vendetta gridava quell’uomo dinanzi alla chiesa
vendetta per un figlio morto lasciato in sulla via,
voleva vendetta e piangeva il figlio perduto.
una donna cercava di cingerlo e portarlo davanti all’altare
capiva che per un figlio ammazzato non c’era molto da fare
ma lui no, non capiva,che morire a vent’anni no, non poteva,
disperato urlava tutta la rabbia che aveva nel cuore,
si aspettava una vita migliore per il suo unico figlio,
ora li davanti alla casa paterna avea perso la vita
freddato con 4 colpi alla schiena e senza rimorso
anche il parroco uscito fuori la chiesa voleva fermarlo,
ma lui con la faccia pien di livore e gli occhi al cielo
vendetta gridava, vendetta vendetta vendetta.
autore:sorgigio
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Contributo di
, 7 aprile 2010 06:40.
Sorgigio, il tuo scritto mi ha ricordato la tradizione e la cultura dei ” cantastorie ” che , nelle piazze dei paesi , raccontavano, cantando, fatti e ,soprattutto, tragedie avvenute nel corso degli anni.Tramandavano così storie che si sarebbero perse nei tempi.Tu, novello ” cantastorie ” l’hai saputa trasformare e adattarla ai tempi odierni.Bravo!
Mamma mia che versi toccanti,che impressione ,che disperazione,che tragedia.Che strazio per quei genitori.Hai desritto in modo esemplere dei fatti che purtroppo succedono
BRAVISSIMO IL PADRE è SEMPRE IN PRIMO PIANO CONGRATULAZIONE CONTINUA
ragazze/i non posso che ringraziarvi per i vostri commenti
sorgigio
Il-CORAGGIO- del perdono.Bellissima parola, ma quanti hanno-avrebbero il coraggio di perdonare?Figuriamoci un -Maledetto toscano-
“Il coraggio del perdono”…io non riuscirei ad averlo.Per cose così grandi ci si deve rivolgere altrove, forse Dio può.