Domani
Uno scialle consunto sulle spalle curve,
la coperta sulle gambe ferme,
mani scarne faticano ad alzarsi,
carrozzine immobili allineate al muro,
occhi fissi alla porta dove credono di vedere entrare chi oggi non verrà mentre la televisione parla: non a loro E parla, parla, parla…………
Giornate eterne passate in un lampo a pensare a come sarà il domani che è già ieri.
Fuori la vita scorre,veloce, di fretta, frenetica.
Qui non c’è fretta…. si aspetta!
Si aspetta una voce, un sorriso, uno sguardo.
Si aspetta la fine!.
Chi sei?
Domani verrà mia madre e mi porterà via da qui.
La mia casa è bella, c’è tanta luce, qui è sempre buio!
Perchè mia madre non viene?
Chi sei tu?
Le mani scarne faticano ad alzarsi per fare una carezza a chi non si conosce.
Vite vissute si trascinano con piedi stanchi senza meta verso un domani che si aspetta e che verrà
puntuale con la sua fretta di sempre : un’altra notte, un altro giorno che va silenzioso verso la fine.
verso ….quel………..domani.
Contributo di
, 30 ottobre 2010 10:20.
Così triste, ma così vera purtroppo;
così delicata, con il detto non detto apertamente e che implica troppa realtà.
Ma non c’è spazio per un pizzico di speranza?
domani verra’, quel nostro domani che si consuma continuera’ a rivivere in chi ci vuol bene e noi, la nostra anima, continuera’ ancora a vivere..semplicemente straordinaria e profonda…
Sono entrata alcune volte in questi edifici che chiamano ” case di riposo” ,” residence per la terza età ” o ” cliniche riabilitative ” e ne sono uscita sconvolta. Anziani seduti l’uno accanto all’altro su poltrone o carrozzelle , lo sguardo immobile o triste che osservavano l’ingresso dei parenti. Qualcuno salutava con la mano e un leggero sorriso, quasi aspettando una parola amica. Quando tornai a far visita ad una mia amica la trovai così cambiata, intristita e irriconoscibile.Tornai a casa così disperata che feci giurare ai miei figli che mai mi avrebbero segregata in luoghi simili. Spero se lo ricordino, perchè i figli spesso hanno la memoria corta o dicono :” Lì si sta bene, sei in compagnia, sei curata e bla bla …….” Alfred, con il tuo scritto hai toccato un grosso problema sociale , che aumenterà con l’allungarsi della vita! Molto bella
molto bella alfred,toccante spesso nessunio si ricorda di loro,sono parcheggiati messi come statuine che rimangono tale senza poter dire nulla.
ci toccherà pure a noi ki lo sa cmq mondo cane che ti usa sfrutta e abbandona alla solitudine estrema egoismi super concentrati……….. ciao alf bravissimo al solito
come mi hai fatto rivivere i momenti lavorativi, dove l’anticamera del cimitero ha un aria griggia e nuvolosa.
dove la Maria prega per i figli che non si ricordano di lei