,ma pecchè pecchè ogni sera penzo a Napule comm’era penzo a Napule comm’èèèè………….Questa canzone fu scritta per ricordare la distruzione della basilica dopo i bombardamenti del 1943 e le parole che la compongono ti lasciano sempre l’amaro in bocca. La facciata della basilica è qualcosa di spettacolare,per il caratteristico rosone posto in alto e fu costruita tra il1310 e i 1340 per volere di Roberto D’Angio’ ed è la più grande basilica gotica della città
Proseguo la mia passeggiata e mi ritrovo nella famosa San Gregorio Armeno una lunga strada meta di molti turisti e dove si può ammirare l’arte secolare dei pastori di terracotta fatti a mano e dei presepi unici al mondo fatti di legno e sughero
Nell’aria si diffondono i profumi di Napoli che non è solo “monnezza” ,ma quelli caratteristici della città. Imbocco questa strada stretta dalle bancarelle dei venditori di pastori .All’interno dei grandi androni dei palazzi antichi invece si potevano ammirare presepi di ogni grandezza,dei veri e propri capolavori con pastori semoventi che rappresentavano fedelmente la vita vissuta 2000 anni fa.
Di tanto in tanto il profumo delle caldarroste misto all’odore di bruciato si univa al grido del venditore: “Accattateve ‘o cuppetiello ,so cavere,cavere…….2 Eur…
Traduz. Comprate il conetto con le castagne calde calde ,solo 2 euro.
.Ad ogni bancarella mi fermavo per ammirare quei capolavori di pastori impreziositi da vestiti fatti con stoffe luccicanti d’oro e d’argento erano così perfetti che a guardarli sembrava volessero parlarti .Gli angeli invece ,legati ad un filo di nylon facevano da cornice alle botteghe
Di tanto in tanto un profumo di incenso annunciava il passaggio di un omino vestito in modo strano che oscillava un barattolo di latta legato ad un fil di ferro nel quale bruciava dell’incenso .L’omino si fermava davanti alle persone e pronunciava parole di rito contro il malocchio in cambio di una monetina.
La strada diventava sempre più affollata ,mentre le bancarelle erano sempre più vuote perché la gente acquistava anche un piccolo capolavoro da portare a casa.
Proseguendo il cammino scorgo una bottega affollata di persone che aspettavano il loro turno per gustare la bontà della vera sfogliatella napoletana ,mentre un profumo intenso di zucchero e aromi vari si diffondeva nell’aria. Devo confessare che non ho saputo resistere ,sono entrata in questa piccola pasticceria ed ho comprato una sfogliatella ancora calda.
In un batter d’occhio la mangiai gustando in pieno quel sapore divino .
Il tempo scorre veloce e già è giovedì,alle 19.00 dovevo incontrarmi con le mie ex colleghe per andare ad Amalfi. Non vedevo l’ora di vederle, ero molto emozionata,finalmente avvenne il famoso incontro .Non sto a raccontarvi i baci, gli abbracci, i pianti di commozione……..Qualcuna era rimasta così come l’avevo lasciata 14 anni fa , qualche altra aveva un po’ i segni del tempo, ma tutte avevamo sul viso impressa tanta gioia e tanta felicità .Quante cose ricordammo in quelle ore ,i momenti belli vissuti con i nostri ragazzi ,le nostre litigate e la solidarietà e l’affetto che mi dimostrarono alla morte di mio marito momenti quelli che hanno lasciato un segno in ognuna di noi.
Quanne ‘o Pateterno facette Napule steve ‘e genie……nessuna affermazione è stata più esatta,è evidente che quando il Signore si dedicò alla nostra città ha battuto tutti i record. Noi siamo fortunati, in quanto napoletani,di appartenere ad una città unica e senza paragoni,piena di vitalità ma anche di grossi contrasti. Chi non ha radici tende a cancellare quelle degli altri per sentirsi uguale,ma noi per fortuna pur non avendo oro e petrolio,abbiamo la storia ,la cultura, la tradizione , tenimmo roba ca nun se po’ accattà. Abbiamo una cultura canora tutta nostra ,’O sole mio a canta tutto o munno e quando siamo all’estero ci presentiamo sì come italiani ma poi con orgoglio diciamo che siamo soprattutto napoletani.
Perdonatemi se vi ho annoiato con la mia lungaggine ma a Napoli glielo dovevo !!!!! Grazie per il vostro affetto e la vostra amicizia. Vi voglio bene tutti. Porzia
autrice : ponzia
Questa poesia è stata scritta da porzia.mi. Lascia un tuo commento qui
Non sapere se si va avanti o ci si ferma,
con che cuore siamo costretti a fermarci,
la vita che riserva per tutti un destino
per molti e’ anche molto crudele,
quando i isoldi amati e odiati non servono piu
quando la speranza si nasconde e muore.
cosa mi dici Dio di fronte ad una vita che non ce la fa
cosa racconti alla sua stanca giovinezza
la senti lei che ti chiede di vivere la sua vita
come le sue coetanee, ma non ci riesce.
ti prego, allontana da lei quel calice amaro
e falla tornare a sorridere come molte sue compagne.
Cucciola ritrova un briciolo di speranza,
dai che ce la fai.
buona notte.
Questa poesia è stata scritta da sorgigio.fi-to-mi-bo:. Lascia un tuo commento qui
Vorrei poter essere un poeta vero,
mettere in parole tutte le emozioni,
narrar brani di vita.
Trasmetter sensazioni che ho nel cuore,
a chi, per caso, o forse per curiosità,
si trova a legger ciò che scrivo.
Ma scopro che non è davvero facile,
scrivere, aprire il proprio animo,
avere le parole giuste, raffigurare sentimenti,
tutto passa per la mente, ma la mano
immobile trova difficoltà nel
trasformar tanti pensieri.
Perchè allora scrivo ugualmente ?
Forse per affrancar me stesso, per liberar
qualcosa che mi scoppia dentro,
gioia, dolore, amore, l’essenza
della vita che scorre dentro,
sperando che quanto dico
possa essere , anche in parte,
compreso e forse condiviso.
Questa poesia è stata scritta da antonino8.pa. Lascia un tuo commento qui