Comodo relegare la memoria alle commemorazioni. Un ricordo a comando, una tantum per mettere a posto la coscienza.
Per me che ho avuto la fortuna di conoscerti, di lavorare al tuo fianco è difficile da accettare.
Mi passano per la mente l’espressione dei tuoi occhi, il tuo sorriso, la forza che sapevi dare a chi ti era vicino, il coraggio che infondevi a chi, come te, lottava contro tutte le avversità di questo lavoro così difficile ma al contempo così bello.
Ricordo di corse in auto, sotto la pioggia o con il sole cocente, con l’ansia stampata nei volti di chi dava tutto sè stesso nel tentativo di portare a termine una battaglia.
Grazie Giovanni per averci ridato la nostra dignità, per avere riscattato la nostra terra.
Sarai sempre con me nel quotidiano ricordo, nelle piccole cose di ogni giorno.
Grazie Giovanni.
Contributo di
, 21 maggio 2010 15:00.
Grazie Antonino! Dopodomani ricorre il 18° anniversario della strage di Capaci. Verissimo,non servono a nulla sterili commemorazioni altisonanti che servono solo a fare rumore per nulla o peggio essere l’occasione di dare pubblicità a qualche politico di turno, poi finita la cerimonia, archiviato il tutto. Vergogna!!! Uomini così devono restare presenti nel nostro cuore e nella nostra mente sempre.Uomo semplice, vero, che al sorpruso, alla violenza e alla prepotenza ha sempre contrapposto l’esempio. Uomo che sapeva di rischiare e aveva paura ( amava ascoltare durante il suo lavoro, la Messa da requiem di Verdi), ma nonostante le fragilità dell’uomo non si è mai piegato nè retrocesso, e con coraggio e senza incertezze ha continuato la sua lotta contro la mafia. Amava spesso ripetere il suo motto:” un uomo o è un uomo o non lo è”. Col il senno del poi e leggendo la storia dei nostri giorni mi accorgo che non esiste una reale volontà politica di sconfiggere “cancri”che come morbi consumano libertà,dignità,legalità,
anzi si collusano con essi. Ha sperato, lottato e morto invano? No, io mi auguro di no, le sue idee vivono e vengono coltivate nelle menti dei giusti, camminano con le gambe delle nuove generazioni e di coloro che non dimenticano. Un pò t’invidio Antonino, dev’essere stato bellissimo lavorare e far parte della scorta di Giovanni Falcone.Un lavoro certo non facile, frenetico,rischioso,coinvolgente, chissà che picchi di adrenalina!! Antonino tu ci hai fornito particolari “intimi” del tuo rapporto di lavoro con lui, sembra di vedervi nell’auto in corsa, attenti alle trappole, ai pericoli, ma dentro l’abitacolo si percepisce “densa” la sinergia, la complicità,l’affetto. Grazie, grazie di cuore!
bravo antonino che ci ricordi un uomo positivo un eroe un martire perche’ ci ha perso la vita e anche quella della sua compagna come lui onestamente forte, teniamo vivi le fiaccole delle loro energie positive della vitalità che sprizzavano da vivi ma anche ora ricordandoli ed imitandoli seguendo esempi sì forti e la verità l’onesta’ abbiano a prevalere proprio anche per lascia’ na scia ai nostri figli che non dovranno avere vergogna per noi che cerchiamo il massimo del vero ciao
Ciao Antonino, leggo solo ora il tuo scritto e cosa aggiungere oltre a quello che hanno gia’ detto semplice e lieta??? Penso nulla di più e sono d’accordo con quanto scrivi in maniera così accorata. Ciao, un saluto e un ringraziamento.
Antonino, hai rievocato in me ricordi dolorosi di un momento storico di delusione e sconcerto.
Anch’io penso che la commemorazione, se è mero esercizio retorico, è ipoicrisia. Diverso e prezioso è invecce il costante, sofferto ricordo così radicato nella gente comune.
Ne è testimonianza viva l’albero di magnolia a Lui dedicato, che si è via via trasformato in un poetico libro aperto, che trabocca di stima, affetto, consapevolezza del valore della sua persona.
Sì perchè Giovanni Falcone ha incarnato nell’immaginario collettivo l’eroe positivo che combatte il male e sacrifica se stesso in nome di un ideale condiviso dalla gente onesta che ama la legalità.
Non gli è stato permesso di portare a termine il suo progetto, ma dopo di lui nulla è più come prima.
E’ vero che la collusione continua ed i tempi bui che stiamo attraversando non depongono a favore, ma il miracolo che lui auspicava, e cioè un cambiamento della coscienza collettiva si è avverato. La società civile ha risposto. I giovani, che sono il nostro futuro, ora sono più consapevoli e reattivi. Saranno loro a costruire una società più libera.
Penso che l’ottimismo, per noi che siamo stati spettatori attoniti, è un dovere perchè Falcone credeva fortemente in quegli ideali per i quali ha dato tutto, e noi dobbiamo continuare a sperare, mantenendo alto il senso critico e vivo il suo ricordo.
Caro amico, le tue parole ci raccontano la carica umana, la sinergia, la coesione, …… il pathos. Ci confermano ciò che intimamente già sapevamo, cioè che è stata scritta a più mani una delle pagine più intense e toccanti di questa nostra travagliata storia contemporanea.
Grazie per la tua preziosissima testimonianza.