Un cappuccino e una brioche, grazie.
Il fischio assordante del vapore che scalda il latte mi lacera le orecchie.
La mano pelosa del vecchio barista posa sul banco in un piattino col bordo blu la mia brioche avvolta in un tovagliolino di carta.
Fuori piove. Mi guardo le scarpe inzuppate. In terra bustine di zucchero strappate, tovaglioli macchiati di rossetto e segatura, tanta segatura che si incolla e si insinua nelle scalfiture delle suole bagnate e che certamente mi trascinerò fin dentro casa.
Ecco il suo cappuccino signore!
Posso sedermi ad un tavolino?
Certo si accomodi !
Il tavolino è vicino alla grande vetrina che da sulla ferrovia. Sono tutti uguali i bar delle stazioni.
Il grande orologio segna le sedici e cinquanta e lei non è ancora arrivata.
Arriverò col treno delle undici, mi ha detto, pranziamo insieme e avremo modo di conoscerci, poi riprenderò il treno alle diciotto cosi mio marito non si accorgerà di niente.
Ho visto arrivare almeno cinque treni da Milano, sono scese centinaia di persone da quei treni , nessuna cha avesse i calzoni bianchi, la giacca di pelle nera e la borsa a tracolla.
Piove ancora. Comincia a fare buio e hanno accese le luci. Le gocce di pioggia scendono a zig zag giù dal vetro unendosi a rivoli sempre più grandi, sempre più grandi come un trorrente in piena e scintillano come un albero natalizio al buio.
Ero felice. Finalmente dopo un anno di chat ci saremmo conosciuti davvero, di persona, ci saremmo finamente guardati negli occhi, avremmo sentito i nostri odori, ci saremmo stretti la mano e avremmo sentito il calore del nostro corpo e non più il freddo di un monitor. Forse ci saremmo anche abbracciati, chissà!
Mi sento terribilmente solo e un senso di frustrazione mi pervade. Non che non avessi preso in considerazione il fatto che poteva anche non presentarsi all’appuntamento, lo avevo preventivamente messo in conto, ma ora che in effetti constatavo che forse davvero non sarebbe arrivata, beh la cosa mi dava fastidio, mi sentivo preso in giro.
Avrà avuto un contrattempo mi sforzavo di pensare per non pensare che mi avesse tirato il bidone.
E se si fosse sentita male sul treno? Se avesse avuto un malore per l’emozione di conoscermi? Magari adesso è in un ospedale lontana da casa. Sola. Se fosse una cosa grave la dovranno ricoverare e il marito scoprirebbe tutto. come giustificherebbe il fatto di essere su un treno? Dove andava? Cosa potrebbe raccontare? Che doveva incontrare me? Che doveva incontrare uno sconosciuto in un bar di una stazione ferroviaria? Se lo crederebbe che siamo amici? Se lo crederebbe che quei baci dati attraverso ad un monitor erano baci scherzosi?
E se comperassi un gratta e vinci?
Non ho mai vinto niente ma qualcuno che vince c’è sempre e perchè non potrei essere io?
Mi alzo stiracchiandomi come se avessi dormito tutta una notte su una panchina della stazione.
Mi da un gratta e vinci?
E se vincessi? Lo direi a tutti o non dovrei dirlo a nessuno? E se perdessi il tagliando? Dovrei portarlo in banca , si in banca sarebbe al sicuro. Il direttore mi conosce, di lui mi fido. Però domani è sabato e la banca è chiusa!
… Se domani è sabato , oggi è venerdi!!!
Arriverò col treno delle undici giovedi prossimo mi aveva detto.
Contributo di
, 5 marzo 2010 18:40.
Bravo, alfred, ritrovo la sana ironia dei tuoi scritti.Certo il protagonista del tuo racconto non ha un’agendina su cui scrivere gli appuntamenti! Sarà l’amore in chat o le ” benedizioni ” del marito a mandare a monte questo sperato incontro? Chissà!Questo genere di scritti sono proprio il genere che ti contraddistingue con il loro sottile umorismo
Alfred, se quel tizio fossi tu, me ne guarderei bene dal darti un appuntamento x conoscerci di persona, saresti poco attendibile!!!!!Addirittura scambiare il giorno….è il colmo!!! Ahahahaha!!!! Cmq, sempre ironici i tuoi racconti, bravo!!! Mi diverto sempre quando li leggo.
Alfred, davvero un racconto che si legge di un fiato..mi sembrava di leggere una biografia !complimenti.
ahahahahhaahah alfred …mannaggia !!!!☺
bravo Alfred, finalmente sei ritornato a fare sentire la tua voce .Vedi quello che significa allontanarsi da eldy ,seppur per un breve periodo , si perde la cognizione del tempo hahahahhahah,Scherzo naturalmente .Sei sempre bravo e ciò che scrivi piace tanto .Volevo, semplicemente, farti capire che la tua mancanza si è sentita e non poco. ciao a presto
Alfred! …Praticamente una serataccia niente amica, niente gratta e vinci, se ti grattavi tu magari era meglio 😉 oppure se prendevi il treno e venivi a Napoli insieme mangiavamo un tarallo a Mergellina …Che bella Napoli di notte, è indescrivibile …Le luci rosse dei locali dove con un whisky e coca trovi chi per una mezz’ora insieme a te non spoglia il cuore …Ma poi dico io! …Proprio una col pantalone bianco e la giacca in pelle nera ti vai a dare appuntamento? D’inverno il pantalone bianco chi lo indossa? Poche o nessuna se non una nella tua fantasia bravo! un racconto simpatico senza lieto fine però!!
Il prossimo devi concludere (sei uno di eldy che figura ci fai fare!)Altrimenti non lo voglio sapere
Ciao