Strali sul tuo corpo
dolce mia cara,
straziato nel vederti
così
tra i nembi del male.
Come trafitta
la tua pelle, la mia
di crudele dolore.
Non vorrei, non vorrei mai
che il tuo viso
vedesse il patire.
Poi ti risollevi,
vince la luce dei tuoi occhi,
e torna l’alba del sentire
in una normalità voluta.
Ritorni da me risanata!
Dividi ancora la gioia
di una vita ritornata madre,
ora dammi la mano
è ancora lungo il cammino.
autore.francomuzzioli:
Contributo di
, 1 aprile 2010 23:53.
Franco, d’intesità struggente, un inno al vero amore che condivide, fa suo il dolore dell’amata, esaltato e nobilitato dalla tenerissima preoccupazione di non farlo trasparire sul tuo viso. La positività, la speranza viaggiano come su scambievoli binari. Ti ammiro moltissimo, non so che darei per riuscire a scrivere come te.
Che dire Franco del dolore che guarda il dolore? Si vorrebbe scendere a patti, pur di non veder soffrire chi si ama, ma non si sa con chi..
Non posso dirti “bella” la poesia (inteso nel senso letterale del termine) perche’ di una tragicità reale ma tu l’hai saputa comunicare trasportandola sulle ali del tuo cuore che tutto da’ e tutto condivide pur nella sofferenza che trova solo risposte in un grande amore.